La differente formazione culturale dei due giovani protagonisti di questa mostra è un’occasione interessante per fare una ulteriore considerazione sulle diversità di visione fra il mondo orientale e occidentale.

Due modi diversi di vedere e sentire, la spiritualità e l’elemento simbolico che dominano nel lavoro artistico di Nima Monfared si incontra e dialoga con il raziocinio e la materialità delle opere di Emanuele Luschi. Spirito e mente, immaginazione e materia sono qui rappresentati con stili diversi, a dimostrarci come la diversità sia un arricchimento continuo del linguaggio, un’occasione per raffrontare, attraverso la personale visione artistica di due giovani interpreti dell’arte contemporanea, due popoli che hanno fatto il cammino dell’umanità.

Nima Monfared è iraniano di Teheran. Vive attualmente a Firenze dove frequenta l’Accademia di Belle Arti. Nelle sue opere c’è ricchezza di colore, eleganza e ricercatezza nelle forme. Il linguaggio simbolico conduce lo spettatore a riflessioni sugli eterni legami che governano l’uomo e la terra, la natura e la spiritualità divina.

Emanuele Luschi trasmette invece la concretezza del nostro vivere quotidiano. La matericità dei suoi dipinti e dei collage è la sintesi dello scandire di un tempo che si ripete con poche sorprese e tanti affanni. Portato per sua natura ad esprimersi attraverso l’informale non rinuncia ad inserire elementi figurativi per rafforzare il suo pensiero analitico. Ama usare materiali diversi per le sue composizioni che spesso stanno fra il quadro e la scultura.

Viareggino di nascita vive fra Massa e Firenze.