28 dicembre 2017

Breve storia del graffito troppo audace. Il pene di Broome Street cancellato dopo poche ore

 

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È durata veramente poco l’opera della street artist svedese Carolina Falkholt. Tempo qualche ora e il grande pene che ricopriva l’intera facciata di un condominio al 303 di Broome Street, Lower East Side, New York, è stato cancellato, in seguito alle vive proteste di molti abitanti del quartiere. Il lavoro è stato commissionato da The New Allen, una fondazione artistica locale, e l’intenzione dell’artista, ospite del programma di residenze di IASPIS-The Swedish Arts Grants Committee’s International Programme for Visual Artists, era quella di aprire il dibattito sulle questioni di gender e body shaming. Pochi giorni prima, Falkholt aveva dipinto una monumentale vagina, al 56 di Pike Street, nei pressi di LES, lo skatepark con installazioni di Barbara Kruger, senza suscitare un tale scalpore, probabilmente perché il disegno era più astratto. Questa volta, invece, Falkholt ha optato per una estetica iperealista che ha fatto arrossire gli abitanti del quartiere, pronti a far sentire la propria voce sui social network, lamentando l’oscenità e ripetendosi la solita domanda: questa è arte? 
Probabilmente per avere una risposta definitiva dovremo attendere ancora qualche millennio, intanto ci si è dati da fare con la vernice bianca, scoprendo il volto pruriginoso dell’America. In ogni caso, bisogna specificare  che non è stato ancora chiarito se la proprietà dell’edificio avesse concesso l’approvazione alla realizzazione dell’opera. 
Alla fine tutti salvi ma Falkholt è comunque soddisfatta: «Parlare di questi argomenti pubblicamente è un dovere per una comunità sana. L’arte è uno dei pochi luoghi rimasti dove possiamo essere veramente liberi di discutere di qualsiasi argomento, per difficile che sia». 

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