07 giugno 2021

Un colpo alla storia: cemento armato sulla strada del Partenone

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Una strada spianata di 500 metri in asfalto, calcestruzzo e cemento armato, per arrivare davanti al Partenone: l’intervento sull'Acropoli accende le polemiche sul turismo di massa

Nella sua lunghissima storia, che ci riporta a ritroso verso le radici della civiltà occidentale, il Partenone di Atene ne ha viste tante, dall’alto della sua Acropoli. Tesori e distruzioni, processioni in onore di divinità pagane, sante messe dei primi cristiani, muezzin dalla voce ispirata e, da diversi anni ormai, lunghe file di turisti in pantaloncini corti, con i muscoli un po’ doloranti a causa della salita, per chi la fa a piedi. Ma da oggi, sarà più facile accedere all’area più sacra di tutta l’Europa: il Ministero della Cultura della Grecia ha infatti dichiarato che saranno migliorati l’accesso e la fruizione per le persone diversamente abili. In collaborazione con diverse associazioni impegnate nel sociale, verranno installati cartelli in braille e in grassetto per visitatori con disabilità visive, oltre che modellini in scala dei vari monumenti. Saranno introdotti poi dei corrimano e dei segnali con le indicazioni dei percorsi di visita, per rendere l’Acropoli pienamente accessibile. Tutto legittimo, è importante che un sito culturale di tale rilevanza sia fruibile da tutti, a prescindere dalle loro condizioni fisiche. A patto, però, di seguire la regola aurea del minimo intervento. La dichiarazione della ministra Lina Mendoni è infatti arrivata in un momento in cui in Grecia infuria un’accesa discussione, a causa dei recenti lavori di restauro che, tra le altre cose, hanno portato alla realizzazione di una passerella di cemento che arriva direttamente in prossimità del Partenone. Una lunga, orripilante striscia grigia di calcestruzzo e cemento armato di 500 metri, che ha ricoperto integralmente il terreno lasciando allo scoperto solo quelle parti occupate dai brani della pavimentazione antica e dai resti delle colonne che, a questo punto, sembrano più delle “buche” nell’asfalto che reperti.

I lavori risalgono ai mesi scorsi ma è solo nelle ultime settimane, con la parziale riapertura al turismo, che la notizia ha iniziato a circolare, suscitando lo sdegno di molti studiosi, archeologi e funzionari del Ministero. Il progetto però è stato fortemente voluto da Kyriakos Mītsotakīs, primo ministro greco, leader di Nuova Democrazia, partito conservatore, europeista e di tendenza liberale. Uno dei suoi primi atti, dopo le elezioni del 2019, è stato dare il suo riconoscimento al colpo di Stato venezuelano, perpetrato da Juan Guaidó ai danni del Presidente Nicolas Maduro. Insomma, cosa vuoi che sia una passerella? Eppure, anche da questi particolari – che poi sono tutt’altro che piccoli – si giudica la visione di un politico che, nel caso specifico, strizza l’occhio alla collaborazione tra il pubblico e il privato. A sostenere economicamente il progetto, infatti, è stata la Fondazione Onassis, che ha anche sponsorizzato il nuovo impianto di illuminazione dell’Acropoli, a cura della light designer Eleftheria Deko.

Ed è evidente che per Mītsotakīs la sacralità dell’Acropoli val bene un torpedone di turisti. Con l’appoggio di Mendoni, donna fedelissima al governo, pur con un passato recente nelle file socialiste e archeologa di lungo corso che, all’alba del giuramento, ormai poco meno di due anni fa, annunciava grandi rivoluzioni sul piano della fruizione dell’immenso patrimonio greco, non solo della Capitale Atene ma anche di Cnosso, Delo e Rodi, altra area “sacra” per l’archeologia, per la cultura, per la contemporaneità, e ormai irrimediabilmente devastata dal peggior turismo di consumo efferato.

Alcune settimane fa, centinaia di studiosi di fama internazionale hanno sottoscritto un appello intitolato «Acropoli Sos», mentre in Francia la questione è stata presa particolarmente a cuore, con diversi quotidiani che hanno dedicato ampi reportage alla questione. Sarebbe interessante capire cosa ne pensato dalle parti del British Museum, sempre al centro del mirino per quanto riguarda i Marmi del Partenone. Invece su Avghi, il giornale di Syriza, la coalizione di sinistra guidata da Alexis Tsipras, è stata pubblicata una fotografia in cui si vede un reperto in marmo pentelico, l’iconica pietra del Partenone, dei propilei e dell’Eretteo, scheggiato a causa di un maldestro intervento con il martello pneumatico. Non proprio lo strumento migliore per un lavoro di fino, a contatto con più di 2mila anni di storia che, però, ancora una volta non è magistra vitae. Non è bastata una pandemia a farci capire che il turismo dei grandi numeri non può rappresentare una strada percorribile per la sostenibilità.

Nel 2019, oltre 3,5 milioni di persone hanno visitato l’Acropoli ma è chiaro che questi nuovi lavori puntano ad alzare l’asticella, in senso letterale: la Fondazione Onassis ha infatti sponsorizzato anche la costruzione di un ascensore panoramico, completato nel dicembre 2020 e realizzato dalla italiana Maspero. La sua inclinazione varia da 38° a 78° e in meno di un minuto può portare 1250 chili – o 16 persone – dal Peripatos, la via situata ai piedi dell’Acropoli, all’Eretteo.

Nel frattempo, è stato nominato dal Ministero il nuovo direttore generale del Museo dell’Acropoli, Nikolaos Stampolidis, archeologo specializzato in scultura e architettura ellenistica, ex direttore del Museo di Arte Cicladica. Vedremo quale strada deciderà di seguire.

3 Commenti

  1. In realtà si tratta di una provocatoria opera d’arte concettuale che mette a confronto le sibaritiche vestigia civilizzate del passato col piatto squallore barbarico del presente.

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