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L’origine è in P.I.G.S, ovvero il progetto espositivo presentato in Portogallo, Italia, Grecia e Spagna nel 2015, ma stavolta il mezzo è un libro. Si intitola “Spazi d’eccezione“, Milieu Edizioni, e a metterlo nero su bianco sono stati 100 autori che hanno messo in piedi un “giro del mondo in 80 progetti”, coordinati dal collettivi S.a.L.E.-Docks e Escuela Moderna. Architetti, artisti, performer e attivisti si sono messi così ad indagare la “spazializzazione” dello stato d’eccezione, i suoi effetti sullo spazio urbano e i flussi di vita che lo attraversano.
In parole più semplici? Lo stato d’eccezione è quello spazio coinvolto in una serie di dinamiche che collimano con eventi storici che alterano la dimensione e creano una frattura che può essere risanata o restare un ricordo indelebile nella memoria di un luogo: è accaduto a Parigi dopo gli attentati, accade nei campi profughi della Balkan Route piuttosto che a Lampedusa. Precisa Arianna Saroli: “Abbiamo voluto suggerire, oltre lo stato di sicurezza che pare sostituirsi allo stato di diritto, l’esistenza di quelle che abbiamo definito eccezioni costituenti, dove il termine eccezione si carica di senso positivo, diventa obiezione nei confronti del governo securitario e della tanatopolitca, dando vita a modelli altri di convivenza”.
Un piccolo Vangelo per conoscere le sponde di questi fenomeni, il loro radicarsi, e per mettere a confronto lavoro, libertà, civiltà del diritto con opposizione e conflitto sociale, insieme a Escuela Moderna, S.a.L.E. Docks, LaRavala, Ctrl+Z, stARTT, Architetture Precarie, Landscape Coreography, Nello Barile, Andrea Staid et al., tra gli altri protagonisti.