Ma che cosâè il vjing? Il fenomeno è in voga ma la parola continua a suonare strana. Inquieta unâenigmatica âvâ iniziale. Parte da qui, da una sorta di rigoroso grado zero della ricerca, il progetto V_, una rassegna promossa da Box e Otolab, ospitata dal bulk di Milano, e dedicata alla pratica artistica del vjing, lâarte di giocare e âsuonareâ dal vivo le immagini elettroniche.
Lâidea è quella di riportare la pratica del video dal vivo allâinterno della videoarte e della sperimentazione artistica per sottrarla al contesto musicale commerciale, dove in genere è relegata a sfondo, mero accompagnamento, della musica da ballare. In questa direzione vanno i patrocini concessi allâiniziativa dalla Fondazione Novalia, lâente che ha raccolto lâereditĂ del VideoArt Festival di Locarno, il piĂš antico festival europeo di videoarte, e dalla sezione italiana di AIVAC, associazione nata nel 1982 sotto gli auspici del Consiglio dâEuropa e dellâUnesco per promuovere la sperimentazione
Eâ nellâintervallo tra audio e video che V_ ravvisa uno spazio estetico per una pratica politica, o meglio micropolitica, di resistenza creativa.
Aprono la serata inaugurale le due vj crew milanesi resident del progetto. A confronto, in una specie di contest giocoso, due modi diversissimi di intendere il vjing.
Il lavoro di Box si colloca in un contesto post-cinematografico e rivisita le problematiche della narrazione in chiave digitale. Nella vertigine di mix e collage di immagini che caratterizza lo stile del collettivo milanese nato dallâesperienza di Sun Wu Kung si ravvisa uno stato esploso della narrazione e dellâio narrante. Lâesplosione è atomica e contaminante. Lo stato frammentario e disgregato dellâio e del racconto è reso viscoso, tossico, indistricabile dal montaggio di Box. Come se negli intersizi infinitesimali dei pixel si producesse una proliferazione folle, senza via dâuscita, delle immagini. Su questi temi è costruito UnâimpuritĂ non calcolata, il racconto audiovisivo montato dal vivo di Box 018 che si ispira e rilegge in una chiave post-moderna il romanzo di R. L. Stevenson Doctor Jeckyll e Mister Hide.
La musica visiva di Otolab si basa invece sullâestetica minimale, quasi riduzionista, alla Pan Sonic, dellâoscilloscopio e della relazione algoritmica tra dati sonori e comportamenti delle immagini, rivelando la discendenza di un intero filone di ricerche visive dalla musica elettronica e dalla sound art.
La battle Box vs Otolab mima in qualche modo la natura ibrida dellâimmagine video in sĂŠ, da una parte figlia irrequieta della narrazione cinematografica e della profusione iconica televisiva, e dallâaltra impulso luminoso, frequenza visiva, ritmo, della stessa natura del segnale sonoro.
Apre ulteriori prospettive lâaccostamento del vjing alla pratica piĂš estrema del djing, il turntablism. Special guest della prima serata di V_ infatti sono Dj Zak & Dj Tayone from Alien Army. Ai vertici del turntablism italiano e internazionale, i due giovani alieni sono una sfida vivente alle teorie di Adorno che vedeva nel giradischi, nel grammofono una semplice âmacchina obbedienteâ, atta alla riproduzione fedele dellšesistente. La sintassi turntablistica applicata al video dal vivo è alla base di una delle ricerche piĂš avanzate nel vjing, quella di VinylVideo⢠di Gebhard SengmĂźller.
PROGRAMMA
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