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Forse è vero quello che ha detto Maurizio Cattelan in un’intervista: gli artisti non possono prendersi una vacanza da loro stessi. Se è vero che l’arte è un modo di guardare il mondo, allora non ci sono domeniche di pausa o giorni di ferie che l’artista possa concedersi davvero. Sta di fatto che anche gli artisti più famosi vanno in vacanza d’estate. Si concedono delle evasioni che, perché no, si rivelano essere fonte di nuova ispirazione per la loro arte.
È stato senz’altro così per Georgia O’Keeffe, a cui un’azienda che vendeva ananas offrì una vacanza spesata alle Hawaii, in cambio di dipinti da utilizzare per delle campagne promozionali. Per questa ragione O’Keeffe raggiunse Honolulu e ci restò per nove settimane. La pittrice era particolarmente ispirata dalla cultura con cui entrò in contatto, scoprì un nuovo modo di guardare la natura, e dipinse moltissimi quadri in quei giorni. Sfortunatamente per l’azienda che le aveva pagato il viaggio, nessuno di questi raffigurava un ananas.
Anche Picasso trovava particolarmente ispirante andare in vacanza: era solito recarsi in Costa Azzurra in compagnia dell’amante di turno, fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, poi anche al termine del conflitto. Realizzò circa 70 lavori, tra tele, ceramiche e disegni e li regalò tutti al Castello Grimandi di Cagnes-Sur-Mer, dove si ritirava a dipingere dopo le giornate di mare. Il castello è ora diventato un museo d’arte moderna, che include questa preziosa collezione.
Come Picasso, Salvador Dalì era solito tornare nello stesso posto durante le vacanze estive. Sin dall’infanzia faceva tappa fissa a Cadaqués, un villaggio di pescatori in Costa Brava. Lo definì «il più bel posto del mondo» e lì incontrò per la prima volta Gala, colei che sarebbe diventata sua musa e compagna per il resto della vita. Con lei acquistò una baracca che a poco a poco divenne la straordinaria casa-museo che è visitabile ancora oggi, regno indiscusso della stravaganza del suo proprietario.
Anche Edward Hopper e sua moglie Josephine avevano una casa vacanze, benché di profilo ben più modesto di quella di Dalì. I due erano soliti alloggiare nella tranquilla città di Truro, con lo studio dell’artista affacciato sulla baia di Cape Cod. In quarant’anni di soggiorni, Hopper realizzò qui centinaia dei suoi dipinti: le sue opere riflettono pienamente l’atmosfera placida e immota della cittadina.
Un altro abitudinario era Gustav Klimt. Per 15 anni si recò abitualmente nella campagna austriaca, sulle rive del lago Attersee, per sfuggire dalla calura estiva e dal caos di Vienna. Come riportano le foto dell’epoca, indossava comunque il grembiule blu del pittore, e anche durante le passeggiate nei boschi portava con sé il suo album da disegno. Quasi tutti i paesaggi che Klimt dipinse sono stati realizzati qui: una produzione artistica meno nota di Klimt, eppure molto affascinante. Oggi, sulla spiaggia di Unterach, un busto in bronzo rende omaggio al pittore, ritraendolo assorto a contemplare il paesaggio. Dal 2012, Attersee ospita anche il Centro di documentazione Gustav Klimt, punto di riferimento importante per il turismo locale.