-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 31.V.2003 Martin Boyce – Undead Dreams Roma, RomaRomaRoma
roma
In principio erano sedie. Di quelle “di design”, che hanno fatto epoca. Adesso sono simili ad enormi mobiles. Le ha smontate, graffiate e trasformate in presenze sospese. Inquietanti. L’artista di Glasgow alla sua prima personale in Italia...
Oggetti rinvenuti e riconvertiti, oggetti che celano un passato ormai dimenticato di funzionalità ed uso. Martin Boyce, artista di Glasgow alla prima personale in Italia, costruisce un mondo estremamente personale ed effimero dove l’arte e la vita assumono contorni sempre più sbiaditi e dove il sogno e la realtà sono soliti scambiarsi di posto.
Il lavoro dell’artista inglese parte sempre da qualcosa che è strettamente a contatto con il contigente, in questo caso le sedie disegnate da Arne Jacobsen considerate piuttosto come strutture modulari assemblabili. L’oggetto stesso è però soltanto un pretesto per una riflessione più profonda e per un completo stravolgimento dei canoni espressivi.
Ed ecco così nascere dagli schienali delle Series 7 chairs di Jacobsen maschere tribali che celano una profonda inquietudine e spettralità e ricordano le maschere di Man Ray, o sculture sospese simili a divertissement per bambini che però non emettono nessun suono o rumore ma piuttosto incombono attraverso la loro forte e straniante presenza. Alla Calder.
Dalle forme pure ed elementari di oggetti di design passiamo a forme impure, volutamente sgraziate e popolate di fantasmi come quelle di Boyce.
Il legno delle sculture perde la lucentezza e l’uniformità conferitagli dal lavoro umano e – attraverso intagli, graffiti, e… graffi prodotti dall’attrito con oggetti contundenti – assume una nuova carica espressiva ed emozionale. Se per Goya Il sonno della ragione genera mostri per Boyce forse l’iperattività dell’intelletto umano è causa scatenante di visioni solo apparentemente salubri. Anche i fantasmi sono parte integrante della nostra vita. E perchè non riportarli alla luce distruggendo quello che l’attività umana ha costruito? Undead dreams, appunto.
articoli correlati
Ready made e scultura: Anselm Reyle in mostra da RomaRomaRoma
Martin Creed, a large piece of furniture partially obstructing the door
simone battisti
mostra vista il 4 aprile 2003.
Martin Boyce
Galleria Roma Roma Roma, via dell’Arco dei Tolomei 2 (Trastevere, isola Tiberina), 06.588.1761, mar_sab 12.00-19.30 o su appuntamento. mail@romaromaroma.biz
[exibart]