Per Campigotto fotografare è vivere e viaggiare, come se
fosse in missione per catturare frammenti di paesaggi da legare alla memoria
per sempre. Ci sono tutti i continenti nelle immagini in mostra, ma prevalgono
le fotografie scattate in Cile e Argentina. Gli scenari selvaggi e solitari
della Patagonia trasmettono una sensazione di costante libertà che è sempre
presente negli spostamenti del fotografo. Il viaggio, in quelle parti del
mondo, richiama le fotografie di Bruce
Chatwin, realizzate per raccontare le sue storie. Ma le immagini di
Campigotto sono l’altra faccia della medaglia di quelle terre e di quel tipo di
scatti. Se per Chatwin le immagini sono il supporto alle parole, sono tutte
ritratti di famiglia o di piccoli agglomerati urbani, in Campigotto ciò che è
messo al centro del vedere è il luogo naturale, anzi, come sostiene egli stesso,
l’”idea del luogo”.
Come un esploratore di spazi, il fotografo veneziano è
interessato a scoprire, rivivendo la visione che potrebbe aver avuto il
viaggiatore di un’altra epoca. Cosa avrebbe visto se non l’incontaminatezza e la
durezza del paesaggio? Quasi fosse simile all’occhio del naturalista e dello
scienziato d’altri tempi, Campigotto registra e porta a casa immagini di luoghi
lontani nello spazio e nel tempo. Le fotografie sono i ricordi dei suoi viaggi
che sceglie tra molte per meglio ricordare, per riordinare nei cassetti della
memoria la sua vita. In queste terre ha cercato e trovato la forza dei luoghi in
cui a volte è solo il vento a esistere.
Nella Tierra del Fuego, in Argentina, ciò che ha
registrato sono gli spazi e gli “orizzonti
forti” che diventano, per riduzione cromatica, cielo, nubi, terra e acqua
del Rio Grande. Il biancore spettrale della fotografia Ghiacciaio Perito Moreno (2000) richiama il nulla, a differenza di
Chatwin, in cui la presenza umana è il tutto di un luogo. Quest’ultimo è colto
nella sua purezza e solitudine. La visione del fotografo è completamente
affrancata dai meccanismi del vedere dominanti: infatti, il risultato finale,
ritoccato anche nel tempo, vuole restituire al paesaggio la sua verità, come se
non fosse mai stato visto.
La sua ricerca è convogliata su qualunque luogo perché
libero da codici della fotografia corrente e usa indistintamente con
disinvoltura il colore e il bianco e nero. Prendiamo ad esempio i deserti,
quello di Atacama in Cile, fotografato nel 2000, quello di Lut in Iran, ripreso
lo scorso anno, e il deserto di Ramlat as-Sab’atayn (2006), nello Yemen: hanno
in comune una cosa, le piste. Piste che sono la traccia di passaggi, perché per
avere una percezione corretta del deserto si deve attraversarlo, camminarci in
mezzo, ed è quello che ha fatto Campigotto, come Chatwin.
Se Chatwin dice che “la
vita è un viaggio attraverso un deserto”, Campigotto lo ha guardato,
vissuto e rilevato con la sua macchina, per poi attraversarlo nuovamente nel
suo immaginario e proporcelo come ora lo vediamo.
articoli correlati
Viaggi
a Roma
Campigotto
a Modena
A
Padova Aprile Fotografia 2009
mostra visitata il 3 settembre 2010
dal 3 settembre 2010 al 9 gennaio 2011
Luca Campigotto – My wild places
Palazzo Fortuny
San Marco 3958 (Campo San Beneto) – 30124 Venezia
Orario: da mercoledì a lunedì ore 10-18
Ingresso: intero € 9; ridotto € 6
Catalogo
Hatje Cantz, € 58
Info: tel. +39 0415200995; fax +39
0415223088; mkt.musei@comune.venezia.it;
www.museiciviciveneziani.it
[exibart]
James Turrell protagonista di una mostra in Arabia Saudita, in attesa della sua prossima, visionaria installazione, scavata nella roccia del…
Una campagna di raccolta fondi sostiene artisti e operatori culturali di Los Angeles che hanno perso case, studi e opere…
Maison Ruinart porta l’arte contemporanea nell’esclusivo resort Joali: Sophie Kitching reinterpreta il packaging dello champagne, richiamando la natura delle Maldive
Dopo 24 anni, il Prix Marcel Duchamp cambia sede: durante i lavori di ristrutturazione del Centre Pompidou, la mostra dei…
Artista concettuale e pioniere dell’arte multimediale, Tullio Brunone ha da sempre svolto una ricerca artistica rigorosa sullo sviluppo tecnologico e…
Si è spenta oggi Mathelda Balatresi: nata in Liguria nel 1937, napoletana d’adozione, è stata un’artista elegante e potente, dalla…