Circuito off è l’accattivante titolo del festival internazionale di cortometraggi tenuto a Venezia tra il 4 e il 7 settembre parallelamente a quello del cinema. Più di 90 pellicole in concorso per un totale di quattro giorni di proiezioni; una giuria internazionale che spazia dalle arti visive, con la francese Sonia Jossifort, all’architettura con Federico Rosa, al giornalismo, con Roman Gubern e Kaleem Aftab, la regia, con Giulia Gentile Ca’ Zorzi e poi Ila Beka, Anne de Vaucher Gravili e Mara Sartore fino al presidente, Fernando Savater, filosofo, letterato, uomo politico e molte altre cose.
Una rassegna che, come si nota dalla giuria, oltre che internazionale, è all’insegna delle contaminazioni. Il rapporto tra cortometraggio e video art è sempre stato abbastanza promiscuo. E per la seconda edizione l’associazione Artecolica – responsabile del festival – ha organizzato vari eventi collaterali come la retrospettiva sul regista d’animazione Norman McLaren, la proiezione dei corti di Mathieu Kassovitz, la rassegna di video art ospitata negli studi d’artista della Fondazione Bevilacqua La Masa e la personale di Sonia Jossifort. Il primo premio è stato un ex aequo perché, confida Mara Sartore, la decisione su quale meritasse maggiormente era assai difficile, così la giuria ha optato per “Torre” dello spagnolo Oskar Santos – la scena è ambientata in un grande edificio i cui abitanti sono prigionieri e non lo sanno. Grande tensione psicologica – e “The dancing letter” di Julie Bille, danese – nel suo corto le immagini mostrano un bambino che viene ingoiato dal pavimento e rigettato in una scena costellata da animali che piangono, cactus minacciosi, bambine imprigionate nei vasi.
Alla conclusione della Kermesse, il bilancio è più che positivo, con ottime possibilità per la terza edizione, visto anche il salto in avanti rispetto alla prima.
Silvio Saura
Quest’anno sette artisti del Circuito off sono stati ospitati negli studi di Palazzo Carminati della Fondazione Bevilacqua La Masa, una delle istituzioni che ha patrocinato questo Festival. Giovani artisti hanno accolto altri artisti negli spazi tradizionalmente adibiti alla creazione e all’espressione, cercando un dialogo tra linguaggi diversi, promuovendo il cortometraggio come video-art.
Lunedì 3 settembre erano presenti i lavori di: Véronique Hubert, Fanny Adler, Yann Le Marec, Sylvie Lalibertè, Marie Drach, Cécile Paris e Bettina Atala. Convincente ed intriso di malinconia il video di Fanny Adler, nella stanza di Gianfranco Grosso, come altrettanto efficace ci è parso Supermarché di Bettina Atala, ambientato in un grande supermercato, con una ripresa accelerata degli infiniti prodotti che quotidianamente la società dei consumi produce nella prospettiva di coprirci di rifiuti e di scarti, riproposti simbolicamente da Daniela Ghezzo, che ha ospitato l’artista francese.
Stefano Coletto
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