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Dal 26 marzo al 23 luglio 2000 “Cosmos. Da Goya a De Chirico, da Friedrich a Kiefer – L’arte alla scoperta dell’infinito” Venezia, Palazzo Grassi
venezia
Nel bicentenario della spedizione di Humboldt verso l'America Centrale, che segna l'apogeo dell'ideale illuministico, Palazzo Grassi organizza una mostra come omaggio all'anno 2000 che apre la nostra epoca al terzo millennio ed alla promessa di nuove conquiste fuori dalla nostra culla, la Terra, verso lo spazio infinito
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di redazione
L’esposizione, che si terrà in una delle più imponenti costruzioni che si affacciano sul Canal Grande (progettata e realizzata nel diciottesimo secolo dal grande architetto veneto Giorgio Massari) va ad arricchire il progetto voluto e realizzato da Jean Clair, direttore del Museo Picasso di Parigi assieme a Pierre Thèberge, direttore del Museo delle Belle Arti del Canada che vide nel1999 la realizzazione al Museo delle Belle Arti di Montreal della mostra “Cosmos. Dal Romanticismo all’Avanguardia”.
Venezia, condividendo il progetto e l’impostazione che gli è stata data ha voluto approfondire i contenuti e accentuare il carattere di multidisciplinarietà arricchendo la mostra originaria di circa duecento opere.
L’esposizione indaga duecento anni di storia dell’arte: dal Romanticismo alle Avanguardie, da Casper David Friedrech ad Anselm Kiefer, da Turner a Fontana attraverso la natura, il paesaggio, il panorama, l’apertura all’ebbrezza dello spazio.
Dal senso del bello classico, fondato sull’armonia, la misura e l’idea del centro, al senso del Sublime, con Kant e Burke, fondato sulla concezione di un mondo scentrato ed illimitato, oppure al senso dell’orrore con la scoperta dell’hybris del mondo tecnologico. Da Humboldt che con “cosmos” è il primo a rinchiudere il pianeta su se stesso e l’ultimo ad incarnare il sogno di un sapere universale, a Hubble che apre all’occhio umano gli spazi galattici.
Un viaggio nella storia dell’arte, ma anche nella storia dello sviluppo della sensibilità moderna.
La mostra che si presenta con un aspetto quasi escatologico di una rivelazione, accoglie il visitatore nella “Sala degli Stucchi” con il Prologo dal titolo “L’utopia dei Lumi” che propone una serie di disegni, acquerelli riguardanti opere architettoniche di Boullè, Ledoux, Schinkel, Vaudoyer.
Segue la prima delle sette sezioni dal tema “Natura e Cosmos” suddivisa in due sottosezioni: la prima dedicata al Sublime e al sentimento dell’infinito presenta opere di Friedrich, con paesaggio serale con due figure, di Turner, “Alba con mostro marino”, “Tramonto sul lago”, di Carus e John Martin.
La seconda sottosezione “Nascita del panorama” presenta i lavori di Goya, John Know, Caspar Wolf e Louis Bonnier insieme alla curiosa litografia di Redon “L’occhio, come uno strano pallone che si muove verso l’infinito” opera del 1982.
La visita segue con gli autori americani nella sezione “La terra promessa”: non per caso l’America, nel momento in cui il Sublime si sostituisce al Bello, è luogo eletto di questo sconvolgimento. E’ sotto l’influenza di Humboldt che i grandi paesaggisti americani, Church di cui si ammira il suggestivo “Cotopaxi, Ecuador”, Moran, Cole di cui è esposto “Croce al tramonto”, sviluppano rilievi topografici e l’idea che se il Vecchio mondo è il mondo della caduta e della corruzione, il Nuovo Mondo è il nuovo Giardino dell’Eden. A ciò si collega l’opera degli esploratori in “Il viaggio ai Poli” con opere di fotografi e pittori affascinati dal Grande Nord.
Attraverso il tema “Oltre la Terra: la Luna” ci avviciniamo ai nostri giorni: da Mèliès a Verne, da Paul Delvaux al cannocchiale di Galileo Galilei alla Nasa e alle passeggiate spaziali.
Il primo piano si chiude con l’ “Immaginario delle cosmologie”: dal Futurismo italiano (Balla, Fillia, Prampolini, Mino delle Site) al Suprematismo russo (Kandinsky, Lissitzky, Klioun) verso un mondo liberato dalla gravità, in cui si ignorano le nozioni di “alto” e di “basso”. Così l’isola galleggiante di Laputa, immaginata, da Swift, trova la sua realizzazione nelle città galleggianti sognate da Malevich, da Krutikov nelle sue città sospese, da Traut nelle sue città di cristallo.
Si segnala “la stanza di Kabakov” di oltre sei metri per tre, che ospita l’opera ” L’uomo che è volato via nello spazio” accessibile solo con lo sguardo, in modo che il visitatore si trasforma nello spettatore di un evento che sembra essersi risolto proprio un attimo prima il suo arrivo.
Chiudono la sezione ” Gli anni ’30 – Costellazioni” Picasso, Brancusi, Mirò e “Gli anni ’30 – Il cielo surrealista” di Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Renè Magritte.
Con la sezione “Cosmogonie” nella quale si possono ammirare le opere di Fontana tra cui ” La fine di Dio” e di Klein e attraverso la sezione “Verso l’infinito: andata e ritorno – Le celestografie contemporanee” con opere di Smith, Calmis, e dopo la sala dedicata all’installazione dell’opera “Il sogno di Giacobbe” di Segal (che occupa una superficie di quattro metri per tre) si chiude il percorso espositivo sino al grande terrazzo con l’opera di Parmiggiani dal titolo “Barca che trasporta nove pianeti” realizzata nel 1994, lunga oltre otto metri e che costituisce il sigillo di chiusura della mostra.
Da martedì 15 febbraio 2000 presso tutti gli sportelli della Banca Nazionale del Lavoro è possibile prenotare i biglietti d’ingresso alla mostra.
“Cosmos. Da Goya a De Chirico da Friedrich a Kiefer.L’arte alla scoperta dell’infinito”. Palazzo Grassi, San Samuele 3231, Venezia. Tutti i giorni, anche fesivi, dalle 10 alle 19.La cassa chiude alle 18. £14.000 (intero) £10.000 lire (ridotto).Info.tel.199.139.139 e Il sito di Palazzo Grassi
Catalogo Bompiani. Fino al 23 liglio: SI lingue straniere, SI audioguide, SI cd rom, SI bookschop.
Palazzo Grassi è raggiungibile con il Vaporetto Linea 1 (fermata Sant’Angelo) e Linea 82 (fermata San Michele).
Cristiana Margiacchi
[exibart]
ganzissimo!
Abbiate pazienza…la mostra è spettacolare, l’articolo anche, ma la voce che legge è a dir poco oscena! Non solo toglie il gusto di ascoltare l’articolo ma si rischia pure di diventare sordi, sempre se si riesce prima a capire cosa dice perchè alcune volte non si capisce nulla!
Correte a i ripari altrimenti sembra di visitare una galleria virtuale horror!!! 🙂
Gentile Guenda
ci scusiamo per la scarsa qualità audio sopratutto in un servizio teso a migliorare la fruibilità della rivista semplificando la comunicazione degli articoli.
Il servizio è ancora in fase sperimentale, apporteremo i miglioramenti anche grazie allo stimolo dei suoi consigli.
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Cordialmente