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La mossa che molti temevano, nel mondo dell’arte statunitense, stava arrivando: l’amministrazione Trump ha rivelato la proposta per tagliare – dal bilancio federale – il National Endowment for the Arts (NEA) e il National Endowment for the Humanities (NEH), entità di supporto alle arti nati nel 1965.
L’eliminazione di entrambe le agenzie ammonterebbe a 300 milioni di dollari, una piccola quantità annua rispetto al miliardo stanziato, che però permetterebbe di risparmiare a lungo termine, con un grave impatto sulla produzione culturale di artisti, musicisti, scrittori e studiosi sostenuti con esso.
Oltre a sradicare NEA e NEH, la nuova direttiva del Presidente Trump propone anche di abolire la Corporation for Public Broadcasting, una delle principali fonti di finanziamento per le frequenze di PBS e National Public Radio. Insomma, nonostante le missive arrivate, anche nello scorso mese di gennaio, da un gruppo di senatori che indicavano al Presidente questi organi come “motori dell’innovazione e della prosperità economica e culturale”, pare che dal vertice della Casa Bianca, rispetto al bilancio le decisioni siano prese. Tra quanto tempo queste modifiche saranno attuate è ancora da verificare, e si spera in un colpo di coda delle Camere del Congresso, e in attesa delle comunicazioni dell’Ufficio di Gestione e Bilancio (OMB), appunto, il National Endowment for the Arts continuerà a funzionare regolarmente. Con un’ombra scura alle spalle.