La figura elegante e slanciata, le dita affusolate al mixer video, il look neogotico del videomaker, teorico e docente del Dams di Torino, contribuiscono non poco nel creare mood e style complessivi del vj set di Alessandro Amaducci. Se molti vj provengono dalla computer grafica, dal mondo del flyers e delle copertine dei cd, Amaducci è invece un prolifico autore di opere video complesse e poetiche (Illuminazioni da
Rimbaud del 1994, Spoon River del 1999-2000), spesso selezionate nei più importanti festival mondiali. E un fine teorico, che si confronta con la questione della fondazione ontologica di un’estetica della videoarte
nel suo ultimo testo Segnali video, GS editrice.
General Elektrik. Nell’organico di G.E. confluiscono significative esperienze della scena elettronica torinese (la techno dei Adishaboom! e la drum’n’bass della Fondazione Flipp Out) e una
fitta rete di scambi con dj europei. Il loro set parte dalla musica elettronica tedesca per arrivare a un suono techno non particolarmente estremo, che contiene il bpm vicino a quello del cuore che pompa energia. Il vj set di Amaducci è la creazione di una pulsazione di immagini, transiti ritmici da un flusso di immagini all’altro, in sincronia alla base sonora, al suono delle casse. La serata al Tunnel di Milano, uno dei primi music club in Italia ad aver presentato vj set, è stata organizzata nell’ambito di inVideo, rassegna di video d’arte e ricerca, che ha esplorato nell’edizione di quest’anno le contaminazioni di suono e immagine
con l’omaggio a Chris Cunningham e la tendenza delle immagini a sfuggire dai monitor con il seminario di Simonetta Cargioli sulle installazioni interattive.
Amaducci è al controllo del mixer video e gestisce live con luma-key e chroma-key l’intarsio dinamico delle immagini, prelevate da vhs delle sue opere video, e l’applicazione dei vari effetti di transizione geometrica:
tendine, finestre, suddivisioni dello schermo ecc…L’impressione è di una grande ricchezza e varietà di immagini, che non si ripetono mai o quasi, a differenza di quanto avviene in molti vj set caratterizzati dall’uso e abuso di loop, con cui è più facile creare una musicalità visiva e stimolare la dance. Tuttavia la lentezza della reazione oculare rispetto a quella uditiva è all’origine di una iperstimolazione visiva con effetto allucinatorio, e
forse paralizzante per la dancefloor.
Il vjing di Amaducci ritrova le caratteristiche essenziali e sorgenti della videoarte, nella sua differenza di natura dal cinema e nella sua parentela con la musica: l’immagine video è pura energia in flusso, senza supporto e senza identità originaria, metamorfosi in sé, invisibile e quindi musicale, pura variazione di frequenza, distruzione del fuori campo, antinarratività .
Ma non solo: il vjing è tutto questo al quadrato, elevato alla seconda potenza, perché manipola opere video già costituite con queste caratteristiche, per dare loro una nuova vita come movimento dei corpi danzanti nella dancefloor. Tuttavia l’impressione che rimane è quella di una creazione ancora un po’ troppo giustappositiva, lineare, e quindi cinematografica, del vj set di Amaducci: una giustapposizione visiva con rassegna di effetti nel transito delle immagini, e una giustapposizione tra
immagini e musica, impressione confermata anche dalla separazione delle due consolle audio e video.
Guarda il video:
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Si, non l'ho letto. Ma se lo dici tu ci credo: veramente pietoso! Biz ha sempre ragione. Io adoro Biz.
Lavinia, me lo passi il nome del tuo fornitore?
trovo molto irritante il tono presuntuoso e supponente di questa garulli.
comunque buon lavoro
Marco
Come al solito Biz dimostra di avere acume ed è anche obiettivo, infatti tempo fa ha lodato Lavinia Garulli e ora la stronca.
Bravo Biz! ti leggo sempre.
.... Vabbè che scrivi gratis, ma a volte sarebbe meglio pagare, affinchè poi, come in questo caso, si possano tagliare i viveri.
Ciao, Biz.
Mio Dio quant'è brutto quest'articolo !!!
Scritto male, malissimo: non si capisce nulla... eppure, non sono esattamente un imbecille.
Il messaggio di quel cretino che ha scritto col mio nome questo messaggio
"Dimenticavo....
.... Vabbè che scrivi gratis, ma a volte sarebbe meglio pagare, affinchè poi, come in questo caso, si possano tagliare i viveri"
E' ASSOLUTAMENTE FALSO.
Anche sforzandomi non riuscirei a scrivere un abominio del genere.
Ciao, Biz.
Gentili lettori,
da qualche tempo qualcuno sta utilizzando il nome di alcuni collaboratori e di alcuni utenti per inserire commenti faziosi in calce agli articoli. Lo staff di exibart smentisce la paternitĂ delle cattiverie gratuite scritte a proposito della notizia 3537.
Quanto sta accadendo ci costringe PER LA PRIMA VOLTA ad applicare un filtro omettendo di pubblicare alcuni commenti.
Ci scusiamo con tutti per la spiacevole faccenda.
La Redazione