Una mostra piccola ma preziosa. Oltre che un’ottima occasione per avvicinarsi all’opera grafica di Michelangelo Buonarroti (Caprese, 1475 – Roma, 1564). L’esposizione, resa possibile dal prestito di sei fogli da parte della Fondazione Casa Buonarroti, è curata dalla sua direttrice Pina Ragionieri. Sei Capolavori, in matita rossa o nera, da cui traspare il metodo di analisi della realtà attraverso il disegno, fondamento dinamico per la successiva realizzazione definitiva tramite la pittura.
Studio di testa per la Volta Sistina è un bellissimo volto maschile dagli occhi socchiusi, sensuale nella perfezione dei lineamenti; accanto, spicca lo Studio di un braccio, considerato un probabile spunto per il celeberrimo braccio del Dio Padre della Creazione di Adamo (per il potente andamento verticale).
Parte di un più ampio corpus di disegni di progettazione per la fortificazione delle mura fiorentine è invece Studio di fortificazione per la Porta al Prato, idea non realizzata per la complessità e novità della soluzione, vicina alle coeve architetture rinascimentali dell’artista. Di grande fascino, per i numerosi “pentimenti” che rivelano il divenire delle possibili soluzioni compositive, è lo Studio per un Cristo risorto, collocabile tra 1535 e il 1541, gli anni del completamento pittorico della Sistina con il Giudizio Universale.
Concludono la Pianta per San Giovanni dei Fiorentini, chiesa per la comunità fiorentina a Roma, anch’essa non realizzata, e il capolavoro intitolato Sacrificio di Isacco, disegno che per completezza e resa stilistica si distingue come opera d’arte autonoma, iconograficamente memore della formella del famoso concorso fiorentino del 1401 dell’illustre predecessore Brunelleschi.
L’attenzione che la città di Padova rivolge alla grande figura del Rinascimento italiano si inserisce nel dibattito circa la commissione cinquecentesca di rinnovo del coro del duomo patavino. Fu il cardinale Francesco Pisani, vissuto a Roma e invaghito dell’arte di Michelangelo, da poco eletto architetto della basilica di San Pietro, a proporne il progetto, al punto di trasportare a Padova il probabile modellino in legno dell’ “ingeniosissimo e illustrissimo Michelangelo Buonarroti”, ottenendo il consenso generale dei canonici nel 1551.
La Fondazione Casa Buonarroti, con la sua collezione di oltre duecento pezzi, è la più sostanziosa raccolta al mondo di opere grafiche michelangiolesche. Opere poco note e difficilmente visibili a causa delle delicate condizioni espositive che richiedono. L’ultima normativa rispetto alla loro conservazione permette infatti l’esposizione a rotazione di piccoli nuclei di fogli in una sala del museo con corrette condizioni di luce e umidità.
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www.casabuonarroti.it
giacomo malatrasi
mostra visitata il 18 novembre 2005
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nessun commento.michelangelo va solo ringraziato per il suo genio artistico..........