19 dicembre 2008

fino al 30.I.2009 Visioni oniriche Milano, Antonio Battaglia

 
Ogni tela porta a un mondo diverso. La visione onirica è una struttura logica dotata di sfondi senza vie di fuga e scambi di buio. Ogni volume rappresentato è una pasta. Un composto assemblato più volte da pennellate difformi e ordini asimmetrici...

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L’ambito è quello della pittura. La scena è animata da artisti prevalentemente italiani. La collettiva è formata da una quindicina di tele. Gli autori sono pittori che hanno in comune le aule di Brera. Ma non solo. La visione pittorica è un dono. Una speculazione compiuta senza fare sforzo, sotto pelle. Un pensiero, per chi osserva, che permane anche dopo l’uscita, donando allo sguardo sull’arte uno stampo onirico.
Nell’ordine, i protagonisti chiamati da Vera Agosti a ritrarre questa prospettiva inverosimile del sogno sono Marco Cascella, Francesco Correggia, Domenico David, Seboo Migone, Nicola Salvatore e Federico Vescovo. Tutti loro sono pittori che hanno già calcato e fatto propria la scena di gallerie e musei, lungo il corso degli anni ‘80 e ‘90 (eccezion fatta per Vescovo e Migone, i più giovani).
Dunque, l’occasione di questa mostra suona, per qualcuno, come una riaffermazione della propria autonomia estetica e formale. Da citare, come esempio, l’intervento di David, che avvicina il tema di Visioni oniriche a una scacchiera imprecisa e tenta costantemente di far combaciare gli effetti della luce con le sfumature delle ombre. Fra cieli incombenti e ossigeno color vinaccia, le pennellate, in bilico sulla tela, definiscono schiarite e scie di luci in silenzi che condensano il segno dei contorni. CFrancesco Correggia - Melanconia - 2008 - acrilico su tela - cm 70x70ome sostiene lo stesso David, “Ciò che m’interessa veramente sono gli equilibri di colore e contrasto a livello compositivo. Ritraggo luoghi non luoghi, di valenza universale, non identificabili univocamente nello spazio e nel tempo. Le casupole raffigurate non sono che il pretesto per avere dei corpi che fermino la luce o sui quali la luce si rifranga”.
In questa collettiva l’inconscio è considerato non tanto dal punto di vista topico, e cioè in quanto sede di alterità, di rimosso in fieri (si veda Lunaris Calamita, 2008, di Vescovo). Il tema dell’inconscio onirico viene adagiato alle scoperte emerse seguendo diversi indagini formali. In un caso, il sogno è un processo perennemente attivo di tensione fra l’oggetto rimosso e l’azione di rimozione in un tutt’uno dinamico (i disegni di Nicola Salvatore).
In altri casi, come nelle opere aperte e dinoccolate di Migone, la realtà onirica è una pasta che, come una struttura, coincide con tutta la zona immensa nell’attività psichica, sottratta alla coscienza e non necessariamente dimenticata. Abbandonata quindi la logica della parola, e Correggia ne è un esempio, non resta che osservare l’intera collettiva con il preciso intento di formare un paesaggio.
Una composizione interiore che presieda ai processi coscienti dell’estetica e ai ricorsi della formalità. E che resti intatta, senza a sua volta intaccare la libertà oscura emanata da ciascuna di queste visioni oniriche.

ginevra bria
mostra visitata il 10 dicembre 2008


dal 10 dicembre 2008 al 30 gennaio 2009
Visioni oniriche
a cura di Vera Agosti
Galleria Antonio Battaglia
Via Ciovasso, 5 (zona Brera) – 20121 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19.30
Ingresso libero
Info: tel. +39 0236514048; fax +39 0286461244; info@galleriaantoniobattaglia.com; www.galleriaantoniobattaglia.com

[exibart]

9 Commenti

  1. mostra assolutamente di basso livello. da un po’ di tempo a questa parte la galleria in questione sembra non avere nulla di valido da dire… sono evidenti i segni di una crisi inesorabile. forse, meglio chiudere definitivamente i battenti.

  2. Ho trovato davvero molto piacevole la mostra collettiva “Visioni oniriche” alla Galleria Battaglia di Milano e di questo sono grato all’amica che mi ha invitato a visitarla.
    Ho potuto così osservare la perenne precarietà degli equilibri, contrari ad ogni legge della statica, presente nelle opere di Vescovo e i lunari paesaggi di David, ricchissimi di luci ed ombre, le stesse luci ed ombre che caratterizzano anche il nostro mondo interiore.
    Mi hanno molto colpito anche le tele di Correggia, il quale partendo da frasi tratte dal criticismo kantiano o dall’idealismo hegeliano le estrapola dal loro contesto e le inserisce nelle proprie tele, segnando in questo modo il passaggio dal razionalismo filosofico al mondo creativo dell’arte.
    Migone grazie anche ad un eccessivo utilizzo della materia pittorica nei propri lavori riesce a dare una visione molto emotiva della realtà. Veramente significative mi sono parse anche le opere di Salvatore e i vari cetacei ed animali marini in esse raffigurati, a rappresentare forse la natura maligna come nel Moby Dick melvilliano o forse l’aspetto più catartico della natura come per il Giona bibblico o per la favola collodiana. Ho apprezzato parecchio anche le opere di Cascella, in particolare i contrasti tra i chiari e gli scuri hanno evocato in me richiami ad un mondo interiore di pace.
    Per la comprensione dell’intera mostra mi è stato molto utile l’ottimo depliant esplicativo della curatrice, Vera Agosti, che non solo spiega e contestualizza tutte le opere presenti, ma, mediante un filo invisibile, collega tutti gli autori tra loro ed ogni singolo espositore al tema dominante della rassegna.
    Concludendo è una mostra che consiglio a tutti di visitare in particolare a tutti coloro che, come l’oggigiorno citatissimo autore del Siglo de Oro spagnolo, considerano la vita un sogno, inteso non come fuga dalla realtà, ma come scoperta del nostro mondo inconscio.

  3. caro antonio battaglia, te lo sei scritto da solo il commento in cui si elogia la mostra? è davvero ridicolo, forse peggio della mostra stessa

  4. Quando ho tempo, mi piace girare per siti d’arte e leggere quello che mi è sfuggito o rileggere quello che ho già visto, come fosse un modo di rivivere un bel ricordo. A ciascuno la sua passione come si dice. Vedo solo ora gli acidi commenti alla galleria Battaglia….che ce l’abbiano con Battaglia per il suo successo? Che ce l’abbiano coi professori di Brera esposti in quell’occasione?Io ho visitato la mostra e mi sono molto piaciute le luci notturne di David. Anche le balene non erano male artisticamente parlando, benchè non siano il mio soggetto preferito. Tra l’altro, si ventila l’ipotesi che il testo sia compiacente e scritto dallo stesso Battaglia per farsi pubblicità. E’ una cattiveria bella e buona. Dopo qualche tempo c’è stato un incontro presso Battaglia e ho avuto modo di conoscere il critico che ha scritto l’articolo, perché l’ha presentato di persona, quindi si tratta soltanto di una cattiveria. L’articolo è bello, appropiato e dunque vero. La mostra era eccellente, il concetto di mediocre è assai diverso. Saluti

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