30 maggio 2018

Willam Turner e John Constable fanno pace. La storica stretta di mano, per una mostra alla Tate

 

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Dopo circa 200 anni, pace è stata fatta. Forse. Galeotta fu la mostra della Royal Academy che, nel 1831, espose due opere di William Turner e John Constable, i due artisti più alla moda nell’Inghilterra della prima metà dell’Ottocento, acerrimi rivali per quanto riguarda le idee estetiche e temperamenti diametralmente opposti, ufficializzando un dibattito che già animava i circoli, gli studi e le accademie. A farli incontrare di nuovo, un’altra grande istituzione, la Tate Britain che, per la prima volta da quell’anno ormai lontano, riunisce proprio quelle opere della discordia, per “Fire and Water”. Mai nome fu più indovinato per una mostra-confronto tra visioni che, svincolate dall’acredine di critiche e opinioni più o meno faziose e noiose, adesso possono esprimere la loro meravigliosa essenza, offrendosi al nostro sguardo contemporaneo semplicemente come la Salisbury Cathedral from the Meadows, di John Constable, e il Caligula’s Palace and Bridge, di William Turner. Che poi ognuno, inevitabilmente, protenderà per l’una possibilità o per l’altra, è un altro discorso. E dire che la Salisbury Cathedral era anche stata messa in vendita, nel 2013, con forte rischio di esportazione, provocando lo sdegno nazionale e il salvataggio per mano di una cordata senza precedenti, formata dall’Art Fund, dall’Heritage Lottery Fund, dalla Tate e da varie gallerie nazionali. 
Tornando alla Royal Academy del 1831, troviamo l’elegante Constable, figlio di un ricco mercante e cresciuto nelle campagne inglesi, responsabile della collocazione dei dipinti per la prestigiosa esposizione annuale alla Somerset House, un ruolo amichevolmente chiamato “boia”. Sulle prime, si confermò un vero gentleman, dando a Turner – ambizioso ammiratore di Claude Lorrain, formatosi nella Londra più urbana, in una famiglia eccentrica ma di modesta estrazione – la migliore posizione nel percorso espositivo, al centro della parete di fondo della Great Room. Pace fatta tra i due artisti, portavoce di opposte modalità espressive? Nemmeno a pensarlo perché, poco prima dell’inaugurazione, la mossa a sorpresa: via da lì il Caligula’s Palace e su la Salisbury Cathedral. Ma Turner avrebbe preso la sua rivincita già l’anno successivo, quando, nella stessa occasione, il pubblico rimase colpito da un piccolo particolare comparso sulla tela di Helvoetsluys: una boa cremisi fluttuante nel paesaggio marino, aggiunta dall’artista poco prima dell’apertura. Il Waterloo Bridge del rivale passò in secondo piano e lo stesso Constable ammise: «è stato qui e ha tirato una fucilata». 
Per la mostra pacificatrice della Tate, oltre al Caligula’s Palace e alla Salisbury Cathedral, esposte simmetricamente, per evitare favoritismi, saranno raccolti e resi fruibili anche tutti gli apparati critici, gli articoli e le recensioni che hanno contribuito a definire l’emozionante poesia di Turner e il luminoso naturalismo di Constable, rinfocolando il dibattito. (mfs)

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