26 giugno 2001

Fino al 21.VII.2001 Inez van Lamsweerde & Vinoodh Matadin – Photographs Firenze, Stazione Leopolda

 
Una ricerca fotografica attraverso la bellezza, il desiderio e la metamorfosi; la fotografia di moda, la manipolazione digitale e i segreti insondabili del volto umano...

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È stata inaugurata il 21 giugno, presso la Stazione Leopolda, la mostra fotografica di Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin: questi è collaboratore dell’artista e suo compagno nella vita. L’evento è prodotto e promosso da Pitti Immagine Discovery per celebrare i primi cinquanta anni della moda italiana. L’algido allestimento è curato dal gruppo di graphic designer M/M di Parigi. Nell’opera di Inez van Lamsweerde, nata ad Amsterdam nel 1963, è fondamentale la riflessione sulla natura dell’immagine fotografica, condotta mediante l’espressione di tre atteggiamenti cui l’ultimo è apparentemente contrastante con i primi: la centralità del corpo, le sue relazioni con il mondo contemporaneo e la manipolazione digitale.Inez van Lamsweerde La Stazione Leopolda è divisa in ampi locali, in ognuno dei quali sono esposti singoli gruppi di opere. Nella serie The Forest, ad esempio, l’artista ritrae uomini in pose femminee e con mani di donna. Nel gruppo The Final Fantasy i soggetti sono bambine di tre anni le cui piccole bocche, però, sono state sostituite con il sorriso di un ragazzo di ventotto anni. I vari elementi sono amalgamati con grande cura, nella fase digitale del lavoro, in modo che l’immagine sia percepita in modo unitario. Mediante l’equilibrio raggiunto l’artista rivela l’anima dei soggetti ritratti, e tale rivelazione disturba il riguardante, poiché essa rende percepibile il contrasto tra la perfezione delle immagini codificate proposte dai media e l’angoscia e il determinismo che caratterizzano la contemporaneità. La fotografia d’arte offre a Inez van Lamsweerde la possibilità di esplorare i territori dell’animo umano, partendo dall’eleganza obbligatoriamente patinata della fotografia di moda, campo nel quale ella eccelle, basti considerare, ad esempio, le collaborazioni con Yamamoto e Balenciaga. Il cammino prosegue con la serie intitolata Me; si tratta di un gruppo di autoritratti realizzati, però, impiegando volti e corpi di altre persone: “Sono immagini di me stessa,” ricorda l’artista “ma anche di me stessa “proiettata” su altri individui a cui sono legata da stretti rapporti”. L’altruismo dell’autrice è ricompensato dalla restituzione della sua essenza su un piano, però, non facilmente identificabile: van Lamsweerde batte un sentiero che potrebbe condurre ad un’ulteriore verifica di se e ciò induce profonde riflessioni sulle possibilità ancora infinite della fotografia moderna. Il visitatore è quasi osservato dai modelli, i quali volti spesso occupano fotografie di ampie dimensioni: in alcuni casi l’artista si sofferma su visi dalla bellezza insolita e cura sempre di levigare i tratti, in modo da far percepire al riguardante una nuova categoria nella quale il travaglio interiore del modello è espresso mediante un atteggiamento delicato che, in conseguenza, fa splendere il volto e ne giustifica l’eterna immobilità davanti ai nostri occhi. Inez van Lamsweerde Nel superbo autoritratto “Me kissing Vinoodh (Lovingly)” l’artista riprende se stessa e il suo compagno nel momento più intenso dell’amore, un bacio appassionato, interminabile, denso di passione reciproca. Nell’altro autoritratto, “Me kissing Vinoodh (Passionately)”, il volto dell’amato è rimosso artificialmente: il vuoto che si crea di fronte a Inez conduce il volto dell’artista-modella ad essere percepito come se si fosse improvvisamente bloccato dopo una secca torsione del collo: l’obiettivo vorrebbe dunque indagare gli infiniti misteri che il volto stesso nasconde.





Link correlati
www.airdeparis.com

Costantino Maiani




dal 22-06-2001 al 21-07-2001
Stazione Leopolda, Firenze
Viale Fratelli Rosselli, 5
Telefono: Pitti Immagine s.r.l., via Faenza 111, 50123 Firenze (per informazioni) 055/3693407 – 02/86462919
e-mail: discovery@pittimmagine.com
Servizi: toilette SI, per disabili NO
Orario e giorni di chiusura: 10-13 / 17-22 chiuso il lunedì
Biglietto: ingresso gratuito
Catalogo: per adesso non è disponibile, ma lo sarà prossimamente





13 Commenti

  1. Bella la mostra fotografica di Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin. L’artista rivela la possibilità di esplorare l’animo umano nell’indagare gli infiniti misteri che il volto nasconde. Bello l’autoritratto dove il volto dell’amato è rimosso artificialmente. Articolo scritto molto bene, complimenti a Costantino Maiani

  2. Cari Perplessi,
    se vi riferite alla mostra non posso dirvi nulla perché non l’ho vista, anche se dal punto di vista del fotoritocco l’olandesina non scherza (qui non è riprodotta, ma su un venerdì di Repubblica di qualche settimana fa c’è l’immagine del bacio senza baciatore ed è veramente ben fatta). Se vi riferite all’articolo allora mi arrabbio, vi prendo le orecchie,le tiro bene bene, ci faccio un fiocchetto,vi lego tutti insieme e vi faccio fare un ritratto da Mapplethorpe redivivo oppure vi metto scarpettine Torquemada vi faccio stare in piedi tutti nudi per tre giorni sotto i riflettori ad ubbidire agli ordini del feldmaresciallo Beecroft. O ancora vi chiudo in biblioteca a leggere per filo e per segno le biografie dei santini sarti stilisti e delle santine top model e poi vi interrogo.
    Costantino è un bravissimo giovane e scrive benissimo, guai a chi lo tocca!

  3. La tecnica è fondamentale ai fini del contenuto, ma dal contenuto non può prescindere, e un contenuto banale non viene necessariamente salvato dalla tecnica.

  4. Ciao a tutti.
    Avevo pensato di sviluppare una riflessione sul rapporto che, all’interno di alcune fotografie, si instaura tra Artificio e Natura. In un gruppo di immagini, ad esempio (come nella n.2, quella realizzata per Yamamoto) possiamo osservare figure femminili abbastanza idealizzate che si trovano, però, al centro di uno scenario naturale – oppure tale scenario si trova alle loro spalle – e in questo senso sarebbe interessante fare un riferimento alla pittura fiamminga del XVII secolo (nella quale è molto percepibile tale contrasto, che si risolve spesso in un ambiguo amalgama).
    Oppure… sapete a cosa somigliano straordinariamente i ritratti della serie Me? A un dipinto di Christian Krohg del 1880-81 che si chiama “La bambina malata”: ma straordinariamente, vi assicuro….
    Per quanto riguarda alcuni volti si poteva senz’altro fare un riferimento a Rosenkrantz.
    Però… rischiavo accostamenti arbitrari, e forse banali… Bisogna anche dire che non è semplicissimo ricostruire a occhio il grado di esposizione utilizzato o il particolare uso della luce fatto dai due artisti poichè si tratta di immagini digitalizzate.. Sì, d’accordo, forse potevo chiedere qualcosa all’artista, che era lì presente.. insomma, la prossima volta cercherò di organizzarmi meglio. Per quanto riguarda i contenuti penso che la van Lamsweerde esprima ciò che io ho scritto: non credo che sia banale, sinceramente. Sarebbe interessante, magari, indagare le relazioni tra le foto di moda e quella del bacio riprodotta, che sembra cogliere una flagranza, ma l’artista non è interessata al realismo, lei stessa lo dice.
    I due amanti sono in piedi, l’inquadratura (pardon…) è frontale: uguali l’uno di fronte all’altra. Armonia, assoluto rispetto e considerazione reciproca; il momento più bello dell’amore non è il sesso ma un bacio tenerissimo, “importante” perché nessuna differenza separa i due amanti. Cioè… c’è differenza ovviamente, “differenza sessuale”, intendo… ma non c’è differenza nel considerarsi, nel rapportarsi l’uno verso l’altra. “Il noi si rivela il luogo più intimo e quotidiano della interazione umana e nella alterità sessuale esso esprime le sue qualità più elevate” (Luce Irigaray, qui piuttosto calzante, mi pare).

    E’ il contrario di Internet.

    per Eta Beta: TU sei bravissimo, è splendido il tuo ultimo scritto, e spero di sapere un giorno chi sei. A proposito di Donizetti: lo sapevi che “Una furtiva lagrima”, prima di essere nota come aria d’opera, era una pagina pianistica?

  5. Scrivo anche io sul mitico forum di Exibart! Grande Costa! Impeccabile come sempre!!!
    Mi schiero a fianco di Eta Beta in qualità di sostenitrice! Sono molto imparziale…. Costa è mio fratello, ehehe!!
    Un bacino skikkoso a tutti, perplessi esclusi!

    P.S. Yanaz? Yanez sarebbe stato un soprannome dal sapore ben più intrigante!
    P.P.S. Eta, sei belloccio???

  6. Ritengo che l’articolo di Costantino sia davvero ben scritto; il mio giudizio prescinde dal fatto che Costantino sia anche una persona squisita (lo conosco personalmente). BRAVO! peccato che lo spazio di questo forum sia stato ancora una volta utilizzato per considerazioni assolutamente non pertinenti. Ad ogni modo credo nella liberta di parola: gentile Eta, non hai un po’ esagerato?

  7. Gentilissimo Pietro, ebbene forse sì, ho esagerato: la lettura delle biografie in biblioteca, è una tortura peggio di quelle cinesi.
    Ecco chiedo scusa ai Signori Perplessi, ma, così assoluta e laconica ,quella loro frase mi sembrava riferita al lavoro di Costantino e allora mi sono scatenato: anch’io credo nella libertà d’opinione, però volevo difendere a mio modo un ragazzo appassionato e preparato, anche se si sa difendere da solo, appunto con la sua chiara cultura.
    ANCORA SCUSATEMI SIGNORI PERPLESSI, ENORMI SCUSE IN GINOCCHIO, STRISCIANDO SUI CECI, ANCHE ALLA RIVISTA E AI SUOI LETTORI SE OGNI TANTO SBOTTO CON LE MIE PERSONALI DEMENZIALITA’, FACENDO FARE BRUTTA FIGURA ANCHE A LEI: sono un marziano arteriosclerotico.Ora mi hanno interpellato e son tornato per le scuse.
    Cara Carlotta, come marziano appunto sono belloccio, anzi magnifico,uno stupendo esemplare, come umano …non proprio e poi je suis agé, mon petit chou et mon coeur est déjà pris d’une dame terrestre, fuyante parfois et cruelle, mais charmante aussi et d’une douceur ravissante. Et voilà et patati et patata.
    Caro caro Costantino noto con piacere che Donizetti interessa anche a te,questa cosa non la sapevo, hai mai sentito i suoi quartetti giovanili? Continua così.
    Cik (mi sono spento)

  8. Carissimo Eta Beta la ringrazio per la stima che ha per Costantino, è una carissima persona, intelligente , scrive in un modo che rende parteci all’argomento. Exibart è certamente un sito dove ci si sente uniti e questo è molto bello , lodevole nella società di oggi. Le invio cari saluti e spero mi gradisca di una sua risposta.

  9. Carissima Maria, sei una delle voci più gentili e delicate che si esprimono su Exibart: ha ragione Biz, quando ti chiama dolcissima, e approfitto per salutare anche lui, che è un buono e vero pensatore e un arguto difensore di un’arte alta, un seneca simpatico, ma epicureo e voltairiano. Mi piacciono i tuoi commenti, sempre civili e giusti e appassionati: hai quella bella levità espositiva degli animi distaccati, una voce bambina, fresca cioè, (non infantile)e penso che nelle tue opere ci sia quello sguardo incantato, leggero (che non vuol dire superficiale) che penetra la realtà sfuggente e drammatica dell’animo e la libera. E’ vero che dentro questo mondo exibartistico c’è lo spazio per tutti e per incontrare, a volte, persone che lasciano un segno, oltre che per avere un’importante visione dell’arte che si fa mano mano assieme alla rivista. Questo spazio è come un graffito, anch’io a volte prendo la mia pietruzza e incido il bidimensionale muro elettrico, come tanti altri. Ed è un po’ magico: non perché dia protagonismo e ribalta a chi vuol fare personaggio, ma perché appunto è luogo di incontro di diversi sguardi sull’arte e sui suoi avidi fruitori.
    In fondo a tutto questo, ti prego di darmi ancora del tu, altrimenti mi sento un vecchio barboso barbuto barbogio.
    Un caro saluto

  10. Caro Eta Beta ti ringrazio delle belle parole per me e anche di quelle per Biz, sei veramente una persona simpatica e squisita. Nei tuoi interventi ho sempre notato la tua signorilità e la tua cultura, mi piace il tuo modo scherzoso nell’intercalare dell’argomento che lo rende brioso e piacevole. Ciò che mi ha stupito è il tuo aver compreso l’essenza della mia pittura, è come se tu mi avessi letto dentro. Sei certamente un conoscitore di anime e sai leggere la profondità dei sentimenti,infatti la mia pittura è proprio, come tu dici “un guardare la realtà sfuggente e drammatica dell’animo e liberarla”, un guardarsi dentro, un pulsare del cuore e della mente. Potrai vedere le mie opere alla Biennale Internazionale dell’Arte Contemporanea, città di Firenze, Fortezza Da Basso, dal 7 al 16 dicembre 2001, alla quale sono stata invitata a partecipare quale artista espositore per la mia Nazione. Ti ringrazio della tua risposta che ho gradito moltissimo. Cari saluti.Maria

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