29 giugno 2004

fino al 4.VII.2004 Novecento siciliano Palermo, Palazzo dei Normanni

 
Un primo, provvisorio, bilancio di ciò che è stato dell’arte del secolo appena trascorso in Sicilia. Dalla belle epoque dei Florio, all’avanguardia, da Guttuso, a Consagra, Accardi e Sanfilippo. Solide, importanti, presenze e qualche sicilianismo di troppo…

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Tirare un bilancio di cento e più anni di produzione artistica non è impresa da poco. Tanto più se è il Novecento ad essere oggetto specifico di un’indagine che deve fare i conti con un percorso non lineare, caratterizzato da violente improvvise fratture e da accelerazioni senza precedenti nei meccanismi di ricerca e sedimentazione delle stesse istanze artistiche.
Tutto ciò si complica ulteriormente se si decide, come nel caso di questa mostra palermitana, di lavorare su una porzione territoriale -la Sicilia- di quel multiverso irriducibile e differenziato che è appunto, artisticamente parlando, il secolo appena trascorso. Si tratta di differenze difficilmente assimilabili ad un contesto unico, o esclusivo, come quello isolano. Soprattutto se troppo spesso (ieri come oggi) questo risulta impettito su tronfie posizioni autoreferenziali, sempre pronte a rivendicare una speciale identità tutta siciliana -e mediterranea in senso lato- come promessa ricorrente di una qualità in molti casi ancora da verificare.
Quello che si propone è allora un primo bilancio, dichiaratamente parziale, del contributo isolano al dibattito artistico del Novecento, in cui non mancano certo personalità di alto profilo a dare ragione di un’origine e di una formazione siciliane di indubbio spessore.
Pietro De Francisco - Eleonora in rosso - 1902
A partire dalla stagione felice dei Florio, che aveva portato agli inizi del secolo l’apertura all’Europa (complice la fitta rete di interessi economici che la famiglia di imprenditori aveva all’estero) e che per gli artisti dell’isola si traduce con le prestigiose ribalte internazionali delle Esposizioni Universali, dei Salons e delle gallerie parigine più à la page.
Così Lojacono, De Francisco, Catti, Leto, De Maria Bergler, Terzi e Rutelli intrecciano una fitta rete di relazioni con le più aggiornate situazioni di pittura e scultura a loro contemporanee. Penalizzati da spazi inadeguati, i loro lavori, fra cui alcuni importanti inediti, aprono coraggiosamente la strada ai primi esiti del Futurismo siciliano. La preziosa linea sintetica tardo simbolista e post-impressionista che Rizzo, Corona e Varvaro ereditano dai loro predecessori, si frantuma presto nelle iridescenze senza posa delle scomposizioni di paesaggi e mitiche visioni da sogno della loro produzione in mostra.
Renato Guttuso - Autoritratto con sciarpa e ombrello - 1936Gli anni di Novecento e Anti-Novecento seguono i percorsi alterni di Amorelli, Lazzaro, Pirandello e del Gruppo dei Quattro. Barbera, Franchina, Lia Pasqualino Noto e Guttuso espongono a Milano e a Roma e alcuni di loro scelgono l’emigrazione come unica via praticabile contro quel perverso meccanismo tradizione-innovazione che spesso ha bloccato in una gabbia senza uscita le ricerche isolane. E così pure, sotto il nume tutelare di Guttuso, ormai definitivamente trasferitosi nella capitale, i siciliani Consagra, Accardi -bellissimo il suo Omaggio a Kennedy del 1967- e Sanfilippo sottoscrivono, nel 1947, il manifesto Forma, rivendicando un’appartenenza marxista e astratto-formalista in polemica con le direttive del PC e con lo stesso Guttuso, qui presente con i monumentali Funerali di Togliatti (1972).
Passando per certo picassismo post-guttusiano (Migneco, Mirabella), per le personalità non facilmente allineabili di Fiume, Greco, Messina e Tosini, e l’ormai involuto segno grafico di Caruso, brillante nelle opere degli anni ’50, si arriva agli anni più recenti in cui le scelte curatoriali riflettono inevitabilmente l’impronta personale di Maria Antonietta Spadaro che da critico ha seguito la scena artistica isolana negli ultimi decenni. Accanto alle raffinate marine di Guccione si trovano così le composizioni astratto-figurative di Sacco e D’Aguanno, le rarefatte poesie in trasparenza di Canzoneri e della Leone, gli esperimenti di cinetica di Lauricella, il neo-pop contestatario di Alfonso Leto, la colorata, fragile consistenza di Germanà ed il concettualismo decisamente naif di Patti. Chiudono la rassegna i dipinti di Modica e Taravella.

davide lacagnina


Novecento siciliano
a cura di Maria Antonietta Spadaro.
Mostra promossa dalla Presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana, dall’Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Ambientali e alla Pubblica Istruzione, dall’Assessorato Regionale al Turismo, alla Comunicazione e ai Trasporti e dal Comune di Palermo.
Ideazione e organizzazione de Arte Service &Management, Palermo e N.Y. Master Exhibitions, Roma.
Catalogo Il Cigno Edizioni, Roma. Testo di Maria Antonietta Spadaro, apparati biografici a cura di Maria Antonietta Spadaro e Gabriella Bologna.
Palazzo dei Normanni
Piazza Indipendenza
Palermo, centro storico
dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30
sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.30
ingresso gratuito
prossima visita guidata mercoledì 30 giugno alle 18.00
T. +39 091 58 18 68
F. + 39 091 609 12 76
www.regione.sicilia.it/beniculturali


[exibart]

2 Commenti

  1. sicilia..terra aspra..sensuale..ma con colori meravigliosi..con artisti acutissimi..basta pensare alla storia della letteratura..tomasi di lampedusa..leonardo sciascia..grandi interpreti del nostro ‘900 ..
    roberto

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