Qual è la relazione tra immagine e parola? Può la pittura ritornare al suo essere puro segno? Il lavoro di Matteo Fato cerca di rispondere a questi interrogativi, attraverso il gesto, il colore e una capriola.
La Galleria Michela Rizzo, negli spazi industriali dell’ex area Dreher alla Giudecca, ospita la mostra “(SOMERSAULT)” di Matteo Fato, curata da Alfredo Cramerotti. Una capriola (in inglese “somersault”) stilistica, quella compiuta dall’artista pescarese, che in questa occasione va oltre il disegno e il video, prediletti fino ad ora, e inserisce materiali come la carta e il legno, strumenti che divengono linguaggio in dialogo a quello pittorico.
“(SOMERSAULT)” si apre con disegni quasi astratti, realizzati a carboncino, penna litografica e pastelli ad olio su uno sfondo monocromo. Le opere vengono incastonate nelle proprie casse di trasporto in legno, diventano cornice e si spogliano del loro essere contenitore per divenire parte del contenuto. Così si ripete il modulo anche nelle stanze successive, ma presentando olii su tela di diverse dimensioni che rappresentano paesaggi norvegesi, realizzati da Fato nel 2015 dopo aver partecipato alla residenza presso il Nordic Artists’ Centre Dalsåsen.
Matteo Fato, (Somersault), Senza titolo, 2015-2017, photo Michele Alberto Sereni
La pittura di Fato lascia emergere con forza il colore, acceso e materico. Alle pareti della galleria si leggono le parole di Gianni Garrera, filosofo e amico di Fato, con il quale spesso collabora:
“La forza con la quale l’occhio angelico vede è differente dalla forza attraverso la quale riconosce ciò che vede. Ciò che vede lo realizza esclusivamente dal colore, non da ciò che è colorato. Perciò non ha importanza che ciò che è colorato sia cielo o terra […] l’essenziale, nella prospettiva angelica, è solamente che abbia un colore.”
Fato conclude il suo progetto rivolgendosi proprio alla dimensione angelica con la sua installazione Per gli angeli più alti, un cavalletto in legno di 5 metri d’altezza, che si affianca a Con un unico sguardo senza osservazione, olio tu tela grezza che presenta la sintesi della ricerca gestuale dell’artista. “La mente angelica” scrive Garrera “non conosce il contemplare, ma il colpo d’occhio che si esprime in un’unica occhiata”.
Fato raggiunge qui un’essenzialità del segno che arriva da una sperimentazione costante della linea: il gesto, il disegno, la scrittura, l’immagine nel suo essere significante, prima di diventare significato. Quello che l’artista indaga è l’attimo che precede il momento in cui il gesto diviene linguaggio semantico. La pura forma pittorica al di là dei manierismi, per giungere ad un’essenzialità formale, quasi spirituale.
“La conoscenza angelica è una conoscenza esclusivamente pittorica […] non conosce direttamente il mondo, una volta creato, ma del mondo conosce solo ciò che è stato dipinto […]”
Alice Sartori
mostra visitata il 24 agosto
Dal 23 luglio al 9 settembre 2017
Matteo Fato – (SOMERSAULT)
Galleria Michela Rizzo
Isola della Giudecca 800 Q, 30133 Venezia VE
Orari: da martedì a sabato, 10:00 – 18:00
Info: +39 0418391711; info@galleriamichelarizzo.net