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Giusy Lauriola – D.I.O.
Il progetto artistico ha come ispirazione il bisogno più elevato dell’uomo: il pensiero di ciò che esiste “Oltre”
Comunicato stampa
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La galleria il Frantoio inaugura sabato 21 luglio la mostra personale di Giusy Lauriola, dal titolo D.I.O. - Determina l’Illuminazione o l’Oscurità -, curata da Gianluca Marziani.
La mostra avrà un’anteprima internazionale nella galleria Wordl’s Artist Artemisia Art Gallery di Montecarlo il 26 giugno e, dopo Capalbio, continuerà a settembre in Puglia nel Castello Svevo di Manfredonia.
Un progetto artistico che ha come ispirazione il bisogno più elevato dell’essere umano: il pensiero di ciò che esiste “Oltre”.
Giusy Lauriola mantiene un’ideale continuità con la sua ricerca artistica, soprattutto dopo il lavoro realizzato nel periodo della guerra in Iraq, “Cambialamore”, dove raccontava il dolore altrui e l’indifferenza attraverso un complesso progetto lungo trenta metri. Oggi sembra voler placare quella sensazione d’impotenza e spingersi nel campo in cui il pensiero di un plausibile “oltre” può salvarci dalla disperazione.
Se l’artista britannico Damien Hirst indaga il concetto di morte esponendo uno squalo morto dentro una vasca piena di formaldeide, perché non cercare ulteriori risposte al concetto di trapasso, magari ispirandosi ad un mondo che probabilmente ci sottende? Se Thomas De Quincey, scrittore inglese del 1800 scriveva imbottendosi di laudano, forse per provare a sentirsi più vicino a tutte le persone care scomparse, perché non tentare attraverso l’arte di immaginare quel che non si vede?
Ecco allora immagini con acque cristalline, squarci di vita reale sottratti al quotidiano e resi magici, cieli rarefatti in cui si librano diversi oggetti, passanti irreali, immagini sfocate di donne-angelo come se fossero le anime delle cose e delle persone che ormai, altrove, potrebbero vedere il dolore degli altri solo come un piccolo evento che si perde nell’immensità dell’eterno. Si alterna l’immagine di un ombrello bianco e di uno nero come riferimento al lato oscuro e a quello luminoso della nostra vita. Sbucano forme che sono apparizioni misteriose, alchimie dove il mistero diventa la nuova forma della quiete ancora possibile.
Le opere mescolano vari linguaggi con approccio unitario: fotografia, elaborazione digitale e tecniche pittoriche sopra supporti di plexiglas. A completamento del progetto, mantenendo omogeneità tematica e stilistica, anche un video e una serie di light-box con alcuni fermoimmagine tratti dal video stesso.
La mostra avrà un’anteprima internazionale nella galleria Wordl’s Artist Artemisia Art Gallery di Montecarlo il 26 giugno e, dopo Capalbio, continuerà a settembre in Puglia nel Castello Svevo di Manfredonia.
Un progetto artistico che ha come ispirazione il bisogno più elevato dell’essere umano: il pensiero di ciò che esiste “Oltre”.
Giusy Lauriola mantiene un’ideale continuità con la sua ricerca artistica, soprattutto dopo il lavoro realizzato nel periodo della guerra in Iraq, “Cambialamore”, dove raccontava il dolore altrui e l’indifferenza attraverso un complesso progetto lungo trenta metri. Oggi sembra voler placare quella sensazione d’impotenza e spingersi nel campo in cui il pensiero di un plausibile “oltre” può salvarci dalla disperazione.
Se l’artista britannico Damien Hirst indaga il concetto di morte esponendo uno squalo morto dentro una vasca piena di formaldeide, perché non cercare ulteriori risposte al concetto di trapasso, magari ispirandosi ad un mondo che probabilmente ci sottende? Se Thomas De Quincey, scrittore inglese del 1800 scriveva imbottendosi di laudano, forse per provare a sentirsi più vicino a tutte le persone care scomparse, perché non tentare attraverso l’arte di immaginare quel che non si vede?
Ecco allora immagini con acque cristalline, squarci di vita reale sottratti al quotidiano e resi magici, cieli rarefatti in cui si librano diversi oggetti, passanti irreali, immagini sfocate di donne-angelo come se fossero le anime delle cose e delle persone che ormai, altrove, potrebbero vedere il dolore degli altri solo come un piccolo evento che si perde nell’immensità dell’eterno. Si alterna l’immagine di un ombrello bianco e di uno nero come riferimento al lato oscuro e a quello luminoso della nostra vita. Sbucano forme che sono apparizioni misteriose, alchimie dove il mistero diventa la nuova forma della quiete ancora possibile.
Le opere mescolano vari linguaggi con approccio unitario: fotografia, elaborazione digitale e tecniche pittoriche sopra supporti di plexiglas. A completamento del progetto, mantenendo omogeneità tematica e stilistica, anche un video e una serie di light-box con alcuni fermoimmagine tratti dal video stesso.
21
luglio 2007
Giusy Lauriola – D.I.O.
Dal 21 luglio al 12 agosto 2007
arte contemporanea
Location
IL FRANTOIO
Capalbio, Via Renato Fucini, 10, (Grosseto)
Capalbio, Via Renato Fucini, 10, (Grosseto)
Orario di apertura
dal lunedì alla domenica dalle 18 alle 24
Vernissage
21 Luglio 2007, ore 18
Ufficio stampa
CJ
Autore
Curatore