19 ottobre 2024

Cuba oggi: viaggio attraverso gli spazi del contemporaneo dell’Avana

di

In condizioni tanto difficili quanto uniche, la metropoli caraibica si re-inventa attraverso la lente dell’arte contemporanea, raccontando una storia pregna di identità culturale e dando vita a importanti manifestazioni per l’isola

Simile ad un orologio con le lancette che restano indietro, oggi Cuba appare sempre più come un pianeta che si allontana, giorno dopo giorno, dall’orbita solo consumistica della società. Siamo nella zona calda dell’America. Qui tutto dovrebbe parlare di luce, di movimento, della profusione di immagini che il Tropico fornisce. Eppure, l’Isola sembra preservare una consapevolezza coraggiosa, non solo politica, di vivere ai margini della contemporaneità, in un mondo profondamente legato a una dimensione estranea al presente. In questo contesto, emerge L’Avana, la più grande metropoli dei Caraibi, parte integrante di un Paese che sta attraversando da tempo un complesso passaggio geopolitico, soffrendo costantemente l’isolamento imposto dal vicino colosso statunitense e dall’Occidente. L’Avana di oggi, quella che nonostante tutto è proiettata verso il futuro, intende quest’ultima come un mezzo di espressione per un cauto dissenso e, soprattutto, un ascensore sociale. Ma cosa significa concepire, promuovere e curare arte a Cuba? Quali sono e come si comportano le realtà più rilevanti che da tempo stanno cercando di ridefinire lo scenario culturale cubano?

L’Avana, Cuba
L’Avana, Cuba
Trinidad, Cuba

Impossibile non citare una delle biennali che, nel tempo, ha saputo sviluppare un progetto serio di indagine sulle relazioni interculturali: quella dell’Avana. Nata nel 1984, la sua intenzione è sempre stata quella di creare una rete di scambi tra paesi e culture che si ponesse come alternativa a quella consolidatasi tra Stati Uniti ed Europa occidentale, puntando tutto sulla diffusione e il riconoscimento di un’arte prodotta tra Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina e Caraibi.

Quest’anno festeggerà il suo 40° anniversario inaugurando la 15° edizione dal titolo Horizontes Compartidos che si terrà dal 15 novembre 2024 al 28 febbraio 2025. Questo capitolo mira ad analizzare la traiettoria complessiva dell’evento dall’anno della sua creazione fino ad oggi, ripensando ai suoi segni distintivi tra cui una coesistenza basata sul rispetto per le differenze e sul valore di altre conoscenze, forme di esistenza e, soprattutto, resistenza, lontane dal modello dominante. La manifestazione non rimarrà confinata all’interno della capitale ma si estenderà, prevedendo esperienze di scambio e invitando gli artisti a co-creare con le comunità all’interno del Paese.

Visual identity per la 15° biennale dell’Avana, Horizontes Compartidos (15 novembre 2024 – 28 febbraio 2025)

Ma quali sono i punti di riferimento del contemporaneo a L’Avana? Una prima risposta risiede in un luogo specifico: il Centro d’Arte Contemporanea Wifredo Lam, che di coloniale ha solo le sale. Nato nel 1983 accanto alla Catedral de San Cristóbal, nel cuore della cosiddetta “Habana Vieja”, è intitolato a uno dei più celebri artisti cubani del XX secolo. Lo spazio, noto soprattutto per essere il principale organizzatore della Biennale dell’Avana, ospita, oltre a una collezione permanente che include opere di artisti locali e internazionali, mostre temporanee, conferenze, workshop e altre iniziative culturali, confermandosi luogo prediletto di sostegno alle arti visive. Al suo interno è situato, inoltre, un centro di documentazione che racchiude più di undicimila testi, materiali d’archivio, cataloghi e articoli sull’arte cubana, dell’America Latina e dei Caraibi, e che lo riconferma definitivamente un importante centro di riferimento a livello nazionale e internazionale.

Un luogo che merita particolare attenzione è la Fábrica de Arte Cubano. Situata in Calle 26, subito dopo il ponte sul río Almendares, la FAC è un modello recupero di archeologia industriale. Prima di passare al Ministero della Cultura, l’edificio era nato come stazione del comparto elettrico statale, e, nel tempo, ha acquisito svariati usi. Oggi, invece, l’iniziativa sviluppa, parallelamente a una forte coscienza di integrazione, il proprio progetto artistico di labirinto postindustriale: uno spazio global, cresciuto in mezzo a un deserto, come un’oasi. O un miraggio. Quattro piani di musica, fotografia, cinema, teatro, danza, manifestazioni, progetti comunitari, performance, design e arte sono diventati un affollatissimo luogo d’incontro per i cubani, ma non solo. Questa gigantesca vetrina dall’atmosfera creativa e internazionale ospita una perfetta compenetrazione di progetti interdisciplinari che si susseguono nelle cosiddette navi, ovvero gli spazi espositivi, raggiunti dopo attraversamenti di passerelle e scale a chiocciola, che convivono con l’atmosfera creativa e internazionale di questa costruzione recuperata dal degrado. Siamo a L’Avana, ma potremmo essere a Miami, Berlino, Madrid. È l’altra faccia della capitale.

Veduta della mostra Ecco, personale dell’artista Jhonatan Moreno, Centro d’Arte Contemporanea Wifredo Lam (agosto – settembre 2024)

Per quanto riguarda il crescente panorama delle gallerie, abbiamo Arte CONTINUA Habana, l’ultima sede di Galleria Continua aperta nel 2015 in città, oltre che la prima galleria d’arte straniera su territorio cubano. Questa è stata un’azione che ha portato con sé grandi significati, lontani da spinte puramente commerciali. Galleria Continua ha costruito una forte identità sull’isola attraverso i suoi legami e le sue esperienze, prosperando lontano dai centri urbani convenzionali, in luoghi completamente inaspettati e senza tempo. Fare arte a Cuba, infatti, serve molto di più che fare arte all’interno di un centro della contemporaneità come New York. Qui la cultura non si custodisce in spazi elitari o torri d’avorio: è necessario “sporcarsi le mani” e relazionarsi con la strada, i quartieri, le comunità e la vita di tutti i giorni. In questo senso Arte Continua si pone un laboratorio culturale aperto dalle diverse anime, sia commerciali, che sociali e culturali. L’investimento di questo progetto su Cuba non punta su un mercato emergente, bensì su un ecosistema che necessita di essere tutelato e nutrito. Su questo fronte, altre iniziative stimolanti possono essere ritrovate in spazi come Maxima Estudio – Galería, Galería Servando, Galería Acacia, e nella storica Galería Habana che dal 1962 mantiene l’obiettivo di promuovere le arti visive – non solo pittura e scultura ma anche le più difficili immagini in movimento – degli artisti cubani contemporanei. Oltre allo spazio e alle funzioni proprie della galleria, fa capolino il progetto Subasta Habana, l’unica asta esistente a Cuba. Il quartiere di San Isidro, poi, cuore dell’Habana Vieja, ospita un interessante progetto: la Galería Taller Gorría. Questo spazio, il primo di gestione privata nella zona, mira a creare un impatto sociale attraverso l’arte contemporanea, cercando di sanare gli spazi demoliti o mal costruiti e trasformando il quartiere in un distretto artistico con murales, spazi espositivi all’aperto e studi d’artista. Chi non si limita a essere solo una galleria è, invece, lo spazio autonomo Estudio Figueroa – Vives. Dal 1995 è passato da essere un progetto familiare a uno spazio culturale, concentrandosi sull’arte cubana contemporanea e promuovendo diversi progetti di ricerca e pubblicazioni, indagando fenomeni sociali e il modo in cui l’arte può rifletterli, creando reti tra artisti, promotori culturali e gestori sociali.

Concludiamo con uno dei capitoli più vivaci della città: la street art. Un piccolo, grande esempio di questo mondo si ritrova nel rione popolare di Cayo Hueso. Il Callejón de Hamel è un feticcio dell’immaginario avanero, in cui sopravvive un’Avana autentica, culla della cultura afrocubana divisa in etnie yoruba, conga e carabalí, e dove resiste l’anima di una religiosità antica. La via ospita i murales dell’artista Salvador González Escalona, che, in modo surrealista e astratto, riassumono sapientemente le origini africane della cultura cubana. Qui religione, santeria, scultura, musica, pittura e poesia si incanalano in una sorta di pittoresco luna park, uno spazio onirico detenente un grande simbolismo magico. Ogni domenica a mezzogiorno si inscenano, inoltre, danze che ricreano i ritmi ipnotici della rumba e che evocano lo spirito degli Orishas, le divinità della santeria. Il Callejón de Hamel è simbolo di una re-esistenza culturale che tiene in vita le peculiarità culturali più tipiche della cultura africana. Ed è attraverso realtà come queste che, giorno dopo giorno, si riformula l’immagine di un’Avana dove la dimensione umana e quella artistica si fondono tra disincanto e orgoglio, sopravvivenza e voglia di nuovo, mettendo in atto un processo di cambiamento volto a diffondere sempre di più la ricchezza culturale di questo Paese.

Scorcio del Callejón de Hamel

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui