22 novembre 2000

Fino al 28.I.2000 Giovanni Segantini: luce e simbolo Biumo, Villa Panza

 
Luce e simbolo nell'arte di Giovanni Segantini sono il tema della mostra che si è aperta l'11 novembre alle scuderie di Villa Menafoglio Litta Panza a Biumo, di recente ristrutturate da Gae Aulenti...

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Dieci opere della maturità dell’artista trentino illustrano la sua adesione alle tecniche divisioniste e i suoi contatti con la cultura simbolista europea dell’ultimo ottocento.
Giovanni Segantini nasce a Arco, vicino a Trento, nel 1858 e si trasferisce presto a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera.
In quegli anni conosce il critico e teorico Vittore Grubicy che lo spinge a rifare l’opera “Ave Maria a Trasbordo” secondo la nuova tecnica divisionista, rielaborazione del pointillisme francese.
Gli artisti Divisionisti (accanto a Segantini si trovano Pellizza da Volpedo e Morbelli) concepiscono un nuovo tipo di chiaroscuro: accostano sulla tela piccole pennellate di colori primari puri, a filamenti o a puntini, creando un intenso effetto luminoso.

Questo nuovo modo di dipingere permette a Segantini di rendere l’atmosfera del mondo naturale e allo stesso tempo di esprimere le proprie emozioni. Le sue opere più grandi sono infatti quelle composte dopo il trasferimento in Engadina, quando attraverso la tecnica dei colori divisi restituisce sulla tela la luce vibrante dei paesaggi montani e manifesta il suo sentimento panico della natura.
L’opera di Segantini non è però solo specchio del dato reale, come dimostrano gli esemplari esposti a Biumo: in essi aleggia un’atmosfera visionaria e mitica, propria della corrente Simbolista europea.
L’arte eleva i temi quotidiani della maternità, della morte e della vita agreste a concetti universali: l’immagine della stalla diventa nelle “Due madri” il più eloquente simbolo dell’amore materno.
La mostra di Biumo riesce a illustrare compiutamente la componente simbolica di Segantini con opere come “Ave Maria a Trasbordo”e “L’angelo della vita”, senza trascurare però l’amore dell’artista per la natura, che si rivela in “Mezzogiorno sulle Alpi” e “Ritorno dal bosco”,.
L’esposizione continuerà a febbraio al Guggenheim di Venezia, arricchendosi anche di schizzi e disegni.


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Angiola Setti



“Giovanni Segantini: luce e simbolo,1884-1899”, Biumo Superiore (Va), Villa Menafoglio Litta Panza, 11 novembre- 28 gennaio 2000.
Informazioni sulla mostra al sito: www.villapanza.it




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10 Commenti

  1. Che bella questa intensa attività di Villa Litta. Onore ai Panza. Angiola mantiene fede al suo nome con un articolo di estrema chiarezza e dallo stile garbato (segnaliamo anche le cose buone di ‘sti Exgiornalisti, scusate).

  2. Gentili Sigolo e Setti, tutto questo entusiasmo nasce dalla mancata visione della rassegna di Biumo Inferiore? Ma prima di recensire e di commentare le mostre andate a vederle?

  3. Gentile Sandrini,
    questa è solo una prima recensione alla mostra di Biumo. A breve vedrà una seconda recensione a firma di Annamaria Sigalotti, nostra caporedaddrice a Milano.
    Saluti e continui a seguirci.

  4. Per Elisabetta: non ho visto la mostra, d’altro canto non sono uno e trino, ce ne sono oltre 300 aperte (come documenta la nostra “mostre in corso”). Infatti il mio commento non è entrato nello specifico della mostra, è stata sola una considerazione suscitata dalle notizie delle mostre di villa Litta, dal fatto che mi sono occupato dei Panza per la mostra della Guggenheim, dal fatto che ho visto le opere di Segantini a Trento non più tardi di un anno fa. A questo ho aggiunto un commento sullo stile di chi ha scritto, sembrandomi giusto sottolineare la chiarezza e la linearità dell’esposizione (quasi didattica, ottima per l’Archivio di Ex); mi appariva un esempio attuale di ciò che i lettori di Ex, nei recenti commenti, hanno chiesto ad alcuni recensori: chiarezza, semplicità, proprietà di linguaggio, competenza, sintesi, padronanza degli strumenti storici e critici. Senza strafare Angiola è stata diligente e abbastanza compiuta. Un appunto le si potrà muovere per aver omesso di dare un giudizio sull’organizzazione della mostra e sull’allestimento: ciò mi ha confortato nell’esprimere il giudizio; appunto non avendo visto la mostra, l’articolo mi offriva il fianco ad una critica senza, con questa, finire implicitamente per criticare un allestimento non veduto. Tuttavia non è vietato a nessuno dei lettori glossare gli articoli con contributi propri ad integrazione dell’articolo, anzi! Dato che hai visto la mostra, e forse ne hai ricavato alcune impressioni negative, esprimile accanto alla tua critica, se vuoi. Sarà uno spunto alla discussione. Per ora ti ringrazio ugualmente della critica, credo che Angiola ne terrà conto, in futuro, per approfondire le sue analisi.

  5. Per Elisabetta: ti ringrazio per le critiche che mi hai mosso: è importante conoscere il giudizio dei lettori e capire cosa si aspettano da noi.
    In effetti il mio articolo è breve: più che di recensione ha assunto il valore di pura informazione per chi volesse accostarsi all’arte di Segantini o per chi, già apprezzandolo, cercasse l’occasione di “incontrarlo” nuovamente.

  6. Quali errori? Giusto un paio di virgole, cara Pina; si vede che non leggi i quotidiani … lì sì ci sarebbe da gridare allo scandalo. Per non parlare dei servizi TV. Il peggio è che ci facciamo anche influenzare; ma chi l’ha detto che l’espressione “piuttosto che”, da oggi, sia sinonimo di “o, oppure”? Ma non voleva dire “invece, anzichè” et similia. “Piuttosto che mangiare questa schifezza salto il pranzo”

  7. ma certo che molti lettori assillano proprio. Non che sia sbagliato (l’esistenza di uno spazio per esprimersi lo tstimonia) ma se si deve sindacare anche su qualche virgola malposta…dove finiremo? Non si vorrà mica criticare anche il font usato???? Dove trovate articoli così ben congeniati, puliti, documentati e “freschi”??? Segnalatemi un’altro sito simile a questo…(leggete pure migliore) e sarò felice di bacchettare exibart ad ogni minima distrazione. “Piuttosto che sproloquiare, preferisco l’eloquenza…non vogliatemene”.

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