18 febbraio 2019

Nan Goldin o Sackler?

 

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La National Portrait Gallery di Londra dovrà scegliere: da parte una donazione di 1 milione di sterline, proveniente dai Sackler, dall’altra la nuova grande mostra di Nan Goldin. L’artista e attivista ha infatti minacciato di boicottare la sua esposizione in programma se il museo dovesse accettare il regalo della famiglia proprietaria della casa farmaceutica produttrice dell’OxyContin. 
La scorsa settimana, Goldin ha inscenato una accesa protesta al Guggenheim Museum e al Metropolitan Museum di New York, accusando le istituzioni per il loro legame con la famiglia, ritenuta tra i maggiori responsabili dalla “crisi degli oppioidi” che sta mietendo centinaia di vittime negli Stati Uniti. «Il mio messaggio è rivolto a tutte le istituzioni del mondo che ricevono soldi dai Sackler», ha dichiarato l’artista. La scorsa estate, il Victoria & Albert Museum ha inaugurato un nuovo cortile di ingresso, costato 2 milioni di sterline dedicato ai donatori ma le proteste di Goldin stanno sortendo qualche effetto. I tre fratelli Sackler che hanno fatto la fortuna della famiglia, Arthur, Mortimer e Raymond, sono ormai deceduti e alcuni tra i loro discendenti si sono pronunciati contro il commercio di oppiacei. In particolare, la figlia di Arthur Sackler, Elizabeth, ha detto che la sua parte di famiglia non ha mai beneficiato delle vendite «moralmente aberranti» di OxyContin, un farmaco prodotto dopo la morte del padre nel 1987 e fabbricato dalla società statunitense Purdue Pharma che, allora, interamente posseduta da Mortimer e Raymond. Nel 2007, Purdue Pharma è stata multata negli Stati Uniti per aver commercializzato OxyContin, con l’accusa di «aver frodato i consumatori». Goldin, la cui opera più conosciuta è la serie fotografica del 1986 The Ballad of Sexual Dependency, ha iniziato la sua campagna contro la Purdue Pharma nel 2014, dopo aver sviluppato una dipendenza proprio dall’OxyContin, regolarmente prescritto per curare una tendinite. 
L’artista ha dichiarato di aver parlato al telefono con Nicholas Cullinan, direttore della National Portrait Gallery, la scorsa settimana: «Ha riconosciuto di essere in trattativa per la donazione e la decisione sarà presa a marzo. Sono rimasta molto sorpresa dalla sua apertura. Credo che per i musei sia importante ascoltare gli artisti, piuttosto che i donatori». «La sovvenzione promessa dal Sackler Trust sta attraversando il nostro processo di revisione interna, in linea con la nostra politica di raccolta fondi etica», ha commentato un portavoce della Galleria. 
Fonte: Guardian
In alto: Nan Goldin, Self Portrait 1st Time on Oxy, Berlin, 2014

1 commento

  1. […] Nel 2019, insieme agli attivisti di PAIN, collettivo da lei fondato, ha inscenato un sit-in davanti al Victoria & Albert Museum di Londra, uno dei tanti musei che, tra i donors, può registrare anche il Sackler Trust. Prima del Victoria & Albert, Goldin aveva guidato decine di manifestazioni di protesta anche al Metropolitan e al Guggenheim di New York, oltre che al Louvre di Parigi, ottenendo peraltro ottimi risultati. Nel 2019, la National Portrait Gallery di Londra è diventato il primo grande museo a rifiutare pubblicamente una donazione di un milione di sterline dai Sackler, dopo le pressioni di Nan Goldin. […]

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