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Considerata una delle più importanti raccolte artistiche d’Italia, la Collezione Peggy Guggenheim accoglie periodicamente esibizioni temporanee che sanno attrarre l’attenzione del grande pubblico nella laguna veneziana. Museo d’arte moderna e dimora per ben trent’anni dell’eclettica intellettuale, Palazzo Venier dei Leoni ospita per questa occasione la mostra Simbolismo mistico. Il Salon de la Rose+Croix a Parigi 1892–1897 a cura di Vivien Greene.
L’esposizione presenta circa quaranta opere esposte nei Salon de la Rose+Croix prodotte da vari artisti di fine Ottocento e risulta essere la prima collettiva dedicata al tema, accolta a Venezia come seconda tappa dopo la prima apparizione al Solomon R. Guggenheim Museum di New York.
È il 1890 quando a Parigi lo scrittore Joséphin Péladan, spinto da interessi coltivati fin da giovane età – il padre era un giornalista specializzato in cattolicesimo occulto – decide di ristabilire l’Antico e Mistico Ordine della Rosacroce. Il movimento filosofico, fondato originariamente in Germania nel XVII secolo, indicava agli adepti uno stato di perfezione morale e spirituale, contrapponendosi ad Impressionisti, Naturalisti e altre tendenze artistiche dell’epoca. Scrittori, pittori e musicisti si unirono in gran numero all’iniziativa aderendo ai principi di Simbolismo occulto professati da Péladan. Dopo il primo Salon de la Rose+Croix, inaugurato alla Galerie Durand-Ruel di Parigi, ne seguirono altri cinque con partecipanti da tutta Europa.
Alphonse Osbert Visione Vision, 1892 Olio su tela / Oil on canvas 235 x 138 cm / 92 1/2 x 54 5/16 inches frame: 264 x 165.5 x 10 cm / 103 15/16 x 65 3/16 x 3 15/16 inches Musée d’Orsay, Paris, Gift of Yolande Osbert 1977 X.2014.423
In riferimento alle numerose esibizioni dei rosacrociani, Simbolismo mistico. Il Salon de la Rose+Croix a Parigi 1892–1897 mette in luce le tematiche ricorrenti con alcuni fra i più significativi artisti del tempo: Antoine Bourdelle, Rogelio de Egusquiza, Jean Delville, Charles Filiger, Fernand Khnopff, Charles Maurin, Alphonse Osbert, Armand Point, Georges Rouault, Carlos Schwabe, Alexandre Séon, Jan Toorop, Ville Vallgren e Félix Vallotton. Accomunati dal proposito di rifiutare il mondo materiale in favore di quello Ideale, preferiscono adottare uno stile aggraziato e rappresentare soggetti allegorici e religiosi. Péladan nella stesura di una serie di regole rosacrociane, proibisce la ritrattistica se non per rendere omaggio ad alcune celebri personalità, quali Charles Baudelaire, Richard Wagner e se stesso. Sono i ritratti di quest’ultimo infatti ad aprire la mostra al pubblico: i dipinti lo vedono nelle vesti di guida e veggente, in posa aristocratica o nel ruolo di Sâr Merodack, conforme alle discendenze reali babilonesi autoproclamate dal critico francese. Le sale successive decantano due tematiche artistiche ricorrenti nell’immaginario dell’Ordine Rosacroce, la “femme fragile” e la “femme fatale”. Considerate prive di controllo e intelletto, alle donne non è permesso entrare nella Confraternita, e vengono assunte come metafore degli istinti carnali, sottolineandone inferiorità e instabilità. La prima categoria al contrario innalza il gentil sesso a santa e vergine, traendo modello dall’iconografia medievale e di Primo Rinascimento. Ulteriore spazio viene concesso ad un soggetto prediletto dalla Congregazione: il mito di Orfeo che commosse gli Dei con le melodie della sua lira, ed avendo la possibilità di riscattare la moglie dall’oltretomba fallisce venendo meno alla condizione di non voltarsi verso l’amata. Questo figura mitologica è per gli artisti rosacrociani simbolo della trascendenza dalla morte, mediatore tra terreno e divino, e prototipo del genio artistico.
Emergono due personalità di rilievo nella rosa dei partecipanti: Charles Maurin e Félix Vallotton. Il primo risente degli influssi delle stampe giapponesi attraverso uno stile che si avvicina all’incisione, catturando l’attenzione dei critici dell’epoca con il trittico Alba, di cui sono esposti due pannelli. Grande amico di Maurin con cui espone al primo Salon de la Rose+Croix nel 1892, Vallotton predilige la xilografia a legno di filo, immagini raffinate ed essenzialità della forma.
L’esposizione ripercorre le principali argomentazioni espresse dagli artisti dei Salon de la Rose+Croix e dal loro mentore, sottolineandone il carattere ermetico e spirituale. L’eleganza degli arredi e i componimenti di alcuni grandi musicisti accompagnano il visitatore nell’evocazione del movimento artistico e della sua dimensione simbolica.
Paola Natalia Pepa
Mostra visitata il 15 dicembre 2017
Dal 28 ottobre al 7 gennaio 2018
Simbolismo mistico. Il Salon de la Rose+Croix a Parigi 1892–1897
Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni, Venezia
Orari: tutti i giorni dalle 10 alle 18, chiuso il martedì
Info: 041.2405440/419 www.guggenheim-venice.it , info@guggenheim-venice.it