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Napoli racconta Napoli. Lorand Hegyi
Personaggi
Dopo Eduardo Cicelyn Exibart incontra Lorand Hegyi. Curatore ungherese sempre in giro per il mondo, Hegyi è a Napoli per seguire l’apertura di Palazzo Roccella, la kunsthalle partenopea, attesa per settembre, di cui sarà direttore. Un altro appuntamento per comprendere la città più artisticamente vivace del paese…
Dopo Eduardo Cicelyn Exibart incontra Lorand Hegyi. Curatore ungherese sempre in giro per il mondo, Hegyi è a Napoli per seguire l’apertura di Palazzo Roccella, la kunsthalle partenopea, attesa per settembre, di cui sarà direttore. Un altro appuntamento per comprendere la città più artisticamente vivace del paese…
Nuovi musei annunciati da un giorno all’altro. Galleristi sul piede di guerra perché poco interpellati dall’amministrazione pubblica. Il direttore della Quadriennale di Roma che spara a zero contro l’installazione di Rebecca Horn. L’arte contemporanea che va ormai letteralmente di moda tra le classi affluenti della cittadinanza. Come vedi questa Napoli?
Penso che Napoli sia una città che ha tutte le possibilità e tutte le capacità per essere veramente un luogo interessante per l’arte contemporanea. Per una serie di motivi: ci sono delle galleria private forti e pionieristiche, a partire da Lucio Amelio naturalmente e poi Lia Rumma. Hanno cambiato la storia dell’arte contemporanea in questa città. Ci sono poi molti artisti nati a Napoli (ma anche di giovani che vivono in città, che vi trovano delle attrattive). Dei galleristi come Alfonso Artiaco creano delle interessanti connessioni tra la realtà locale e l’internazionalità. Anche la posizione geopolica è molto importante. L’arte contemporanea è una disciplina di relazione. Questa città sembra insomma predestinata ad un ruolo internazionale. La mia visione è un nuovo asse (alternativo a quello New York, Londra, Parigi, Berlino) sud atlantico: America Latina – Spagna – Sud Italia (ecco Roma e Napoli) – Balcani – Grecia e Istanbul. Credo che Napoli possa essere aperta verso questa periferia. Tutte le polemiche, le questioni e gli episodi si collocano in questa particolarissima situazione.
Sempre più spesso capiti a Napoli perché, da direttore, stai seguendo l’apertura del Centro d’Arte Contemporanea di Palazzo Roccella. Come vanno le cose?
Purtroppo a mio avviso i lavori stanno procedendo troppo lentamente. Ma siamo nell’ultimo stadio. Tecnicamente in quattro mesi dovremmo esserci. Sono felice perché tutte le mie proposte sono state accettate.
E l’inaugurazione? A quando?
Realisticamente l’inaugurazione dovrebbe esserci a settembre. Molto meglio di aprile, era la data che avevamo previsto, perché evitiamo di inserirci nel periodo delle grandissime inaugurazioni di giugno.
Cosa sarà Palazzo Roccella? Un centro d’arte? Un centro di documentazione con uno spazio per esposizioni? Un archivio? Avrà una collezione?
Vorrei lavorare parallelamente con una collezione d’arte contemporanea e con un centro d’arte dove naturalmente ci saranno poi archivio, documentazione e biblioteca. Che giocheranno un ruolo importantissimo. E’ evidente che non possiamo creare una grande collezione (ancor meno una collezione storica): bisognerà orientarsi sugli ultimi venti anni. Con la collezione (ma anche con le mostre) vorrei tematizzare il cambio di punto di vista sull’arte. Una coscienza più antropologica e meno formalista; più referenziale e meno astratta; più sensibile per la reale situazione dell’artista. Verso una nuova sensibilità antropologico-referenziale.
E da chi dipenderà?
Finanziariamente dal Comune. E’ un museo comunale, un museo civico. Ma anche la Regione sta partecipando alla realizzazione del museo.
Ti sarà capitato di incontrarti con i potentissimi amministratori regionali dell’arte contemporanea campana (Cycelin, Bonito Oliva). Hai un parere sulla loro attività?
Achille Bonito Oliva è un buon amico. La sua teoria è stata ed è un importante elemento per la mia personale visione dell’arte contemporanea. Credo che la metropolitana realizzata a Napoli sia davvero importantissima. Ha avvicinato l’arte contemporanea alla quotidianità. Stesso discorso vale per Piazza Plebiscito. Queste due personalità secondo me hanno ravvivato l’ambiente napoletano.
Palazzo Roccella avrà uno staff curatoriale? Già sai farci dei nomi?
Non posso fare ancora nomi. Ho trovato quattro persone. Tutte e quattro con formazione storica e tutti con una grande esperienza internazionale. Non sono dei giovanissimi. Sono tre italiani ed una tedesca che vive in italia. Ad esempio l’esperta di didattica ha lavorato al Moma mentre un’altra ha lavorato al Castello di Rivoli ed è molto esperta anche di marketing.
Puoi accennarci le primissime iniziative del nascente museo?
La prima mostra si chiamerà Dolce Tocco. Ho elaborato già una programmazione per due anni. Ogni anno sarà diviso in tre blocchi, in ogni blocco vi saranno quattro mostre contemporaneamente. Di queste quattro: una tematica; una discorsiva con tre artisti che dialogheranno tra loro su una strategia estetica e sui problemi dell’arte; la terza mostra di ogni blocco si chamerà ‘omaggio’ presenterò due personaggi internazionali storici che vivono ed hanno influenza sul contemporaneo. Non figure museologiche dunque. La quarta parte del blocco è una visione della collezione che sarà sempre in aumento. Non voglio fare solo mostre attraenti. Ho intenzione di proporre una struttura coerente con se stessa.
Una volta insediato come direttore continuerai anche a fare il curatore in giro per il mondo (proprio in questi giorni Hegyi sta curando una grande mostra interna alla Biennale di Valencia NdR) oppure ti occuperai solo di Palazzo Roccella?
Continuerò con il comitato scientifico a Lussemburgo (in una importante fondazione) e continuerò a lavorare con molte istituzioni come la Fondazione Mirò. Lavorerò anche in Francia, nel nuovo museo di Bordeaux. Mi piacerebbe invitare all’estero, nelle varie mostre che farò, gli artisti napoletani. Già ho iniziato con Valencia, Parigi, Bordeaux e Reijkiavick.
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massimiliano tonelli
[exibart]
Da tempo seguo la vostra rubrica e mi occupo di arte contemporanea. Ho trovato molto interessante questa intervista. Se fosse possibile vorrei avere un recapito del prossimo curatore della kunsthalle napoletana di palazzo Roccella, Lorand Hegyi, per potergli indirizzare alcune pubblicazioni. Resto in attesa. Grazie
Ho 27 anni,mi occupo di arte contemporanea,vorrei sapere se fosse possibile avere un indirizzo e-mail attraverso il quale poter comunicare con Lorand Hegyi,per comprendere piu’ a fondo la linea del suo progetto al quale poter contribuire attraverso l’indicazione di pubblicazioni relative ad artisti contemporanei,grazie.
Desidererei se fosse possibile mettermi in contatto poichè vorrei segnalare la fondazione dell’Associazione Arte da mangiare Onlus di Napoli
grazie
Caro Lorand Hegyi,
se tu non puoi fare nomi ……te li faccio io visto che sono stati fatti molto ma molto tempo fa e….la gente chiacchiera!
Ma possibile che dopo “aver tanto girato” proprio Piero Golia dovevi chiamare ?
Ma che cacchio hai visto in giro per il mondo !!! Per quanto possano valere ti do 2 consigli: 1) vedi che “la ruota sta girando” e si torna all’arte che presuppone delle “capacità tecniche dell’artista” 2) Palazzo Roccella non è assolutamente idoneo allo scopo.
I nomi degli altri “prescelti” sono stati pubblicati su “la Repubblica” non molto tempo fa quando ancora la tua candidatura era incerta e questo mi fa pensare che ….sei solo l’ennesimo succube della “premiata ditta ABO e compagnia”.
Statte bbuon!
Dear Lorand,
I am happy to see that you are continuing your exciting and challenging activities in contemporary art. If this message finds you, I would love to hear from you.
All the very best,
Clara