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Architettura: Next! (la presentazione)
Architettura
Presentata a Roma la prossima Biennale di Architettura di Venezia. Il curatore Deyan Sudjic, richiamandosi a Peter Greenway nel tragico finale de “Il ventre dell’architetto”, racconta come cercherà di scamparla…
di Marco Felici
Nella sala conferenze del Centro Nazionale per la Arti Contemporanee, Deyan Sudjic ha sollevato i veli sull’attesa kermesse veneziana. Il progetto era ormai noto, ma la curiosità su molti dettagli comincia finalmente a trovare soddisfazione.
Svanito l’alone della precedente edizione, questa 8° mostra si presenta con un notevole progetto di concretezza. Next, gli sviluppi dell’Architettura nei prossimi anni, cosa sarà costruito e come. Niente più chiacchiere, pochi voli pindarici, poca sovrapposizione con le arti visive. 110 progetti; opere, non architetti; selezionate tra quelli in costruzione, o di prossima esecuzione, e divise in 10 sezioni secondo la tipologia edilizia.
Il modo di presentarle dovrà favorire la lettura anche per i non addetti ai lavori; si prevedono molti modelli, nonché trance costruite in scala 1:1.
Interessante il progetto di allestimento, che risolverà la cesura tra giardini e corderie, nonché le inevitabili sovrapposizioni tra mostre e allestimenti nazionali, ricostruendo nel Padiglione Italia una sorta di abstract di tutta la manifestazione, con richiami e compensazioni.
C’è poi Next Italia, da cui ci aspettiamo tutti qualcosa. E non mancano gli eventi paralleli, come un’analisi del Next sul sito del World Trade Center, ad un anno dal disastro.
Ma veniamo al dunque: i nomi. Sudjic ha presentato una lista provvisoria dei selezionati. Lo star system appare al gran completo: veterani, promesse ormai affermate, e qualche ritorno, per tutti i gusti e generi. Si va da Tojo Ito a Ushida Findlay, da Meier a Rogers a Zumthor, c’è tutta la nuova generazione olandese, ed i “decostruttivisti” al gran completo. Ampiamente rappresentati anche spagnoli, statunitensi, tedeschi, inglesi, austriaci, australiani ed orientali. Per citare qualche italiano: gli immancabili Fuksas e Piano, e pochi altri (Piva, Garofano, Tagliabue); Gregotti unico italiano all’estero; l’Italia prossima ventura pare sarà costruita da stranieri (benvenuti).
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www.labiennale.org
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Venezia, Giardini di Castello – Arsenale
[exibart]