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“Rino e Pino come due «classici», due artisti grandi anche perché portatili. Limpidi e atavici, azzurri e fulminei, «leggeri» ma quanto… profondi”. Parliamo di Rino Gaetano e Pino Pascali, la cui vicenda artistica e biografica – per certi versi parallela – ha dato lo spunto a Pericle Guaglianone per un’originale disamina sulle possibili liaison fra musica leggera e arti visive, in uscita sul prossimo numero di Exibart.onpaper. “Più o meno la stessa faccia – sottolinea l’articolo -, le stesse origini (Crotone e Bari, le due città natali, si affacciano entrambe su un mare già «greco»), un comune vissuto da trapiantati a Roma e, come se non bastasse, un incontro con la «comare secca» avvenuto nello stesso momento e con identiche modalità (Rino perde la vita in un tragico incidente stradale nel 1981, a soli trentuno anni; Pino idem, appena trentatreenne nel ’68)”. Una documentata e a volte ardita analisi che scardina certi puristici snobismi, individuando un filo comune che lega questi due artisti di razza riconosciuti solo anni dopo la loro scomparsa. “Due presocratici del nostro tempo, due refusés degli «anni di piombo» sopravvissuti eccome, e destinati ad ingigantire ogni anno che passa”…
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Se è per questo bisognava infilarci dentro anche Andrea Pazienza.
Forse la cosa che li accomuna di più è che la loro infausta sorte, li ha congelati per sempre nel punto più alto della loro parabola creativa, e non ce li siamo visti afflosciare anno per anno, come è avvenuto per molti altri “vecchi”, rispettabili ma ormai insopportabili per come hanno logorato, inflazionato, e a volte anche offeso il loro stesso lavoro.
io direi due sfigati…….purtroppo
Bella questa idea di “vite parallele”!Invidio chi ha questi lampi di genio! Bravi, non vedo l’ora di leggere il servizio!