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Il titolo della mostra insegue la caratteristica d’unicità che distingue ogni singola opera d’arte in un percorso dove i lavori per la loro comune caratteristica assemblativa e combinatoria di parti ed oggetti diversi, ridisegnano completamente il loro senso e la loro funzionalità
Comunicato stampa
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Il titolo della mostra insegue la caratteristica d’unicità che distingue ogni singola opera d’arte in un percorso dove i lavori per la loro comune caratteristica assemblativa e combinatoria di parti ed oggetti diversi, ridisegnano completamente il loro senso e la loro funzionalità.
Si è introdotti da un guardiano, il Misfit (Sennenhund) del 1996 di Thomas Grünfeld (1956) una strana creatura animale, col muso d’asino, il corpo di cane e la coda di cavallo. La bestia accucciata, non ci toglie mai gli occhi di dosso e vigila su ogni nostro movimento accompagnandoci con lo sguardo verso il resto delle opere in mostra. I Misfit di Grunfeld sono una sorta di chimere bestie mostruose ed improbabili che si forgiano di parti animali sezionate ed imbalsamate.
Shell-like 10, 2007 e Shell-like 12, 2007 sono i due lavori di Franco Menicagli (1968) ossia due costruzioni che demarcano gli angoli della prima sala. Le Shell-like sono complesse strutture architettoniche di legno realizzate con pezzi di mobilio trovati in prossimità dei cantieri e nelle discariche. Assemblate fra loro queste parti non intendono ricostruire né la forma né la razionalità dell’oggetto originario ma concepire una nuova funzionalità estetica. L’oggetto è smembrato e in alcuni casi ricomposto in forme che suggeriscono tensioni ed estensioni, sottolineate con listelli di legno applicati, tenuti insieme e fermati da fascette di plastica. Quello che si evidenzia è il processo lavorativo nel suo farsi, sospeso e mostrato nel determinato momento della sua realizzazione che è in continuo divenire. Con lo stesso gusto per l’incongruenza e il paradosso Kuba Bakowski (1971) presenta dei lightbox della serie Ursa Major, 2007 nei quali gruppi di persone, reggono o indossano delle lampadine accese che ricreano la geografia stellare della costellazione del carro dell’Orsa Maggiore. Se questi lavori stupiscono per l’impressione che generano e le fattezze che le caratterizzano, Christian Rainer (1976) conclude il percorso parlandoci dello stupore in senso lato. Il video April Woods, 2006 e lo still fotografico che lo accompagna, La casa di Manigrandi, 2007 esplorano le possibilità di inversione e confusione di ruoli nel normale ordine delle cose.
Si instaura così un dialogo inedito tra soggetti che tra loro non comunicano nella normalità. Tutto e tutti, spettatori, animali, natura assistono al caos che li coinvolge, in attesa di conoscere la propria sorte e la loro nuova ed eventuale identità. Gli interni e gli esterni dialogano grazie ad un continuo e reciproco scambio, sino a generare dei paradossi che hanno la funzione di rileggere le consuetudini, intraprendere una ricerca ad uno stadio più profondo nel mondo sensibile, di un senso nascosto, in attesa di essere svelato.
Si è introdotti da un guardiano, il Misfit (Sennenhund) del 1996 di Thomas Grünfeld (1956) una strana creatura animale, col muso d’asino, il corpo di cane e la coda di cavallo. La bestia accucciata, non ci toglie mai gli occhi di dosso e vigila su ogni nostro movimento accompagnandoci con lo sguardo verso il resto delle opere in mostra. I Misfit di Grunfeld sono una sorta di chimere bestie mostruose ed improbabili che si forgiano di parti animali sezionate ed imbalsamate.
Shell-like 10, 2007 e Shell-like 12, 2007 sono i due lavori di Franco Menicagli (1968) ossia due costruzioni che demarcano gli angoli della prima sala. Le Shell-like sono complesse strutture architettoniche di legno realizzate con pezzi di mobilio trovati in prossimità dei cantieri e nelle discariche. Assemblate fra loro queste parti non intendono ricostruire né la forma né la razionalità dell’oggetto originario ma concepire una nuova funzionalità estetica. L’oggetto è smembrato e in alcuni casi ricomposto in forme che suggeriscono tensioni ed estensioni, sottolineate con listelli di legno applicati, tenuti insieme e fermati da fascette di plastica. Quello che si evidenzia è il processo lavorativo nel suo farsi, sospeso e mostrato nel determinato momento della sua realizzazione che è in continuo divenire. Con lo stesso gusto per l’incongruenza e il paradosso Kuba Bakowski (1971) presenta dei lightbox della serie Ursa Major, 2007 nei quali gruppi di persone, reggono o indossano delle lampadine accese che ricreano la geografia stellare della costellazione del carro dell’Orsa Maggiore. Se questi lavori stupiscono per l’impressione che generano e le fattezze che le caratterizzano, Christian Rainer (1976) conclude il percorso parlandoci dello stupore in senso lato. Il video April Woods, 2006 e lo still fotografico che lo accompagna, La casa di Manigrandi, 2007 esplorano le possibilità di inversione e confusione di ruoli nel normale ordine delle cose.
Si instaura così un dialogo inedito tra soggetti che tra loro non comunicano nella normalità. Tutto e tutti, spettatori, animali, natura assistono al caos che li coinvolge, in attesa di conoscere la propria sorte e la loro nuova ed eventuale identità. Gli interni e gli esterni dialogano grazie ad un continuo e reciproco scambio, sino a generare dei paradossi che hanno la funzione di rileggere le consuetudini, intraprendere una ricerca ad uno stadio più profondo nel mondo sensibile, di un senso nascosto, in attesa di essere svelato.
16
febbraio 2008
TradeMark
Dal 16 febbraio al 13 marzo 2008
arte contemporanea
Location
GALLERIA DANIELE UGOLINI CONTEMPORARY
Firenze, Via Montebello, 22r, (Firenze)
Firenze, Via Montebello, 22r, (Firenze)
Orario di apertura
lunedì-sabato 16:00/20:00 – domenica e festivi su appuntamento
Vernissage
16 Febbraio 2008, ore 18
Autore
Curatore