Ricreare le atmosfere e le sensazioni che scaturiscono dalle pagine dei libri di Irvine Welsh senza ricorrere alla parola: è questa l’idea curatoriale di Alessandro Riva per il party organizzato a Milano dalla casa editrice Guanda per lanciare l’ultimo romanzo tradotto in italiano dell’autore scozzese. E Irvine Welsh è stato definito uno scrittore “cinematografico”, non solo per la trasposizione in film di uno dei suoi romanzi, Trainspotting, che lo ha fatto conoscere al grande pubblico, ma soprattutto per uno stile inconfondibile di narrazione per monologhi in soggettiva, variazione psichedelica dello stream of consciousness, scrittura adeguata all’universo della comunicazione dopo l’avvento del cinema e forse più profondamente della televisione. E scrittura sonora, capace di rendere la musicalità del parlato e della lingua scozzese, il ritmo negato dallo standard-english. Naturale che accetti l’idea di presentare il suo nuovo libro non in una conferenza o in una lecture, ma in un party audiovisivo in cui dopo un breve saluto al dancefloor si mette a fare il dj. Incipit della sua selecta ovviamente Born slippy degli Underworld (per poi proseguire nel commerciale più trito).
Colla, il titolo del romanzo, diventa con le sue suggestioni materiche la metafora portante, il tema collante dell’ambientazione audiovisiva del party: esplorazione della fisica viscosa di un materiale capace di tenere insieme i dispa(/e)rati, e perdita progressiva della lucidità a causa delle inalazioni. L’ambientazione visiva è così costituita da un collage di immagini di artisti che pur non ispirandosi direttamente ai romanzi di Welsh ne condividono le atmosfere, i temi di un immaginario che ha segnato un’intera cultura: psichedelismo, abuso di stupefacenti, sesso, antagonismo, violenza, ironia dissacrante e noir. Le videoinstallazioni costituiscono nello spazio un diorama post-cinematografico sonorizzato dai dj, panorama delle icone di una generazione, rave landscape.
Ma emergono anche influenze più precise di Irvine Welsh sull’arte visiva: Ryan Mendoza, che al party espone un lavoro in PVC di 4 metri per 3 ispirato alle immagini pornografiche e sado-maso che si trovano in internet, presenterà alla White Cube di Londra una mostra di nuovi dipinti, accompagnati in catalogo da un testo di Welsh. E Matteo Basilé ha creato apposta per il party il video Glue: una donna si avvicina alle labbra un barattolo di colla che poi si versa in testa lasciando colare lentamente e aderire alla pelle la sostanza bianca, finché il tempo inverte la sua direzione e la colla ripercorre il volto in senso opposto e risale nel barattolo. Il video montato in loop sembra essere l’esplorazione di una dimensione inedita del tempo, collosa e reversibile, una specie di eterno ritorno dell’identico, che più che un’affermazione di potenza è il frutto di un cervello spappolato da inalazioni chimiche.
Pratica particolarmente consona all’universo welshiano, la vj performance è stato curata in collaborazione con Diesel Netmage. Dopo la brillante prestazione all’International Vjing Contest di Bologna, gli Ogino Knaus hanno riproposto il loro live set EUR, ovvero ExtremeUrbanRatio. Con uno stile inconfondibile e unico nel panorama del vjing, il set del gruppo fiorentino è una raffica di immagini immobili, dettagli isolati e decontestualizzati, irrilevanti e degradati, di paesaggio urbano: balconi di palazzi, marciapiedi, segnaletica stradale, citofoni, tombini, vetrine di negozi, scritte sui muri. E’ un trip ipnotico nella città di Firenze, nel divenire urbano, attraverso relitti e detriti di un senso andato in frantumi. Per l’estremo realismo, direi realismo acido, delle immagini unito al montaggio psichedelico, la videomappa urbana senza orientamento di Eur non è lontana dalle atmosfere letterarie della Edimburgo di Welsh.
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Argomenti che stupiscono ma scritti molto bene da Lavinia.
AHAHAHAHAHAH!!!!! "monologhi in soggettiva"!!! stupendo!!!!
Lavinia, lĂ sciati solo dire che sei un mito!!!!!!
Colla è un romanzo strepitoso. L'ho letto due volte! Non c'è nessuno che sa scrivere come Welsh, un vero mito contemporaneo. Lo conosco dal lontano Ecstasy, e da subito si intuiva che aveva delle cose da dire e con le parole più belle ed incisive...colla è un passo oltre.
ahn...complimenti per l'articolo (nn finarai mai di stupirmi Lav!)