La mostra di Maurizio Pellegrin è stata concepita come percorso itinerante per otto sedi dei musei civici veneziani. Le sezioni in cui è divisa portano significativi titoli: Impermanenza e Trasmigrazione, Lo Spazio terzo,Tracce dell’Essere, Transito e Scorrimento, Moltiplicazione dell’Essere, Memoria e Permanenza, Quotidianità tra culto, simbolismo e rappresentazione, Ossessioni dell’Essere. Già dai nomi scelti è evidente che si tratta di una ricerca verso qualcosa di sfuggente, che si svela e si sottrae. Otto isole mettono in mostra una poetica artistica che fa del silenzio e della sospensione la propria ragione d’essere. L’artista veneziano (che trascorre metà dell’anno a New York dove insegna alla New York e alla Columbia University) ha utilizzato gli spazi secondo un criterio non invasivo, in modo che a parlare sia il suo lavoro, fatto di installazioni, sculture, fotografie e video. Un lavoro complesso che tocca temi metafisici come l’immortalità dell’anima e la possibilità di reincarnazione, la memoria, l’unicità e la moltiplicazione dell’essere, e che utilizza oggetti collezionati nel corso degli anni e rimaneggiati con colori o numeri. E’ il caso dell’installazione a Ca’ Rezzonico Memoria e Permanenza, composta da 550 vecchie fotografie contaminate da oggetti legati con il verde, colore che simboleggia il principio di una nuova vita.
Nel Museo d’Arte Orientale 120 gomitoli di cotone arancione disposti sulle scale d’ingresso simboleggiano La Moltiplicazione dell’essere; il Museo di Palazzo Mocenigo (che è un centro di studi di storia dei tessuti e dei costumi) ospita invece Quotidianità tra culto, simbolismo e rappresentazione: dal soffitto scende una struttura metallica che simula uno stendibiancheria a cui sono appesi oggetti della quotidianità. Rigorosamente in bianco, colore che simboleggia la meditazione.
Nel Museo Navale la mostra è composta da un’installazione costituita da una grande tela nera (3×15 metri) che gioca con il suggestivo spazio del museo, e dal video On and Off, proiettato direttamente su un relitto di ferro. A Ca’ Pesaro c’è Transito e scorrimento, un’opera tutta basata sul colore rosso –simbolo di forza spirituale- una composizione frammentaria di oggetti e altri elementi che perdono la funzione per la quale sono stati costruiti, stabilendo così nuove gerarchie di senso. Lo Spazio terzo al Correr è composto da quattro dipinti del XVI, XVII XVIII secolo di proprietà dell’artista, manipolati in modo da costruire una dialettica tra lo spazio interno ed esterno dell’opera. Sempre sulla poetica dell’oggetto si basa l’installazione nelle Sale Monumentali della Biblioteca Marciana dove tracce dell’essere materico sono conservate sotto campane di vetro del XIX secolo. Ultima tappa di quest’arcipelago è Palazzo Ducale. Impermanenza e Trasmigrazione comprende un’installazione e un video dal titolo It was an impossibile love, dove l’artista stesso, nei panni di un uomo cinese d’altri tempi, recita una poesia in mandarino sull’impossibilità di un amore. I due innamorati, entrambi morti, sono infatti costretti a vivere in tempi diversi: lui è in via di reincarnazione, lei in uno stato di impermanenza, la condizione che più di tutte sottende l’esistenza.
mariapaola spinelli
mostra visitata il 17 settembre 2005
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Interessante per l'artista il colore, Maurizio Pellegrin lo dimostra e lo fa presente nei suoi percorsi da navigare. I temi della presenza e della memoria, della vita e della morte sono il risultato del suo meditare sull'esistenza.