Fino a tutto il XV secolo l’anatomia umana era ancora studiata su trattati medievali e sulle opere antiche d’Ippocrate e Galeno giunte nelle università della penisola grazie agli autori di lingua araba. Pochi erano gli autori e gli studiosi che potevano vantare pratiche di dissezioni ed osservazioni dirette: le fonti principali erano al più i trattati trecenteschi di Pietro d’Abano (1275-1315) e varie edizioni del Fasciculo de medicina.
Ma col Cinquecento una nuova generazione di anatomisti come Andrea Vesalio (1514-1564) e Gabriele Falloppio (1523-1562), cui si deve la scoperta delle tube, stava prendendo piede e con essi la pratica delle pubbliche dissezioni presso le facoltà di medicina. Uno dei maggiori e più avanzati centri universitari fu Padova, presso cui operò Girolamo Fabrici d’Acquapendente (ca.1533-1619) che di Falloppio fu successore.
Fabrici, didatta attivo sia nella ricerca che nella pratica della medicina, iniziò l’attività presso l’università negli anni ‘60 del Cinquecento, e proprio durante il suo lungo magistero la Serenissima fece realizzare presso la città del santo il Teatro anatomico (1595), luogo deputato alle pratiche di dissezione anatomica, tuttora visibile. Il nome di teatro racchiudeva in sé l’idea della mostra, dell’osservazione, ma anche dell’esibizione. E fu proprio il nome che Fabrici diede alla sua opera monumentale, il Totius animalis fabricae theatrum.
In mostra, nelle prime vetrine della sala monumentale, i testi che delineano il contesto scientifico che portò a fiorire la pratica delle osservazioni anatomiche. Ecco quindi due differenti versioni del sopracitato Fascicolo, arricchito da alcune xilografie, e del quale, oltre quella manuale, fu realizzata anche una colorazione con metodi a stampa. E trattati di medicina medievali come la Summa naturalium di Alberto Magno (ca.1200-1315) che sembrano prestare interesse più agli aspetti filosofico-morali che a quelli biologici. Ma è con Vesalio, autore del De humani corporis fabbrica e le Tabulae anatomicae -di cui sono esposte splendidi esemplari- che l’interesse per la riproduzione dal vero diventa precipuo. Grazie ad immagini di grande formato ritagliate e sovrapponibili, egli fu il primo a simulare la distribuzione stratigrafica degli organi.
Ma nonostante cominciasse a formarsi un pubblico di medici e studiosi, i progetti editoriali vennero spesso lasciati incompleti, sia per difficoltà tecniche che economiche.
Fu la sorte anche dell’opera magna di Fabrici, che decise di pubblicare i propri lavori a lungo meditati solo in età avanzata, quando fu sgravato dagli incarichi dell’insegnamento. Vennero stampate completamente i primi trattati su argomenti specifici, come il De motu locali animalium o le Operationes chirugicae, ma la morte lo colse durante la redazione del Theatrum. Si trattava di un’opera iconografica monumentale che comprendeva innumerevoli incisioni e tavole ad olio di anatomia umana ed animale di recente restauro dopo i maldestri interventi d’inizio ‘900. I soggetti di ogni tavola sono isolati dallo sfondo grazie al sapiente uso coloristico dell’ocra e del nero: abbiamo quindi immagini di lucertole, polli, pesci, scimmie, mani, occhi, vene e vasi sanguigni, ossa. Che rendono l’horrido officio della dissezione il teatro della meraviglia.
daniele capra
mostra visitata il 21 dicembre 2004
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