Si intensifica l’impegno di Exibart nei confronti delle arti elettroniche. Dopo ExiWebArt e Random, rubrica e notiziario di net.art ideati da Valentina Tanni, nasce una nuova sezione monotematica dedicata alla videoarte e al mondo delle immagini in movimento. Lo scopo è quello di fornire un’informazione più aggiornata e di costituire un luogo di approfondimento e di elaborazione di un linguaggio critico. La rubrica costituisce un unicum nel panorama d’informazione sull’arte in rete. La videoarte ha un’intrinseca tendenza a sfuggire dal circuito di mostre e musei per trovare forme diverse di presentazione. Si organizza in festival, alcuni di lunga tradizione, oppure in eventi spesso anche estemporanei.
Viaggia sulle onde televisive, via satellite, nelle fibre ottiche. E’movimento, ritmo, musica, danza. Si mescola con altri generi artistici, abbatte i confini delle nazioni. E’ hometheatre sotto forma di vhs o dvd. Viaggia nella rete. E’ in continuo fermento. Nella sua ansia di sfuggire dai limiti imposti dei monitor, si installa, diventa interattiva e sinestetica. Diventa realtà virtuale. Le immagini di sintesi hanno aperto nuove frontiere e infinite potenzialità, per cui il video d’animazione sta vivendo un’autentica rivoluzione. La nuova tecnologia, leggera, nel duplice senso di a basso costo e di malleabilità, apre confini inauditi e dà una nuova vita alle immagini.
Il vjing, lo scratch delle immagini in performance live accanto ai dj set, è ormai un fenomeno diffuso anche in Italia. La riduzione a un unico codice digitale dà nuove potenzialità alle contaminazioni intermediali, in particolare quella tra suono e immagine.
Sembra quindi profilarsi l’esigenza da una parte di seguire questo fermento di cambiamenti come un’espansione della videoarte e delle sue istanze sorgenti. E d’altra di approfondire e intensificare l’attenzione sullo specifico del linguaggio video, del linguaggio delle immagini in movimento.
Videoarte, la rubrica di Exibart di informazione e approfondimento sull’arte video e sul mondo delle immagini in movimento: video d’arte, videodanza, animazione, videoclip, vjing art, sound art, televisione sperimentale, advertising creativo.
A cura di Lavinia Garulli
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LA NUOVA RUBRICA VIDEOARTE
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a me invece questo dibattito/discussione piace molto. Ma scusi cara signorina senzasesso ma se non le piace fare chiacchiere perché inserisce i commenti? vada a ciacolar in qualche altro sito noooooo? good domenica!
la presentazione di questa rubrica è banale, ho anche letto qualche articolo e non mi sembra che apporti alla discussione sull'argomento niente di nuovo...e la supponenza dell'editor è tanto fastiosa quanto fuori luogo. ...per non parlare poi di questa assurda polemica.......mi domando se lo scopo di questo sito quello di fare informazione o chiacchere inutili.........
Grazie a Lorenzo Ronzinelli: i complimenti fanno sempre piacere.
Le mie competenze riguardo la Videoarte, però, equivalgono a circa un venticinquesimo rispetto a quelle di Lavinia Garulli; quindi l'Editor non può che essere Lavinia: io sono davvero molto felice per lei, e so che questa rubrica crescerà e darà un bellissimo contributo allo studio della Videoarte.
Certo che scherzo, era un modo per farmi dare i veri links sulla videoarte (io non conosco e visto che mi han messo la pulce nell'orecchio, volevo un po' fare un confronto).
La proposta qui sotto non è male, anche se Costantino sarà imbarazzato, e Lavinia un po' risentita: perchè non insieme?
Insomma è un articolo di presentazione, ci siamo scatenati perchè qualcuno ha cominciato a criticare senza aspettare almeno due o tre articoli in più.
Se non fosse un ritornello di cui s'è appropriato il torbido cavalier Mipermetta, direi:
Lasciateli lavorare!
Un appunto dal CONAT : Arte Arte Videoarte Arte!
Commento alla frase dell' articolo "nella sua ansia di sfuggire dai limiti imposti dai monitor". Credo che sara' in ansia sempre, perche' la video arte ha bisogno del video.Per definizione.A parte questa frase infelice,approvo.
Cara Annamaria S., ma a noi poveri marziani lo vuoi dare un indirizzo (a parte quelli che si sentono ripetere spesso sul vostro pianeta verso non meglio specificate zone della fantasia o del corpo umano) per dirigere la nostra curiosità in materia fuori da banalità e supponenze o fai anche tu chiacchiere inutili? Per esempio, visto che non tutti sono profondi conoscitori della videoarte, che ne pensi tu del Festival di Locarno o del sito Videoparty? C'entrano qualcosa con la videoarte? Come avresti presentato l'argomento?
Cavoli sembra che chi ha curiosità, stia qui a fare polemiche: io vorrei solo sapere qualcosa e visto che tu dai simili giudizi ho pensato che tu potessi fornire aiuto. Poi basta vi saluto, perchè devo partire.
Caro Eta Beta, giustamente, ti chiedi che cos'è...
è semplice...
Siamo noi, i nostri sentimenti, le nostre emozioni, "those we love", i momenti in cui siamo felici o quelli in cui, al contrario, siamo tristi... i nostri sogni, le angosce e le speranze, i momenti esaltanti e le umiliazioni, i luoghi che hanno smesso di appartenerci e il ricordo di chi non è più tra noi... l'immagine di chi ci accompagna e a volte ci fa arrabbiare... il frastuono e il silenzio, la bellezza del mondo e l'implacabilità del progresso... i nostri fratelli e le nostre sorelle che ci guardano nel giardino di Hyoshiwara, gli occhiali scurissimi di Anna dei Miracoli, i miei compagni della malavita su cui scrivo il tuo nome, libertà...
Il tutto, però, e qui sta il bello (e la differenza con la realtà), accarezzato da un fascio di luce, a volte intensa, in altri istanti tenue. Luce che comunque "impressiona"... luce splendida e indimenticabile, luce che fa riflettere ed emoziona, luce che è lo specchio del nostro tempo, luce imperfetta come la natura umana, che viene verso di noi in gradazioni di varia intensità, e il nostro occhio si compiace di questi strani cromatismi, oppure sorride e sogna se l'abbozzo di narrazione tocca il nostro animo... musica, poesia, pittura, "paura e desiderio"... Luce che nel Cinema dà forma alle cose e nella Videoarte le occulta e le trasforma in arredi di una dimensione parallela che il nostro occhio ancora deve imparare a guardare.
"Scritto con la luce"... caro Eta Beta, amico, so che tu mi puoi capire: il mistero è tutto qui, in questa breve frase; e tutto questo puoi amarlo, amarlo fino a piangere, amarlo fino a maledirti, fino ad accettare di essere solo, pur di restare fedele a te stesso.
Costantino, grazie infinite.
Un mio caro amico diceva che a volte è l'ombra, l'oscurità che narra la materia, ne segna la luce, costruisce i volumi, fa nascere la visione delle cose. Non si potrebbe leggere anche così? Partire dall'ombra?
Adoro il velluto, i fruscii, i baratri che nascondono o svelano certi sguardi, l'umido degli occhi, (in una bella lettura critica dei sonetti siciliani fatta da Edoardo Sanguitneti, "oglio" è occhio, e rende perfettamente quella morbida materia, o quel tutto non ancora materiale, che assorbe e restituisce la visione, le dà una vita a volta a volta differente, ma sempre vera, fluente. Panta rei.
Non c'entra nulla o forse sì.
Chi mi consigli?
Ancora grazie.
Mi scuso con i lettori ma non son riuscito a trattenermi. A chi do fastidio guardi il muro per un po', le ragnatele che penzolano negli angoli o la polvere che si sposta negli ambienti, insomma non mi legga, prometto che poi cercherò di essere più silenzioso.
Caro Eta Beta,
sento che pensi di restare silenzioso, non lo fare , i tuoi commenti sono molto interessanti, non certamente i commenti dove si parlava di me in modo poco elegante che tu avrai certamente letto, non capisco quale sia la vera ragione, resterà un mistero.
Sono una persona dignitosa e sincera questo tengo a dirtelo , forse un po' per un piccolo sfogo. Con i veri amici si parla sempre volentieri.
Cari saluti.
Maria Pezzica
hai appena sollevato un problema spinosissimo: infatti è molto difficile consigliarti qualcosa, per il motivo che le opere di Videoarte non sono presenti nei circuiti tradizionali; io penso che potrebbero conoscere diffusione nei Cineclub... per quel che ne so ci sono due luoghi in Italia nei quali sono conservate opere Video: l'archivio dell'Università di Pisa e Invideo (se qualcuno ne conosce altri lo faccia presente, magari senza mangiarmi vivo). Per comprendere quanto sia difficile classificare ciò che è (e ciò che non è) Videoarte, è sufficiente dare un'occhiata all'Archivio di Invideo. Ci troverai, ad esempio, alcuni lavori di Bill Viola, altri di Gianni Canova e uno di Carlo Isola: nell'ordine, un affermato artista visivo, un grande studioso delle possibilità del digitale (è direttore di "Duel", oltreché professore allo IULM) e un signore fiorentino - Carlo Isola - che è lo zio del mio amico Michele (davvero, non scherzo...); tre realtà molto diverse. Bisogna quindi stare attenti a non confondere la Videoarte con la sterminata ed eterogenea produzione di tantissime persone che hanno realizzato dei Video per semplice passione nei confrionti di un mezzo accattivante e oggi economicamente abbordabile. In conseguenza di ciò, quindi, troviamo in uno stesso archivio Bill Viola e lo zio di Michele. Ho visto, tempo fa, "Juste le temps", di R. Cahen, ma credo sia quasi impossibile rivederlo.
A risentirci!!
p.s.: chiedo scusa per il tono un po' ironico, ma io credo che ogni tanto non guasti un po' di ironia nella vita...