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04
giugno 2008
fino al 20.VI.2008 Andrei Molodkin Milano, Nina Lumer
milano
Petrolio che scorre a emblema dell’economia globalizzata. Di un mondo in cui i problemi dei singoli sono i problemi di tutti. La presa di posizione dell’artista russo, che si definisce politicamente e socialmente impegnato...
Un laboratorio dove una serie di calchi di organi sparsi per l’ambiente evocano l’essere umano, dove una sostanza scura e lattiginosa, il petrolio grezzo, che scorre in essi attraverso tubicini-arterie, non può che ricordare il sangue. Si tratta dell’installazione Touchy art (Tachi’s art) di Andrei Molodkin (Boui, 1966; vive a Parigi e Mosca), un luogo in cui le sostanze, le materie, gli oggetti assumono un significato diverso da quello che sono, ma allo stesso tempo continuano a rappresentare loro stessi.
Tutto il lavoro di Molodkin è estremamente concettuale ma facilmente comprensibile: il petrolio è sangue, si fa simbolo sia di rigenerazione della materia -di un circolo vizioso dove le guerre per il petrolio portano morti, che divengono materia organica che formerà nuovo petrolio, il quale porterà a nuove guerre- che del flusso dell’economia mondiale. Gli organi-contenitori scavati dall’artista all’interno dei blocchi di resina acrilica rappresentano l’individuo, ma allo stesso tempo sono simbolo dei Paesi che compongono l’intero pianeta.
Il petrolio, immagine dello scorrere del denaro e delle idee in un’economia globalizzata, rappresenta quindi un mondo in cui non ha più senso parlare di individuo, in quanto i problemi di uno sono quelli di tutti. L’oro nero si è sostituito al sangue come elemento unificante, universalizzante, con il paradosso che viene estratto nelle aree meno universalizzate e globalizzate. È quindi l’elemento fluido alla base dei lavori di Molodkin che, in un’intervista con Victor e Margarita Tupitsyn pubblicata dalla Galleria Kashya Hildebrand, cita il Piss Christ di Serrano e i “molti altri artisti che considerano i fludi interni, quali l’urina e il sangue, come la cosa più importante”.
Più che una denuncia, quella di Molodkin è una descrizione. Da una chiara posizione politica s’inserisce all’interno del sistema per delinearne i caratteri, per renderlo visibile attraverso il simbolo. I soggetti della sua arte sono i problemi quotidianamente sotto gli occhi di tutti, dal traffico di organi all’economia globalizzata, fino alla discussa politica estera del governo Bush.
Tutto questo è Touchy art (Tachi’s art) , una suggestiva installazione dove il rumore del sistema di pompaggio diviene battito di un enorme cuore. Il petrolio comincia a fluire e dal cuore si sposta attraverso le arterie agli altri organi. Una installazione che prende vita, mentre una telecamera cattura e ripropone in tempo reale sulla parete un dettaglio del cuore pompante, rendendo l’osservatore parte del sistema.
Tutto il lavoro di Molodkin è estremamente concettuale ma facilmente comprensibile: il petrolio è sangue, si fa simbolo sia di rigenerazione della materia -di un circolo vizioso dove le guerre per il petrolio portano morti, che divengono materia organica che formerà nuovo petrolio, il quale porterà a nuove guerre- che del flusso dell’economia mondiale. Gli organi-contenitori scavati dall’artista all’interno dei blocchi di resina acrilica rappresentano l’individuo, ma allo stesso tempo sono simbolo dei Paesi che compongono l’intero pianeta.
Il petrolio, immagine dello scorrere del denaro e delle idee in un’economia globalizzata, rappresenta quindi un mondo in cui non ha più senso parlare di individuo, in quanto i problemi di uno sono quelli di tutti. L’oro nero si è sostituito al sangue come elemento unificante, universalizzante, con il paradosso che viene estratto nelle aree meno universalizzate e globalizzate. È quindi l’elemento fluido alla base dei lavori di Molodkin che, in un’intervista con Victor e Margarita Tupitsyn pubblicata dalla Galleria Kashya Hildebrand, cita il Piss Christ di Serrano e i “molti altri artisti che considerano i fludi interni, quali l’urina e il sangue, come la cosa più importante”.
Più che una denuncia, quella di Molodkin è una descrizione. Da una chiara posizione politica s’inserisce all’interno del sistema per delinearne i caratteri, per renderlo visibile attraverso il simbolo. I soggetti della sua arte sono i problemi quotidianamente sotto gli occhi di tutti, dal traffico di organi all’economia globalizzata, fino alla discussa politica estera del governo Bush.
Tutto questo è Touchy art (Tachi’s art) , una suggestiva installazione dove il rumore del sistema di pompaggio diviene battito di un enorme cuore. Il petrolio comincia a fluire e dal cuore si sposta attraverso le arterie agli altri organi. Una installazione che prende vita, mentre una telecamera cattura e ripropone in tempo reale sulla parete un dettaglio del cuore pompante, rendendo l’osservatore parte del sistema.
francesca guerisoli
mostra visitata il 22 maggio 2008
dal 6 maggio al 20 giugno 2008
Andrei Molodkin – Touchy art (Tachi’s art)
Galleria Nina Lumer
Via Carlo Botta, 8 (zona Porta Romana) – 20135 Milano
Orario: da martedì a venerdì ore 15-19.30; sabato e mattina su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 0289073644; fax +39 0236505492; info@ninalumer.it; www.ninalumer.it
[exibart]