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18
settembre 2008
visualia_spot&go Automobili, velocità e futuri possibili
visualia
Arte e comunicazione si incrociano al bivio dello spot. La forma breve, erede del carosello televisivo, incarna la più attuale forma di crogiolo creativo. Immagini in movimento, musica, effetti speciali. E pochi secondi per sintetizzare idee e poetiche vecchie di cent’anni...
L’automobile fu per i futuristi la metafora della vita moderna. Lanciata a gran velocità sulla strada del futuro, divenne il simbolo del progresso che avanza, sbriciolando il passato alle sue spalle. “Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo… Un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di samostracia” (Filippo Tommaso Marinetti, Manifesto del Futurismo).
E l’automobile – acquisita nel frattempo la declinazione al femminile – è ancora al centro della vita contemporanea, non solo come privilegiato, seppur altamente inquinante, mezzo di locomozione, ma anche come status symbol e come protagonista di spot pubblicitari d’avanguardia. Non è un caso che la maggior parte degli spot che dimostrano un particolare grado di innovazione creativa e, di conseguenza, uno stretto rapporto con l’arte contemporanea, reclamizzino come prodotto un’automobile.
![Renault New Clio - 2005 - still da video](https://www.exibart.com/foto/61768.jpg)
Nello spot di New Clio, un neonato si aggira per una grande città (Barcellona, per l’esattezza) e durante la passeggiata cresce velocemente non senza strizzare l’occhio a una scultura di Alexander Calder. Il futuro nello spot viene raggiunto in pochi secondi, il ritmo è accelerato e contratto. Diventando adolescente e poi adulto, il protagonista si muove per la metropoli-giungla come un jumper, un funambolo della cosiddetta parkour, fino a raggiungere un sottopassaggio nel quale avviene la sua trasformazione nell’auto reclamizzata. Nel processo di metamorfosi è possibile scorgere nel corpo umano protuberanze e allungamenti, generati come in una galleria del vento, del tutto analoghi a quelli presenti su Forme uniche nella continuità dello spazio di Umberto Boccioni. Lo sviluppo delle teorie avanguardiste, normalizzato attraverso tecnologie più consone alla loro rappresentazione, diventa prodotto di massa e assume perfino una matura commerciale.
![Volkswagen Tiguan - 2007 - still da video](https://www.exibart.com/foto/61767.jpg)
L’enfasi progressista si spalmava, allora come oggi, sui cambiamenti di una metropoli palpitante, sempre più popolosa, sempre meno spaziosa e dove l’architettura si sposa, non senza difficoltà, alla più intricata urbanistica. Nello spot di Volkswagen Tiguan, il suv percorre alcune strade di una città in continuo mutamento: dai ciottoli di una piazza che si aprono come tessere di un mosaico facendo spazio a un giardino, a una serie di palazzi che si srotolano e si ricompongono secondo lo schema dettato dai propri moduli costruttivi. Gli edifici in questa panoramica scalpitano, dimostrando una tensione e un battito organico. Sembrano figli legittimi di quell’architettura megastrutturale degli anni ’60, che aveva portato alla ribalta gruppi di ricerca come Archigram, Archizoom o Superstudio. L’effetto che ne risulta si appella all’aggregazione composita e al dinamismo meccanico dei progetti costruttivisti di Tatlin. La continuità strutturale e la sinuosità progettuale degli edifici con il paesaggio urbano circostante viene registrata nello stesso modo nei progetti dell’Atelier Van Lieshout, che coniugando forma biomorfa e contenuto ergonomico rappresentano la degna attuazione dello slogan The city never rests.
![Atelier Van Lieshout - Tampa Skull - 1998 - Les Abattoirs, Tolosa](https://www.exibart.com/foto/61770.jpg)
L’elogio della macchina come metafora del progresso, la celebrazione della città come organismo vivente non sono universalmente condivisi come la visione unica del futuro. Fantascienza e cyberpunk hanno puntato il dito contro tali trasposizioni positiviste, proponendo a contraltare mondi in cui l’evoluzione della macchina e il suo fondersi con l’umano danno alla luce mostri e creature deviate. Per fortuna, lo spot di Citroën C4 del 2004 mostra – in anticipo di qualche anno sulla trasposizione cinematografica di Transformers – un’auto impazzita che, ricompostasi in un robot antropomorfo, balla un ritmo acido e sincopato. Scongiurando, una volta tanto, il terribile incubo della rivolta delle macchine.
E l’automobile – acquisita nel frattempo la declinazione al femminile – è ancora al centro della vita contemporanea, non solo come privilegiato, seppur altamente inquinante, mezzo di locomozione, ma anche come status symbol e come protagonista di spot pubblicitari d’avanguardia. Non è un caso che la maggior parte degli spot che dimostrano un particolare grado di innovazione creativa e, di conseguenza, uno stretto rapporto con l’arte contemporanea, reclamizzino come prodotto un’automobile.
![Renault New Clio - 2005 - still da video](https://www.exibart.com/foto/61768.jpg)
Nello spot di New Clio, un neonato si aggira per una grande città (Barcellona, per l’esattezza) e durante la passeggiata cresce velocemente non senza strizzare l’occhio a una scultura di Alexander Calder. Il futuro nello spot viene raggiunto in pochi secondi, il ritmo è accelerato e contratto. Diventando adolescente e poi adulto, il protagonista si muove per la metropoli-giungla come un jumper, un funambolo della cosiddetta parkour, fino a raggiungere un sottopassaggio nel quale avviene la sua trasformazione nell’auto reclamizzata. Nel processo di metamorfosi è possibile scorgere nel corpo umano protuberanze e allungamenti, generati come in una galleria del vento, del tutto analoghi a quelli presenti su Forme uniche nella continuità dello spazio di Umberto Boccioni. Lo sviluppo delle teorie avanguardiste, normalizzato attraverso tecnologie più consone alla loro rappresentazione, diventa prodotto di massa e assume perfino una matura commerciale.
![Volkswagen Tiguan - 2007 - still da video](https://www.exibart.com/foto/61767.jpg)
L’enfasi progressista si spalmava, allora come oggi, sui cambiamenti di una metropoli palpitante, sempre più popolosa, sempre meno spaziosa e dove l’architettura si sposa, non senza difficoltà, alla più intricata urbanistica. Nello spot di Volkswagen Tiguan, il suv percorre alcune strade di una città in continuo mutamento: dai ciottoli di una piazza che si aprono come tessere di un mosaico facendo spazio a un giardino, a una serie di palazzi che si srotolano e si ricompongono secondo lo schema dettato dai propri moduli costruttivi. Gli edifici in questa panoramica scalpitano, dimostrando una tensione e un battito organico. Sembrano figli legittimi di quell’architettura megastrutturale degli anni ’60, che aveva portato alla ribalta gruppi di ricerca come Archigram, Archizoom o Superstudio. L’effetto che ne risulta si appella all’aggregazione composita e al dinamismo meccanico dei progetti costruttivisti di Tatlin. La continuità strutturale e la sinuosità progettuale degli edifici con il paesaggio urbano circostante viene registrata nello stesso modo nei progetti dell’Atelier Van Lieshout, che coniugando forma biomorfa e contenuto ergonomico rappresentano la degna attuazione dello slogan The city never rests.
![Atelier Van Lieshout - Tampa Skull - 1998 - Les Abattoirs, Tolosa](https://www.exibart.com/foto/61770.jpg)
L’elogio della macchina come metafora del progresso, la celebrazione della città come organismo vivente non sono universalmente condivisi come la visione unica del futuro. Fantascienza e cyberpunk hanno puntato il dito contro tali trasposizioni positiviste, proponendo a contraltare mondi in cui l’evoluzione della macchina e il suo fondersi con l’umano danno alla luce mostri e creature deviate. Per fortuna, lo spot di Citroën C4 del 2004 mostra – in anticipo di qualche anno sulla trasposizione cinematografica di Transformers – un’auto impazzita che, ricompostasi in un robot antropomorfo, balla un ritmo acido e sincopato. Scongiurando, una volta tanto, il terribile incubo della rivolta delle macchine.
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Il book trailer sbarca in Italia. E come se non bastasse è firmato da un artista
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Lo spot di Volkswagen Tiguan
Lo spot di Citroën C4
Gli spot citati
Renault New Clio – 2005; musica Baby You Ain’t Looking Right – Power Solo; regia Stylewar per la casa di produzione Les Télécréateurs; agenzia Publicis; pianificazione media Carat Italia sotto la supervisione di Barbara Pasquali di Renault Italia
Volkswagen Tiguan – 2007; musica Jingle Originale; agenzia DDB; direzione creativa Vicky Gitto; art director; Andrea Maggioni e Francesco Guerrera; copywriter Luca Gelmuzzi
Citroen C4 – 2004; musica Jacques Your Body (Make Me Sweat) – Les Rythmes Digitales dall’album Darkdancer (1999); regia Neill Blomkamp; agenzia EURO RSCG; art director Steve Nicholls; copywriter Matthew Anderson; casa di produzione Spy Films
Volkswagen Tiguan – 2007; musica Jingle Originale; agenzia DDB; direzione creativa Vicky Gitto; art director; Andrea Maggioni e Francesco Guerrera; copywriter Luca Gelmuzzi
Citroen C4 – 2004; musica Jacques Your Body (Make Me Sweat) – Les Rythmes Digitales dall’album Darkdancer (1999); regia Neill Blomkamp; agenzia EURO RSCG; art director Steve Nicholls; copywriter Matthew Anderson; casa di produzione Spy Films
[exibart]