03 marzo 2001

Fino al 6.III.2001 Appunti Padova, Galleria Estro

 
Tre artisti che si preoccupano di esprimere il proprio sentire seguendo le trame del tessuto chiamato ricordo. Viaggio intimo costellato di appunti, annotazioni e flash, come schegge di memoria immortalate con foto, video e installazioni…

di

Luca Barzaghi, Letizia Cariello e Meri Gorni, questi i nomi degli artisti che Gabi Scardi (curatrice dell’evento) ha scelto di far esporre presso la Galleria Estro. Tre nomi, tre poetiche, tre stili che accomunati sotto l’ala della memoria osservano se stessi per illuminare sulla condizione particolare delle esperienze vissute, dei sentimenti provati, delle gioie condivise, delle sofferenze accantonate. Ognuno propone come meglio sa fare le tracce lasciate dal vissuto, delineando i segni che hanno marchiato a caldo l’animo e il fisico: si anche il fisico risente/esibisce dell’incedere delle esperienze. Luca Barzaghi propone fotografie sistemate come istanti pescati dal quotidiano ma di un impatto espressivo forte e determinato: un B/N sfuocato che rievoca atteggiamenti rapidi e furtivi, come se si fosse immortalato non un gesto, ma una intimità da coccolare per proprio conto; nei disegni invece il nero catramoso domina sulla frettolosità del segno che sagoma figure d’ombra: in tre posture differenti i tre lavori su carta tendono a minacciarci con un dolore vissuto, con qualche sofferenza arcana estratta a caso dalla girandola di emozioni private che l’artista in qualche particolare periodo della sua vita ha assorbito, subliminato quasi . Barzaghi si stacca da se stesso e si dipinge, ci dipinge. Altro da se, spettatore non unico della propria biografia ci mostra frammenti e ci lascia interpretarli a nostro piacimento, come se fossero nostri…di tutti.
Letizia CarielloMeri Gorni sferra dei colpi efferati con immagini di finestre appese effimere alla parete bianca; fotogrammi della speranza che con trasparenze accattivanti trasudano preoccupazioni: quel senso di impossibilità che accompagna sempre la speranza, un fatalismo lasciato entrare dalle finestre esposte alle intemperie quotidiane. Sono attimi normali, naturali: le tende sono leggermente scostate come per far passare più luce, come per ammirare meglio il panorama “immaginazione” cercando scomposti tra le briciole dei ricordi. Gorni da importanza ai luoghi in qualità di testimoni del tempo e come in mappe geografiche stila percorsi e delinea confini. Ecco che nella videoinstallazione sono le pareti domestiche a manifestare l’attività del ricordo, della quiete, del dolore paralizzante.L’artista numera e cataloga per orientarsi, costruisce una agenda del corpo, delle stanze, dei sentimenti. Il lavoro fotografico si arricchisce della scrittura e ne giova: risulta essere un riferimento importante prima di percorrere il sentiero che l’immagine propone. Letizia Cariello espone installazioni e dipinti che senza determinare impatti violenti richiamano però ad una crudeltà infantile, fatta di piccoli drammi consumati nell’effimero della gioia quotidiana: una gabbietta per canarini con dentro retaggi di vita quotidiana, come ad esempio le tazzine; la seggiolina per bimbi, vivace nei rossi e deliziosa nelle misure, a mandare la memoria alle favole con l’orco e le fate…ad acuire il pensiero verso l’assenza brutale di paesi magici e meraviglie. Nei dipinti il disorientamento aumenta: in uno abbiamo delle trame infantili, ricami di un passato che non c’è più; nell’altra tela invece l’aggressività dei rossi sul bianco, a macchiare due volti, sembra esaminare ferite recenti…disturbi di un vivere catalizzatore di eventi pericolosi.Le grafie elaborate su vetro (ha usato la vetrina della galleria) invece delineano con fare quasi scientifico le parti del corpo: schema ordinato ma giocoso per l’individuazione delle parti. Ecco che le cifre e le didascalie assolvono al ruolo di bussola per meglio orientarsi tra i pensieri e le emozioni.
Alla galleria Estro è quindi di scena il richiamo a elementi del passato, della fantasia, del quotidiano. Scritti a forza con i mezzi espressivi più disparati e con le desinenze proprie agli artisti. Un diario del cuore che lascia intravedere dove si trova la chiave per poterlo aprire. L’invito a fare proprie le esperienze altrui è palese, così come è assodata la dimostrazione di come l’uomo sia per certi versi “unico” nel modo di respirare il ticchettio del tempo. Biografiche o meno, le opere di “Appunti” sono l’espressione di ogni persona dinnanzi al normale vivere




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“dal 21 gennaio al 6 marzo 2001
“Appunti”
Galleria Estro, Padova
Via San Prosdocimo,30
A cura di: Gabi Scardi
Ingresso: libero
Catalogo: no
Aperto: dal martedì al venerdì
Orario: 1600/19.30
Info:estroarte@libero.it


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