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25
febbraio 2008
fino all’8.III.2008 Abstracts of Syn Bolzano, ar/ge Kunst
trento bolzano
Video e audio non registrano solo ciò che ci circonda, ma ne indagano anche la materia. Non solo la riassumono in narrazioni, ma costruiscono nuovi paesaggi visivi. Lo mostra una selezione attuata da un kunstverein di Graz, particolarmente attento ai nuovi media...
È il Kunstverein Medienturm di Graz ad aver concepito il progetto espositivo Abstracs of Syn. L’istituzione austriaca è nata come piattaforma per la promozione e l’analisi dello stretto rapporto tra nuovi media e arti visive, e in Italia presenta una selezione di una ventina di giovani artisti che lavorano in questa direzione e che ruotano attorno al mondo tedesco, anche quando sono nati a Bogotà o Tolosa, come nel caso di Andrei Ramirez Gaviria e Nicolas Jasmin.
La mostra si divide in due blocchi: una parte installativa e una parte di archiviazione di opere video, che vengono anche prodotte da Medienturm in edizioni per la distribuzione. In un loop continuo è installata su schermo la nuova opera v>c di Tomas Eller, che per l’occasione presenta anche il suo nuovo catalogo personale. Se nelle sue opere è sempre presente l’idea di velocità, qui a dominare è la lentezza, ma rimangono le sensazioni di sforzo, di resistenza, di attrito suscitate da un corpo che striscia e si muove con difficoltà dentro un tubo, ampio ma buio. Tanto che la sua sagoma si fonde col nero profondo e diventa una forma astratta.
Penetra nel nero di un buco attraverso una lenta zoomata anche la telecamera diretta da Nicolas Jasmin, mentre candido è il cappello che rompe il buio dell’altra sua proiezione per cadere a terra con sordo e ripetuto tonfo. Il riferimento all’astrazione ritorna nel titolo dell’opera di Axel Stockburger, che mixa in un velocissimo slide show una miriade di simboli raccolti dalla rete: dalla croce alla bandiera americana, dal Che a Buddha.
La sezione di archiviazione permette invece di scegliere le opere da vedere a schermo fra una lista di venti titoli, tutti caratterizzati da un uso dei mezzi video e audio non narrativo, ma volto alla costruzione di un nuovo paesaggio visivo. Lo fa l’austriaca Lia, che in un’elaborazione digitale ripete e muove all’infinito su fondo nero due semicerchi bianchi come simboli di parentesi, e lascia sovrapporre continue tracce sul nero.
Una lotta veloce tra bianco e nero è anche quella immortalata da Dariusz Kowalski, che in una ripresa fissa mostra i cambiamenti di una tratto stradale fra luce buio, e fra la neve e il suo scioglimento. Il tutto è un rapido cambiare senza stacchi della camera, senza soluzione di continuità.
La mostra si divide in due blocchi: una parte installativa e una parte di archiviazione di opere video, che vengono anche prodotte da Medienturm in edizioni per la distribuzione. In un loop continuo è installata su schermo la nuova opera v>c di Tomas Eller, che per l’occasione presenta anche il suo nuovo catalogo personale. Se nelle sue opere è sempre presente l’idea di velocità, qui a dominare è la lentezza, ma rimangono le sensazioni di sforzo, di resistenza, di attrito suscitate da un corpo che striscia e si muove con difficoltà dentro un tubo, ampio ma buio. Tanto che la sua sagoma si fonde col nero profondo e diventa una forma astratta.
Penetra nel nero di un buco attraverso una lenta zoomata anche la telecamera diretta da Nicolas Jasmin, mentre candido è il cappello che rompe il buio dell’altra sua proiezione per cadere a terra con sordo e ripetuto tonfo. Il riferimento all’astrazione ritorna nel titolo dell’opera di Axel Stockburger, che mixa in un velocissimo slide show una miriade di simboli raccolti dalla rete: dalla croce alla bandiera americana, dal Che a Buddha.
La sezione di archiviazione permette invece di scegliere le opere da vedere a schermo fra una lista di venti titoli, tutti caratterizzati da un uso dei mezzi video e audio non narrativo, ma volto alla costruzione di un nuovo paesaggio visivo. Lo fa l’austriaca Lia, che in un’elaborazione digitale ripete e muove all’infinito su fondo nero due semicerchi bianchi come simboli di parentesi, e lascia sovrapporre continue tracce sul nero.
Una lotta veloce tra bianco e nero è anche quella immortalata da Dariusz Kowalski, che in una ripresa fissa mostra i cambiamenti di una tratto stradale fra luce buio, e fra la neve e il suo scioglimento. Il tutto è un rapido cambiare senza stacchi della camera, senza soluzione di continuità.
mariella rossi
mostra visitata il 18 gennaio 2008
dal 18 gennaio all’otto marzo 2008
Abstracts of Syn
a cura di Sandro Droschl
ar/ge Kunst Galleria Museo
via Museo, 29 – 39100 Bolzano
Orario: da martedì a sabato mattina ore 10-13 e 15-19
Ingresso libero
Catalogo Folio
Info: tel. +39 0471971601; fax +39 0471979945; info@argekunst.it; www.argekunst.it
[exibart]