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Presso la Galleria Marabini è attualmente allestita la seconda mostra personale di Armin Linke, protagonista di numerose esposizioni in tutto il mondo. Prevalentemente scattate dall’alto, le sette opere panoramiche sono state tutte realizzate in India, durante la festività religiosa induista Mahakubhmela. In occasione di questa ricorrenza i fedeli da tutto il mondo si radunano per bagnarsi e per purificarsi nel punto in cui due fiumi sacri, il Gange e lo Yamuna, si congiungono. Le fotografie, infatti, ritraggono i fiumi in secca e migliaia di persone, prevalentemente orientali, che si bagnano nelle acque. Altre ritraggono individui indaffarati nella tendopoli allestita per l’occasione, altre ancora mostrano il passaggio delle persone sopra una decina di ponti, allestiti provvisoriamente, che attraversano i suddetti fiumi. Per questo motivo, le opere sono assai semplici e realistiche, infatti, le fotografie non sono elaborate né modificate tramite la camera oscura. Queste, pur mantenendo la stessa tematica, sono al contempo differenti e grandiose. Nonostante la dimensione di quasi un metro per due, appaiono assai limpide, merito dell’utilizzo di un’ottica pregevole e di pellicole ad alta definizione, oltre all’indubbia capacità dell’autore nelle scelte di tempi ed aperture. Alcune opere panoramiche sono state realizzate sul treppiede mantenendo l’obiettivo aperto per tempi lunghi creando un “effetto scia” e non solo nelle ore più calde del giorno. Ne dà l’esempio la fotografia raffigurante la tendopoli di notte con l’elemento caratterizzante dato dalle scie impresse dai movimenti delle persone e delle luci. La realizzazione di questo recente lavoro fotografico fa notare la forte personalità dell’artista, che fotografa semplicemente persone e cose da lontano, cogliendone nello stesso tempo l’essenza profonda, ma senza darne alcuna interpretazione e senza soffermarsi sui particolari. Queste opere panoramiche così volutamente chiare e realistiche, ci permettono di avvicinarci con curiosità e coinvolgimento a mondi e culture lontani dalla nostra civiltà occidentale. Apprezzabile, infine, l’equilibrio raggiunto dalle opere fra semplicità e grandiosità.
Link correlati
http://www.galleriamarabini.it
http://www.arminlinke.com
Belinda Pagano
“Mahakumbhemela – Armin Linke”
Dal 18/09/2001 al 31/10/2001
Bologna, Galleria Marabini, Via Nosadella 45.
Ingresso libero
Orari: dalle 10.30 alle 13.00. dalle 15.00 alle 19.00 Chiuso sabato e domenica
Tel: 051-6447482 Fax: 051-6440029 E–mail: info@galleriamarabini.it
[exibart]
Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse la prassi, di molte gallerie private, di tener chiuso il sabato o di aprire solo su appuntamento. Insomma, non sono esercizi commerciali? Non è nel loro interesse che la gente veda e compri? La gente, durante la settimana, per solito lavora e si muove nei week end, sab-dom (magari il lunedì mattina). E visto che acquistare opere d’arte non è esattamente come andare a prendere un kg di pane mi chiedo come possa una galleria come questa, che vanta una mostra di così grande richiamo, chiudere proprio il sabato o aprire solo su appuntamento nei giorni festivi. Non è previsto che qualcuno possa pensare di farsi 2 passi per Bologna il sabato pomeriggio e trovare il tempo di fare un salto in galleria? Bah, misteri….
Pensate ai liberi professionisti danarosi o agli imprenditori che possono prendersi un giorno quando vogliono perché hanno il portafoglio allettante senza considerare che i giovani o i piccoli e medi collezionisti possono essere il Vs. collezionismo di domani. Contenti voi…
Per fortuna che molti galleristi stanno cambiando atteggiamento (a Milano c’è chi apre nei festivi al pubblico) rendendosi conto che la cultura del contemporaneo la si fa anche così e che è bello vedere la galleria riempirsi di studenti, curiosi, amanti dell’arte che vogliono imparare qualcosa sull’arte attuale.
Guardatevi intorno, guardate alle manìe della gente: il mondo è pieno di potenziali collezionisti d’arte.
assolutamente daccordo, ci voleva qualcuno che scrivesse questo. Menomale che ci sono città come Milano, Torino e soprattutto ultimamente Napoli dove le gallerie private hanno capito quale è il loro proprio mestiere…
Bravi, finalmente qualcuno ceh solleva un problema davvero serio..
Ringrazio l’autore di questo sobrio e fresco articolo.
Qualche tempo fa ebbi occasione di visitare una piccola e occasionale esposizione di fotografie di questo artista dell’immagine rubata, a Macao.
Ne rimasi affascinato. Sarà retorico, anzi lo è, ma fui rapito.
E mi fa molto piacere ritrovarlo qui per la penna della Signora Belinda Pagano.
Mi permetta una disquisizione: Belinda è un nome delizioso.
Sarebbe davvero cortese da parte Sua se volesse donarci una querelle di immagini, invito tutti a guardare ciò che quegli occhi hanno guardato.
Un saluto caro.
Ciao, Biz.