06 maggio 2024

Esposta ad Arezzo la collezione di arte astratta e informale di Intesa Sanpaolo

di

La collezione di arte astratta e informale italiana di Intesa Sanpaolo in mostra al Museo dell’Antiquariato di Arezzo, in un percorso espositivo dal taglio storiografico, per riscoprire i protagonisti del rinnovamento del Dopoguerra

Lucio Fontana (Rosario di Santa Fé, Argentina 1899 - Comabbio 1968) Concetto spaziale, 1952 tecnica mista su carta forata, macchie argento e gialle su fondo blu-grigio, 35 x 50 cm Collezione Intesa Sanpaolo Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano © Fondazione Lucio Fontana, Milano

Visitabile fino al 9 giugno 2024, al Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, l’esposizione La libera maniera, rassegna a cura di Marco Bazzini che raccoglie le opere della collezione Intesa Sanpaolo di artisti che hanno lavorato in Italia nell’immediato Dopoguerra fino ai primi anni Sessanta del Novecento. L’esposizione rientra all’interno del progetto che prevede una prima tappa ad Arezzo e una seconda a Jesi e che celebra, attraverso una serie di importanti eventi nella città, il genio aretino Giorgio Vasari.

Afro (Afro Basaldella) (Udine 1912 – Zurigo, Svizzera 1976) Per Stagione nell’Ovest, 1957 tecnica mista su tela, 24 x 37,8 cm Collezione Intesa Sanpaolo Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano © AFRO, by SIAE 2024

L’esposizione raccoglie 34 opere, realizzate tra gli anni ‘40 del Novecento e l’inizio degli anni Sessanta. Difatti, quella dei Cinquanta, in Italia, è la decade della ricostruzione, da un punto di vista non solo urbanistico e architettonico ma anche indennitario e culturale: dopo il ventennio fascista, l’Italia si aprì a venti molto più internazionali e si mescola con essi per dar vita ad un nuovo modo di concepire e produrre l’arte.

Alberto Burri (Città di Castello 1915 – Nizza, Francia 1995) Rosso Nero, 1953 olio, smalti, tela, sabbie di pietra pomice su tela, 98,8 x 85,2 cm Collezione Intesa Sanpaolo Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano © Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Città di Castello

In linea con la nuova arte informale di Fautrier, Dubuffet, Tapies e Alberto Burri, le opere in mostra si collegano alla breve esperienza astratta che si sviluppa in Italia tra le due guerre attraverso le tele di Alberto Magnelli e Corrado Cagli, sino ad arrivare ai linguaggi poetici e alle sperimentazioni spaziali su tela di Fontana. A essi si aggiungono le opere segniche di Carla Accardi – artista cui è attualmente dedicata una retrospettiva a Roma a sottolinearne la centralità nelle avanguardie artistiche italiane – che, insieme ad Achille Perilli e Antonio Sanfilippo, le cui opere sono esposte in mostra, compose il gruppo Forma1, come sintesi del desiderio di proporre un’arte che desse importanza alla forma e al segno nel loro significato basico essenziale, più che alla rappresentazione meramente realistica.

Piero Dorazio (Roma 1927 – Perugia 2005) Plasticità dimensione simultanza, 1949 tecnica mista su tela, 73 x 60 cm Collezione Intesa Sanpaolo Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano © DORAZIO, by SIAE 2024

Nelle sale espositive di Casa Bruschi si incontra così anche Emilio Vedova, artista informale tra i più significativi, che affida alla gestualità, alla materia e al segno una sorta di verità pittorica che si allontana dalla figurazione tradizionale. In esposizione, poi, i lavori del Movimento Arte Concreta, movimento milanese che nacque nell’immediato Dopoguerra per dare voce al desiderio di proporre un’arte libera da riproduzioni del mondo esterno, rappresentato in questa occasione dalle tele di Gillo Dorfles, Bruno Munari, Atanasio Soldati, Gianni Monnet.

Gillo Dorfles (Trieste 1910 – Milano 2018) Intersezione II, 1956 olio su tela, 55 x 80 cm Collezione Intesa Sanpaolo Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo / foto Paolo Vandrasch, Milano

Il percorso propone infine lavori che indagano l’universo fisico attraverso le opere dedicate a macro e microcosmo di Enrico Baj e Guido Biasi, sino ai lavori di Birolli e Morlotti che descrivono la natura attraverso opere di intensa forza espressiva e pittorica, segnando quindi, anche in questo caso, una presa di posizione avanguardista nei confronti della pittura più tradizionale. Infine, la presenza di opere di artiste del calibro di Carol Rama, Renata Boero, Regina e Paola Levi Montalcini, sanciscono l’impegno e il rilievo che anche le donne ebbero all’interno di questo nuovo processo di concezione dell’arte postbellica, volto all’affermazione di una visione autonoma e svincolata dai tradizionalismi figurativi.

La Libera maniera, veduta della mostra, Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, 2024, ph. Alessandro Falsetti
La Libera maniera, veduta della mostra, Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, 2024, ph. Alessandro Falsetti
La Libera maniera, veduta della mostra, Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, 2024, ph. Alessandro Falsetti
La Libera maniera, veduta della mostra, Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, 2024, ph. Alessandro Falsetti
La Libera maniera, veduta della mostra, Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, 2024, ph. Alessandro Falsetti
La Libera maniera, veduta della mostra, Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, 2024, ph. Alessandro Falsetti
La Libera maniera, veduta della mostra, Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, 2024, ph. Alessandro Falsetti
La Libera maniera, veduta della mostra, Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi ad Arezzo, 2024, ph. Alessandro Falsetti

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui