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Danilo Fiorucci, giovane artista perugino reduce da numerose esperienze espositive in prestigiose sedi in Italia e all’estero, presenta alla Galleria Leonardi V-Idea la sua prima personale nel capoluogo ligure.
La sua ricerca è centrata, come scrive Marco Villani nel testo a catalogo, sul rapporto tra identità e percezione, sulle ‘nostre possibili vertigini sensoriali’: l’artista. ‘è, ancora una volta, l’uomo che cerca di sondare i suoi abissi, le sue zone d’ombra, di capire la sua mente, in una condizione di deriva perpetua… nomade e perso nell’irreversibilità del tempo’.
Fiorucci presenta lavori che coinvolgono i sensi dell’osservatore ed in particolare l’olfatto, probabilmente il meno mediato dei tramiti percettivi, quello che più direttamente ci porta in contatto con emozioni e memoria senza filtri coscienti. Esemplare ‘Atlante – Omaggio ad Aby Waburg’, enorme canestro di legno che contiene tavolette di cera d’api precedentemente intrise d’olio e scaldate con la fiamma ossidrica. Nella cera sono inclusi vari attrezzi, corde annodate, chiavi, stecchini, pennelli, calchi di dita e altre parti del corpo, a registrare gli oggetti in una cosmologia personale, una topografia della mente che evoca il Merzbau di Kurt Schwitters ma anche le maschere funerarie degli antichi romani.
Rappresentata in quest’occasione come un recipiente concavo, la grande scultura può essere installata anche a forma di igloo, con riferimento al lavoro di Mario Merz, ed è previsto che sia continuamente modificata ed arricchita, a rincorrere il passare del tempo e il sedimentarsi di ricordi e percezioni.
In divenire e variabile in relazione agli spazi espositivi è anche l’opera ‘Annusati’, puzzle di tavolette di rame trattate con acido sulle quali sono applicati nasi modellati nella cera. L’odore della cera d’api si mescola a quello dell’agente corrosivo che continua ad erodere il rame in profondità, staccandone friabili scaglie verde giada che, cadendo a terra, vanno a costituire parte integrante della scultura.
A dialogare sulla parete opposta, un altro lavoro interessante: si tratta di ‘Specchio scuro o dell’angelo caduto’, una grande tela completamente dipinta di nero, ad olio. Che riporta al centro il tema dell’impressione visuale, come le diverse ‘Anamorfosi’ esposte, dove la retorica percettiva e l’esperienza vengono messe in crisi dall’assenza di un soggetto riconoscibile. Infatti, solo macchie astratte, rigorosamente in bianco e nero, creano un effetto ottico di profondità e volume, lasciando in sospeso il concetto appreso di prospettiva e rimettendo in discussione il rapporto tra verità e rappresentazione, fino a delegittimare l’idea stessa di una possibile ‘realtà oggettiva’.
Quella di Danilo Fiorucci è una ricerca che si dirama coinvolgendo tecniche e stili differenti, ma che si sviluppa seguendo un tema centrale senza compromessi, nitido e coerente. Una ricerca nella quale, per citare ancora il bel testo di Marco Villani, risulta evidente il paradosso della mimesi, forse dell’arte stessa: ‘la “realtà” ci sfugge ancora una volta, e la nostra ansia di manipolare e dominare concettualmente le “cose” si scontra con i limiti dei nostri codici’.
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Valentina Caserta
Leonardi V-Idea, Genova
Piazza Campetto, 8A/4-5
Orari: dal lunedì al sabato dalle 16.30 alle 19.30
Ingresso gratuito
Telefono e fax 010 2474576
www.leonardi.rules.it
Catalogo in galleria, testo di Marco Villani
Con il patrocinio della Provincia di Genova
[exibart]