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L’ultima torre
Il nuovo evento dal titolo “L’Ultima Torre” organizzato da Materia Prima, ancora una volta sottolinea l’esigenza di tale gruppo di creare aggregazione culturale e il suo desiderio intrinseco di confrontarsi con gli esiti contemporanei che la cultura stessa produce
Comunicato stampa
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Il nuovo evento dal titolo “L’Ultima Torre” organizzato da Materia Prima, ancora una volta sottolinea l’esigenza di tale gruppo di creare aggregazione culturale e il suo desiderio intrinseco di confrontarsi con gli esiti contemporanei che la cultura stessa produce. E, come sempre, lo fa in modo omnicomprensivo, coinvolgendo più ambiti intellettuali. Oltre alle opere visive di Baldessari, Battilana, Boschi, Gulceag, Negretto, Pagliaro e Zanus, sono presenti gli interventi poetici ed interpretativi di A. Prato, M. e G. Moi, che rendono omaggio alle liriche della poetessa padovana Gaspara Stampa. Infine chiude la manifestazione la proiezione del video con le performances del Gruppo Sinestetico che da anni con i suoi interventi calca le scene internazionali. Dunque l’eccletismo, la poliedricità, l’internazionalità e la dimensione sociologica, già evidenziati nelle precedenti mostre al Contemporaneo di Mestre nel gennaio 2005 e a Chioggia nell’ottobre seguente, caratteri distintivi di questo movimento artistico, presenti anche in questo appuntamento nel cuore storico di Mestre, assumono nuovi significati: la trasformazione di saltuarie manifestazioni in una interessante consuetudine espositiva, la capacità di favorire perciò la sedimentazione di un progetto culturale, nonché l’identificazione di nuovi luoghi atti ad ospitarlo. L’euresi e lo sperimentalismo eclettico di Marilla Battilana, si può condensare attorno al binomio intelletto-comunicazione. Il suo costrutto artistico è sempre stato proteso alla creazione di una grammatica mentale e visiva, capace di emanare messaggi e sollecitare le menti. Oggetti e cose di vita quotidiana si trasformano in simboli sociologici. Nelle ultime ricerche questi elementi sembrano aver ceduto il passo alla creazione, da parte dell’artista, di un personale archetipo forse più estetico, ma capace si toccare le corde della soggettività e soprattutto della sensorialità. Capire la mente e le sue manifestazioni….Nell’affermare questo, Guido Baldessari ha rivendicato quale è l’essenza del suo intento filosofico ed artistico. Per rappresentare questo suo concetto egli ha creato sfondi neri che simboleggiano l’inconscio umano, sui quali si muovono vertiginosamente e infinitamente strane figure geometriche (iperboli, cerchi, ecc...), intese come manifestazione razionale, quasi geometrica, di questo io interiore, così da permettergli di misurare e coglierne l’immensità. In Anna Boschi è presente l’esigenza di un’arte intesa come dialogo tra il genere umano. Per questo dalle sue opere ciò che emerge prepotentemente è il suo segno-graffito, da intendersi come grido, che vuole urlare le verità dell’umanità intera. Il semplice cerchio, l’innocua riga, il cuore e la scrittura stessa diventano complesse ed emozionali narrazioni che raccontano la storia umana. E’ un messaggio di libertà quello che emana dall’opera scultorea di Marcela Gulceag. Libertà dalla materia, dalle forme dell’ordinato realismo. La pietra o il marmo si levigano e allo stesso tempo si astraggono dal contingente, tanto che il dialogo visivo tra morbidezza e ruvidezza delle superfici cede il passo ad una essenziale ed eterea stilizzazione libera dal tempo e dallo spazio. L’opera di Bruno Pagliaro attira l’attenzione di chi guarda per la sua particolare atmosfera favolistica… quasi magica. Il fascino delle sue opere è dovuto al colore così minuzioso e prezioso tanto da far vagare l’osservatore dentro il dipinto. E’ chiaro dunque che questa “anarchia timbrica” del pigmento cela un desiderio di libertà soggettuale che diviene libertà morale dell’uomo e perciò dell’arte. Giuliano Negretto infonde alle sue pitture una dimensione prettamente filosofica. Il colorismo, fluttuante e libero, si unisce allo spazialismo, e talvolta ad altri elementi, per divenire identificazione moderna del conoscere e del sapere. Le armonie, i calligrafismi e le raffinatezze soggettuali, fondendosi a quelle concettuali, evidenziano la profonda dimensione etica e culturale dell’artista, volta a decodificare il mondo attraverso l’impronta pacata, ma puntuale, dell’intellettualità. E’ senza dubbio vero che l’arte segna il tempo e la vita dell’uomo. Questa concezione, sia metaforica sia sociologica, si evince nell’operare artistico di Stefano Zanus. Allontanata la fotografia e l’installazione, l’artista si è riavvicinato alla pittura, intesa come capacità di far emergere l’essenzialità delle cose, come si nota sulla ricerca fatta sugli elementi primordiali che compongono il mondo.
Prof. Siro Perin
Prof. Siro Perin
10
settembre 2006
L’ultima torre
Dal 10 al 23 settembre 2006
arte contemporanea
Location
TORRE DELL’OROLOGIO – PALAZZO FERRETTO
Venezia, Piazza Erminio Ferretto, (Venezia)
Venezia, Piazza Erminio Ferretto, (Venezia)
Orario di apertura
Lun – sab 10.00 - 13.00 e 17.30 - 20.00
Domenica 10.00 - 12.00
Vernissage
10 Settembre 2006, ore 10.30
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