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fino al 6.VI.2003 Ritratti e Figure. Capolavori Impressionisti Roma, Complesso del Vittoriano
roma
L’equazione è semplice, impossibile sbagliarsi: scrivi Impressionisti leggi grande pubblico. Riecco Monet & co. in mostra a Roma. Potreste decidere di andarci anche voi. E noi di questi ritratti e scene salottiere proviamo a raccontarvi qualcosa...
Ha lo sguardo vagamente divertito, Berthe Morisot mentre scosta l’orlo del lungo vestito nero e scopre il piede stretto in una scarpetta rosa. Così l’aveva ritratta – un po’ complice, un po’ civettuola – Edouard Manet nel 1872. Sulle scarpe lucide e sugli abiti da sera Baudelaire s’è già pronunciato, assolvendo il costume contemporaneo dall’accusa di volgarità e condannando senza appello sia la messa in scena di un medioevo stucchevole che le virtù – un po’ stitiche – di un’antologia dipinta di storia romana, in verità molto approssimativa. Sono eroi i personaggi della vita moderna stretti dall’incalzare del tempo presente… e stretti nelle loro rendigote. O fasciate – se di eroine si tratta – dal raso di un vestito elegante.
A questo allestimento (ospitato negli spazi del Complesso del Vittoriano, a cura di Maria Teresa Benedetti), sicuramente non esente da difetti, il merito di mostrare un aspetto poco frequentato della pittura degli Impressionisti (o meglio, visto l’esemble di artisti, della pittura a loro coeva o di poco successiva): una serie di ritratti e di scene di quella vita moderna che nella maggior parte dei casi è decisamente upper class. Tra ateliers, palchetti teatrali, salotti, passeggiate al Bois de Boulogne, corse all’ippodromo inediti, intimi scorci domestici, gli impressionisti si mettono in posa e fanno posare familiari, amici scrittori, amiche intellettuali, personaggi notabili.
Si lascia ritrarre Camille, con il vestito verde(ma del quadro di Monet avremmo preferito vedere la prima versione – quella esposta al Salon – piuttosto che questa piccola copia autografa…) mentre Manet dipinge Jeanne Duval, l’amante di Baudelaire, come una divinità immobile persa in un ampio vestito color caffellatte. Paul Alexis legge un manoscritto ad Emile Zola colto in una curiosa posa zen (il quadro, datato 1869 – 70 è di Paul Cezanne), Degas ritrae la famiglia Belelli (in mostra non c’è il quadro, ma una serie di disegni preparatori), Monet lascia uno struggente ricordo della figliastra Suzanne (Suzanne con i girasoli, 1889 circa) e un bel profilo del giovane Frederic Bazille (tela non firmata, del 1868).
Infine (ri)scoprite De Nittis, Italien de Paris ante litteram. Dal delizioso Accanto alla pista (Flirtation) (1874), al Salotto della Principessa Matilde (1885), palcoscenico dell’alta società parigina, al Ritorno dalle corse. Racconto mondano, con un moderno taglio fotografico.
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mostra vista il 6 marzo 2003
Ritratti e Figure. Capolavori Impressionisti
Complesso del Vittoriano, via di San Pietro in Carcere (Fori Imperiali) , 066780664, lun_gio 9.30-19.30, ven_sab 9.30-23.30, dom 9.30–20.30, ingresso 8,50 euro intero, 6 euro ridotto, catalogo Skirà 30 euro in mostra, 60 euro in libreria
[exibart]
Ho recensito la mostra alla pagina web:
http://www.photographers.it/cultura/index.cfm
insieme alle mostre “Maesta’ di Roma” e “Iperrealisti” che aiutano a comprendere lo stretto rapporto di interdipendenza tra pittura e fotografia.
Ho publicato al proposito i testi scritti in catalogo dalla Prof. Marina Miraglia.
Luca Pagni