Nell’ambito di una rassegna Invideo ogni anno più frequentata, la serata monografica dedicata ai videoclip musicali raggiunge l’affluenza massima, tanto da aver costretto anche quest’anno gli organizzatori a indire una replica fuori programma. Dopo le iperboli visive di Chris Cunningham nel 2001 e l’occhio ‘fotografico’ di Anton Corbijn della scorsa edizione, quest’anno è toccato ai clip di Michel Gondry (Versailles, Francia, 1964). In un momento in cui il genere relativamente giovane della videoarte produce spesso nello spettatore una sensazione di déja vu, Gondry emerge, pur producendo opere a scopo commerciale, come vero videoartista. Nei suoi video costruisce dei mondi immaginifici completamente autonomi: le sue città, i suoi boschi, i suoi appartamenti non sono quelli che noi conosciamo. In questi mondi le regole sono completamente bandite: le leggi geometriche, la legge di gravità, le proporzioni sono ignorate e stravolte. Questi clip sono un gioco ad incastri, scatole cinesi, con continui
Gondry fa esplicitamente riferimento alla storia della videoarte, utilizzandone, in maniera non citazionistica ma creativa, alcuni procedimenti tipici, come il feedback
Mentre è uscito un dvd contenente la sua videografia, Gondry sta lavorando al suo secondo lungometraggio dopo Human Nature: Eternal sunshine of the spotless mind, in uscita negli USA il 19 marzo 2004, che vede nel cast i nomi di Jim Carrey e Kate Winslet. L’auspicio è che dopo aver portato la videoarte nel videoclip musicale il regista riesca ad instillare la propria vena autenticamente artistica nel cinema mainstream.
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stefano castelli
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oggi me addiamo 14 però!