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fino al 23.X.2002 Carlo de Meo – Di me a me Roma, Ponte Milvio
roma
Cinque sculture-installazioni nella torretta disegnata dal Valadier. Segnano l’evoluzione artistica di Carlo de Meo che, tramutandosi nel suo personalissimo bestiario, si mimetizza con l’ambiente. E a Roma si ipotizza un nuovo spazio per il contemporaneo…
Inquinata sin’oggi da esposizioni di scarso interesse estetico o concettuale, la torretta di Ponte Milvio si apre finalmente all’arte contemporanea.
Di me a me è ad un tempo titolo e dichiarazione d’intenti della mostra di Carlo de Meo, arcigno artista pontino nato a Maranola nel ’66. Avevamo già potuto osservare la sua produzione un anno fa a Sermoneta (Latina) in una bella mostra curata, come in questo caso, da Andrea Bellini. Ed il confronto ci permette immediatamente di isolare l’evoluzione materico-estetica della scultura di De Meo. I marchingegni corporali in metallo e tubi luminosi, lasciano il posto a sculturette antropo/zoo-morfe in resina dipinta. Nella poetica dello scultore, insomma, la realizzazione di allucinanti protesi luminescenti per il corpo vira verso la produzione di mini-corpi con protesi. E in questo surreale giardino zoologico è, a ben vedere, l’artista ad essere protagonista; ogni scultura è infatti una sua rappresentazione in scala.
C’è De Meo elefante che, imbrattandola con mani inchiostrate, fa propria la parete della galleria o il De Meo serpente che striscia nascosto in una selva di foglie (foto). La riflessione esistenziale ed antropologica di Carlo ha declinazioni in tutti questi suoi ‘io’ impegnati a nascondersi ed a celarsi. Altri due lavori, sempre in mostra, sottolineano questa pulsione al mimetismo. Un De Meo evidenzia camaleontiche doti alle sue estremità: i piedi assorbono l’incerto cromatismo di un tappeto e il capo si colora dell’intonaco murale (foto in alto); un altro De Meo è mal nascosto sotto una palpebra leggermente rialzata di tappeto erboso (foto). Lo si scorge soltanto guardando di lato. Ad uno sguardo zenitale, però, scompare del tutto.
Al filone artistico che va da Luigi Ontani ad Antony Gormley a Maurizio Cattelan, ovvero quello degli scultori che fanno del proprio corpo il protagonista dell’opera, Carlo de Meo offre qui la sua vivace vena creativa .
La mostra è frutto dell’impegno organizzativo della Modo Comunicazone e del curatore Andrea Bellini e dell’impegno politico del ventesimo Municipio di Roma. Non possiamo che augurare alla ‘torretta’, suggestivo spazio sospeso sul Tevere, un pronto ingresso nel circuito capitolino dei centri d’arte. Ne potrebbe costituire sia tappa di approfondimento (perché no magari proprio sul tema della scultura) che accattivante appuntamento trendy.
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massimiliano tonelli
vista il 19 ottobre 2002
’Carlo de Meo – di me a me’. Torretta di Ponte Milvio, info@modocomunicazione.it, t 0685303057, orario 16.30_21, a cura di andrea bellini
[exibart]
La nuova stagione alla Torretta di Ponte Milvio è iniziata bene: bella mostra, organizzata e realizzata in modo intelligente, complimenti all’artista e al curatore, peccato solo che chiuda così presto (del resto tenere aperte le mostre si sa quanto costa e già realizzare questa con un catalogo è stata un’inziativa ottima…. e comunque meglio pochi giorni che nulla)