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fino all’11.II.2011 Andro Semeiko Altavilla (vi), Atlantica
venezia
Battaglie con velieri, sbuffate di cannoni e soldati in armatura. Una pittura di soggetto storico che nega se stessa nell’invenzione. E ammalia perché anacronistica e antirealistica...
storico ha avuto il suo canto del cigno nel periodo romantico – in cui vi era
l’esigenza di costruire il patrimonio di miti ed eventi che erano alla base
della patria o della nazione – e con il realismo di metà del Novecento (come in
quello che fu del fascismo o del comunismo), in maniera, per certi aspetti, ben
più ideologica. Ma in buona sostanza la pittura negli ultimi decenni si è
sostanzialmente disinteressata dell’argomento storico, e vi sono state poche esperienze
significative: a essere ritenuti più interessanti sono stati in buona sostanza le
dinamiche rappresentative del reale (il suo “ritorno”, come ha spiegato Hal Foster) e le distorsioni riportate
dai mille specchi infedeli.
È così un viaggio per certi aspetti disorientante, un vero e
proprio trip mentale e un ritorno
alle origini, quello cui costringe a fare Andro Semeiko (Ozurgeti, 1975; vive a
Londra) nella sua prima personale in una galleria italiana. Si tratta di
pittura di genere da intendersi in
senso estensivo, poiché i canoni rappresentativi differiscono da quello che ci
si aspetterebbe. A Glorious Journey è
infatti la trascrizione pittorica di svariati episodi guerreschi d’invenzione
che l’autore ricostruisce e ambienta in costumi rinascimentali, mettendo a
punto un vero e proprio dispositivo narrativo grazie al quale non ha senso valutare
il valore di verità storica dei fatti rappresentati, né la loro realisticità.
Semeiko inscena cioè un finto racconto
storico in cui molti particolari sono così palesemente distanti dalla realtà da
far vivere le vicende di luce propria, senza che sia avvertita l’esigenza di
una spiegazione delle incongruenze.
The Harbour è così un approdo in cui le caravelle cinquecentesche
sono cullate sul mare tra un obelisco, un tempio greco e una montagna che è una
macchia di differenti colori. O la piccola tavoletta di Cospiracy mostra un mondo in cui uomini in armatura tramano nel
bosco vicino a un castello dominato dalle brume. Qui e là, le nuvole, i cieli,
gli uccelli emergono come dettagli fantastici e antinaturalistici, tra un grumo
di colore e una sbavatura ricercata che l’artista controlla soprattutto nella
piccola dimensione (magia che non riesce a pieno sui pezzi più grandi). La realtà
pittorica, sembra suggerire Semeiko, può vivere nel proprio microcosmo formato
dal miscuglio inestricabile di verità e finzione: ogni forma di realismo
didascalico va cioè accantonata in favore di un mondo, che non smette di creare
stupore nei dettagli, nelle piccole cose.
Nell’ultima
stanza, Semeiko allestisce le tele proseguendo idealmente sulle pareti con il
disegno, sviluppando cioè in forma corale i singoli lavori, dilatando la
superficie alla dimensione murale (come capita in Underbelly). A ben vedere, la sua pittura è una continua frizione
tra dettaglio e vista d’insieme, essendo come un tessuto elastico che – come scrive
Alberto Mugnaini in catalogo – “quanto
più le maglie si allentano e la pennellata si fa libera, tanto più la finzione
pittorica si sporge fuori dal quadro e collima, o collide, col mondo reale”.
Non lo sapremo mai con certezza, ma quelle armature, quei soldati, hanno tutta
l’aria di essere dei fantastici cavalieri
inesistenti.
La
pittura storica in un libro
daniele capra
mostra visitata il 7 febbraio 2011
dal 5 novembre 2010 all’undici febbraio 2011
Andro Semeiko –
A Glorious Journey
Galleria Atlantica Arte
Contemporanea
Via Piave, 35 – 36077 Altavilla Vicentina (VI)
Orario: da mercoledì a sabato ore 16-19 o su appuntamento
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel./fax +39 0444341663; info@atlanticagalleria.it;
www.atlanticagalleria.it
[exibart]