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Bolle polimorfe, finte piscine di scarti neri, tubature idriche, onde (persino elettromagnetiche), paguri e calamari stilizzati, intrecciate sculture impostate sul principio del nastro di Moebius, si prospettano in tutta la loro ondulatoria fluidità al pubblico di “Divenire”, collettiva appena inaugurata a Roma, presso lo spazio T24, a cura di Giuditta Elettra Lavinia Nidiaci, che pone in stimolante relazione i lavori, rispettivamente, di Marco Angelini, EPVS, Yiannis Galanopoulos, Cristallo Odescalchi, Andrea Pinchi e Federica Zianni.
Il concetto della mostra, omaggio al presocratico efesino, si conferma supermoderno – da intendersi kantianamente come sempre attuale – come dimostrano le innovative declinazioni sperimentate dagli artisti in chiave pittorica, scultorea, fotografica e digitale.
Elegantissime le sobrie e al contempo barocche oleosità bianco-nere “super-flat” di Odescalchi, che nell’occidentalizzato sapore giapponese sono descritte da titoli didascalici quanto poetici. Altrettanto suggestive le traslucide stampe in plexiglass di EPVS, tramonto specchiato che si profila su tonalità scure come l’ossimorico bidimensionale abisso della piscina con tanto di scaletta, estesa per terra quale particolare installazione site specific. E ancora i meandri traforati delle sinuose sculture di Zianni che si snodano nello spazio ora in bronzo, ora in resina e ora in alluminio, in una matericità battuta forse solo dal contrasto dell’aggetto rispetto alla tela nelle tecniche miste di Angelini, ironiche quanto il “pesce rosso/regalo” di Galanopulos.
Il tutto, in un allestimento ideale, nel bianco abbacinante delle pareti e dei neon che valorizzano i pezzi con la loro temperatura glaciale che congela l’atmosfera dello spazio a pianta ottagonale, la stessa degli antichi battisteri, a proposito del valore sacro e catartico attribuito all’acqua. Consigliatissimo, dunque, un vero e proprio tuffo in questa esposizione che, del liquido per eccellenza e di una rinnovata iconografia marina, ha fatto il suo flusso magico. (Eliana Urbano Raimondi)