Categorie: visualia

vjing | VinylVideo™ | ICA, Londra

di - 8 Gennaio 2003

VinylVideo™, il “giradischi a immagini”, è un progetto curioso e un po’ folle che nasce da un’idea di Gebhard Sengmüller, artista viennese, e di Günter Erhart, scienziato dell’informazione, con l’ausilio dell’ingegnere del suono Martin Diamant. Rappresenta sotto molti aspetti uno degli stati più avanzati del vjing sperimentale. Capace di scompigliare le categorie di analisi a cui siamo abituati, analogico/digitale, archeologico/futuribile, è ad un tempo un’analisi profonda della storia degli audiovisivi e un suo tentativo di riscrittura; un’apertura di nuove possibilità d’interazione tra suoni e immagini, tra le tecniche del turntablism e il vjing; e una riflessione sulla natura del loop come unità minima comune di senso di un universo audiovisivo retto da una logica di ripetizione/circolazione, come se si muovesse su un piatto di un giradischi.
L’idea del “video vinile” nasce dalla constatazione che lo sviluppo della tecnologia elettronica delle immagini in movimento non ha avuto uno sviluppo storico continuo. Se la tecnologia di trasmissione è stata possibile sin dagli anni venti, la registrazione non è stata possibile fino all’introduzione dei primi dispositivi di videoregistrazione nel 1958. VinylVideo™ ricostruisce unatecnologia che non è mai esistita, pensando a un giradischi capace di registrare immagini progenitore del videoregistratore, una sorta di tecnologia home movie dei tardi anni quaranta e primi cinquanta. La fanta-archeologia di VinylVideo™ traccia così un ponte ideale nei gap della storia della tecnologia di consumo.
Le immagini sono incise su un convenzionale disco di vinile, con una durata di circa 8-12 minuti per facciata. I video-dischi vengono “suonati” da un normale giradischi con una puntina di diamante. Il segnale viene poi elaborato dal VinylVideo Home Kit, che utilizza una tecnologia digitale per l’elaborazione video in realtime, e le trasforma in un segnale video che può essere mostrato su un normale televisore in bianco e nero.
La riproduzione del segnale video attraverso uno strumento meccanico, anziché elettromagnetico, dà alle immagini, a causa della scarsità di banda, una qualità particolare, low tech, affascinante. A differenza della TV che ha una banda di 3-5 Megahertz, l’LP a fatica può arrivare ad 1/200 di questa banda, ovvero a circa 25 Kilohertz. Per poter riprodurre delle immagini in questo modo occorre ridurre drasticamente la risoluzione ed eliminare il colore. Si ottengono così delle immagini in bianco e nero che sembrano essere le trasmissioni disturbate di uno straniante “futuro passato”, tremolanti collegamenti siderali da vecchi film di fantascienza, un sembiante analogico oggi ottenibile con ricercati effetti di post produzione video.
Le immagini dei video vinili possono essere manipolate con le tecniche del turntablism, scratchando il disco, modificando il pitch, muovendo la puntina, intervenendo sull’asse temporale o collegando il dispositivo con il codice ASCII. Il suono prodotto, simile a rumore di interferenza e glitch, è generato dai contrasti di luce e dai cambiamenti del montaggio video.
Molti videoartisti, da Annika Eriksson a Vuk Cosic e Alexej Shulgin, da JODI a Olia Lialina, hanno accettato di collaborare al progetto VinylVideo™ creando una collezione di video vinili.
L’installazione interattiva presentata all’Institute of Contemporary Arts di Londra ricrea, in un’atmosfera domestica e rilassata, un uso “televisivo” del marchingenio VinylVideo™. L’idea è anche alla base dello spot pubblicitario parodistico congeniato da Gebhard Sengmüller per VinylVideo, presentato come un rimedio per consumatori “stanchi della solita televisione”. Ma la riflessione che ne scaturisce è inquietante: che cosa sarebbe accaduto ai nostri cervelli se l’imposizione del broadcast televisivo fosse stata interrotta ben prima con l’avvento di una tecnologia per la videoregistrazione e videomanipolazione da parte del consumatore di immagini?

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lavinia garulli


VinylVideo™ di Gebhard Sengmüller in collaborazione con Martin Diamant, Günter Erhart and Best Before (Rike Frank e Stefan Gyoengoesi).
Installazione interattiva. Fino al 12 gennaio 2003
ICA, Institute of Contemporary Arts
The Mall, Londra SW1Y 5AH.
web site: http://www.ica.org.uk/index.cfm


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  • "unità minima comune di senso" è un insieme di parole molto bello.

  • Ho sempre pensato che gli artisti fossero artisti e basta, a prescindere dal mezzo che essi scelgono per esprimersi.

    Ma se ci tenete tanto alla vostra nicchia tenetevela pure.

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